Caso Orsato, l'ex arbitro Iannone: "Parlare di errore è una forzatura"

19.10.2021 14:30 di Redazione TuttoJuve Twitter:    vedi letture
Caso Orsato, l'ex arbitro Iannone: "Parlare di errore è una forzatura"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

L’ex arbitro Antonio Iannone è intervenuto in diretta a ‘Calcio Napoli 24 Live’ trasmissione in onda su CalcioNapoli24 TV (296 Digitale Terrestre) per parlare delle ultime notizie sul Napoli. Ecco quanto evidenziato da CN24:

“Il caso Orsato in Juventus-Roma? Credo che parlare di errore sia una forzatura, c’è stata una valutazione nella dinamica che ha portato Orsato a decretare un calcio di rigore anziché applicare un vantaggio che poteva poi concludersi con la concessione della rete per la Roma: è una norma, l’arbitro, probabilmente preso dall’emotività e dalla tensione del momento, è stato tempestivo nel fischiare subito il fallo che ha portato alla rete della Roma. Orsato ha pagato il prezzo alto per la sua tempestività, tra l’altro fa notizia perchè è un arbitro esperto e valido e non ce l’aspettavamo. Mi ha colpito, se è vero, il virgolettato di Orsato nel confronto con Cristante.

Il ruolo del VAR? Ormai è un processo irreversibile, a detta di Rocchi, e l’arbitro che non lo usa non sarebbe poi designato, sempre a detta di Rocchi. Può essere un valore aggiunto per l’arbitro e le sue decisioni: se Orsato avesse applicato il vantaggio, ad ogni rete c’è un check VAR per capire come siano andate le cose. Se il VAR avesse ritenuto che nell’azione ci fosse stata una giocata o un tocco di mano, avrebbe richiamato Orsato al monitor. Se il tocco di mano fosse stato valutato come volontario, è chiaro che anche il vantaggio sarebbe potuto essere pregiudicato. Il VAR ha una sua applicazione, in Juventus-Roma non è potuto intervenire perchè Orsato ha preso la decisione di dare rigore per il primo intervento sul calciatore della Roma.

Il rigore non è stato ripetuto con Chiellini in area di rigore? Bisognerebbe soffermarsi di più, andrebbe posto un freno a situazioni del genere. Raramente ho visto ripetere i rigori perchè un avversario era entrato in area, l’obiettivo principe della norma è di non avvantaggiare due volte la persona che commette l’infrazione: credo vada valutata situazione per situazione, servirebbe maggiore attenzione sul giocatore che entra in area prima che il penalty venga battuto, a costo di far battere un rigore per quattro volte ad esempio.

Il mondo arbitrale si chiude a riccio? Difendere dal mondo esterno un proprio associato è una cosa corretta e giusta, se poi al loro interno analizzano il caso come fatto didattico per svilupparlo e far capire le cose da fare e le cose perfettibili, lo fanno. Se il calciatore della Roma avesse segnato, adesso ne staremmo parlando? Io credo che l’AIA di fronte a certe decisioni debba fare chiarezza in modo unico e chiaro, lo stesso arbitro ne uscirebbe in modo migliore: il salto di qualità lo vedo qui, i tempi sono maturi. Se vogliamo creare una classe arbitrale, bisogna essere equi e giudizievoli nei confronti di tutti”