David e Vlahovic dovrebbero giocare insieme?

12.09.2025 22:20 di  Redazione TuttoJuve   vedi letture
David e Vlahovic dovrebbero giocare insieme?
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La Juventus ha iniziato la stagione 2025/26 con due vittorie di fila, grazie anche ai gol di Dusan Vlahović e Jonathan David. Il tecnico Igor Tudor, rinnovato fino al 2027 con fiducia ufficiale del club, deve ora decidere se continuare a dare fiducia al nuovo acquisto canadese o reinserire a pieno regime il centravanti serbo dal contratto milionario.

Vlahović, al centro di dubbi di mercato fino a poco fa, ha risposto sul campo con due reti nelle prime due giornate di Serie A (ha segnato dopo la rete di David contro il Parma e contro il Genoa) più il gol-vittoria segnato con la Serbia in Nazionale nella pausa.

David invece, arrivato a parametro zero dal Lille, è stato titolare in entrambe le partite di campionato finora, segnando al debutto contro il Parma. Il duello interno per il ruolo di “punta” si infiamma, e la domanda dei tifosi è: possono giocare insieme?

Profili tattici dei due attaccanti
I due attaccanti sono molto diversi e complementari. Vlahović (25 anni) è un numero 9 di stazza (circa 195 cm), abile nello sfruttare il fisico per proteggere palla e attaccare l’area avversaria con colpi di testa o girate pungenti.

Predilige giocare “spalle alla porta”, da uomo d’area, e ama dialogare con compagni “da dentro l’area” (come centravanti tradizionale).

Invece, Jonathan David (25 anni) è un attaccante rapido e dinamico, capace di svariare sull’intera fronte offensiva, infilando spazi in profondità o aggirando le difese in campo aperto.

È dotato di buon dribbling e velocità, ideale in contropiede o su transizioni veloci. Questa diversità di stili (uno più fisico e statico, l’altro più rapido e mobile) rende intrigante l’idea di un loro impiego simultaneo, ma richiede equilibri precisi.
In particolare:
-Dusan Vlahović: punta centrale atipica, fornisce sponde e copre il pallone. Il suo ingaggio elevato (circa 10-12 milioni netti l’anno) e gli obiettivi di rendimento pressanti (legati ad un cartellino costato 70 milioni di euro) significano che il club punta su di lui almeno come opzione titolare. Negli ultimi match è “risorto” grazie anche alla fiducia di Tudor: nei primi due turni di A è già in vetta alla classifica marcatori bianconera con 2 gol, ed è risultato decisivo anche con la Serbia (gol vittoria in Lettonia). Le sue caratteristiche fisiche e di finalizzatore puro, offrono alla Juve un riferimento costante dentro l’area.

-Jonathan David: arrivato svincolato (contratto 2025–2030) dal Lille, con già 2 presenze e 1 gol in bianconero. Il suo profilo è quello di un “attaccante moderno”: rapido nello spazio, versatile nei movimenti e tecnicamente raffinato. Con Tudor ha mostrato subito impatto, segnando al debutto in Serie A. David è abituato ad agire sia come prima punta che come seconda, muovendosi tra le linee e creando spazi. Si può considerare il classico attaccante-movimentista ideale per sistemi offensivi dinamici.

Confrontando i due, emerge che Vlahović si concentra sulle sponde e sulla rifinitura breve, mentre David agisce più da “uomo-orchestra” leggero, pressando alto e sfruttando la profondità. Tudor lo ha descritto come ideale per intensità e transizioni veloci. Per un tifoso con un linguaggio semplice: Vlahović è il “lupo d’area” fisicamente dominante, David la “freccia” che corre dietro le linee difensive.

Il modulo di Tudor e le alternative tattiche
Igor Tudor predilige di base il 3-4-2-1 (o 3-4-1-2 fluido): una difesa a tre, due ali (ruoli di esterni a tutta fascia), e un unico centravanti affiancato da due trequartisti o trequartista e seconda punta.

In questo schema classico, la Juventus avrebbe quindi solitamente una sola punta centrale: e finora Tudor ha scelto David in quel ruolo titolare. Le prime giornate confermano lo schema: contro il Parma David è partito unico centravanti (gol al 59′, come pronosticato nei più importanti siti scommesse in Italia), Vlahović è subentrato solo nel finale; lo stesso è avvenuto a Genova.



Tuttavia, il doppio attacco potrebbe richiedere una modifica tattica. Una possibilità è il 3-4-1-2 puro, con due punte vere e un solo “10” dietro. Questo permetterebbe a David e Vlahović di coesistere in campo affiancati, sostenuti da un trequartista centrale (per esempio Yıldız o Conceição). Secondo alcuni commentatori, Tudor starebbe pensando proprio a questo cambio di modulo.

In un 3-4-1-2 le ali hanno il compito di coprire largamente (come esterni in un 3-5-2), mentre i due attaccanti condividono spazio: uno può aprirsi su un lato (o arretrare leggermente), mentre l’altro punta alla profondità. Un esempio ipotetico potrebbe essere Vlahović (più stazionario in area) accompagnato da David (che avanzerebbe e si muoverebbe tra le linee).

In alternativa, anche nel 3-4-2-1 classico si potrebbe gestire il doppio attacco rendendo uno dei due un po’ più “falso nove” o “esterno interno”: per esempio far partire Vlahović come centravanti e posizionare David leggermente decentrato (o viceversa), ma ciò uscirebbe dal ruolo naturale di uno dei due. Al momento Tudor non ha utilizzato questa opzione tattica nel campionato in corso, preferendo ruotare: in ogni partita uno parte titolare e l’altro entra a gara in corso.

Vantaggi e svantaggi del tandem Vlahović-David
Giocare con due punte reali può offrire alcuni vantaggi importanti:
-Maggiore potenza d’attacco: due punte vicine all’area aumentano le occasioni da rete. L’avversario deve decidere chi marcare, lasciando spesso spazi o superiorità numerica.
-Complementarietà: come detto, Vlahović assicura presenza fisica e sponde spalle alla porta, David fornisce velocità e imprevedibilità dietro. Insieme possono scambiarsi le posizioni e confondere le difese.
-Flessibilità tattica: l’avere due goleador in rosa (inclusa la recente acquisizione Openda) consente a Tudor di alternare moduli a seconda dell’avversario. Ad esempio, su un campo ampio potrebbe beneficiare della profondità di David; in una partita fisica contare su Vlahović.

Tuttavia, non mancano gli aspetti critici:
-Perdita di equilibrio: due punte significano un centrocampo più scarno o dipendente dai due esterni. Se si eliminano i due trequartisti (3-4-1-2), potrebbe mancare un po’ di qualità creativa dietro, a meno di affidarsi totalmente agli inserimenti delle mezzali e alla fase offensiva dei trequartisti.
-Ruoli e tempi di gioco: Vlahović e David hanno caratteristiche diverse: farli coesistere potrebbe richiedere a uno dei due di adattarsi a un compito innaturale (ad esempio far rientrare Vlahović per prendere palla, o far rimanere David più centrale). Se non sincronizzati, rischiano di “inciamparsi” o di non coprire certe zone.
-Impatto sui compagni: inserire due punte può togliere posti a centrocampisti/esterni offensivi. Al posto di due trequartisti (come Yıldız o Conceição) si avrebbe un solo fantasista dietro. Questo può rendere l’azione meno fluida se gli esterni devono fare sovrapposizioni continue per collegare l’azione.

In breve, i potenziali pro sono in termini di qualità offensiva e variabilità tattica, mentre i contro riguardano soprattutto l’equilibrio di squadra e i compiti difensivi degli esterni.

Possibili scenari tattici
Per concretizzare, ecco alcuni schemi che Tudor potrebbe sperimentare:
-3-4-2-1 classico: unica punta (ad esempio David), con due trequartisti su cui far convergere i rifornimenti. In questo caso Vlahović potrebbe entrare a gara in corso come “4º uomo d’attacco” per infoltire l’area. Vantaggio: mantieni comunque due incursori alle spalle.
-3-4-1-2 con Yıldız unico trequartista: due attaccanti affiancati (Vlahović + David) e un solo rifinitore tra le linee (ipoteticamente Kenan Yıldız, che ha già ricoperto il ruolo di trequartista, anche lo scorso anno). Qui gli esterni dovrebbero garantire ampiezza e copertura.
-3-4-1-2 con concezione dell’esterno invertito: ad esempio, se David gioca leggermente largo (come attaccante mobile) e Vlahović centrale, il numero 10 (Conceição/Yıldiz) può fluttuare come raccordo.
-3-5-2 ad alta intensità: Tudor potrebbe anche varare un 3-5-2 “di transizione”, dove due punte fisse (e.g. Vlahović e Openda, con David o Conceição largo) garantiscono pressione continua. Questa soluzione però è più estrema e finora non è la sua impostazione nota.

In ogni schema, gli esterni dei “4” diventano fondamentali: dovranno coprire buona parte della fascia, accorciando e allargando l’azione. Se la squadra attacca in 2 vs 2 tra i difensori centrali e i mediani avversari, servirà anche creatività da parte delle mezzali (per esempio Thuram o Locatelli con inserimenti) per alimentare i due attaccanti.

La risposta alla domanda nel titolo non è scontata: tecnicamente David e Vlahović potrebbero giocare insieme, ma serve il giusto equilibrio tattico. Allo stato attuale, Tudor sembra incentrato su David come titolare designato, con Vlahović pronto a subentrare, ma la fiducia crescente del serbo apre a un dualismo da gestire.

Le opzioni non mancano: passare a un 3-4-1-2 garantirebbe spazio a entrambi (uno come centravanti fisico, l’altro come partner di movimento), mentre mantenere il 3-4-2-1 imporrebbe un compromesso sui ruoli o sulle sovrapposizioni degli esterni.

Ciò che è certo è che avere due attaccanti così diversi può essere un’arma importante per la Juventus. Come suggerito anche dalle fonti ufficiali (ad es. i dati di Wikipedia sulla stagione della Juventus), la squadra ha abbondanza d’alternative. Spetta ora a Tudor trovare l’assetto migliore per sfruttarle: un sacrificio tattico potrebbe aggiungere qualità all’attacco, ma occorrerà monitorare l’equilibrio complessivo.