Carlo Nesti: "#Tudorout? Per favore, prima valutiamo la rosa, e gli acquisti"

29.09.2025 11:10 di  Rosa Doro  Twitter:    vedi letture
Carlo Nesti: "#Tudorout? Per favore, prima valutiamo la rosa, e gli acquisti"
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Dal suo sito ufficiale, Carlo Nesti ha parlato della Juventus e della delusione dei tifosi che dopo il pareggio contro l'Atalanta hanno iniziato a lanciare sui social l'hashtag #TudorOut: "Nei social, si fa largo l'hashtag #Tudorout. Non mi sogno minimamente, nell'era del Web, di contestare la libertà di pensiero di chiunque, purché manifestata in modo educato. Quindi, in questi casi, mi soccorre ancora di più l'antica abitudine di esprimere opinioni moderate, evidenziando i "pro" e i "contro" di situazioni, squadre e personaggi.

La mia premessa riguarda il fatto che, nel calcio, prima ancora di giudicare gli allenatori, bisogna fare i conti con il materiale umano a disposizione. La Juve, mediamente, schiera, per 9 undicesimi, i giocatori della scorsa stagione, che tutti quanti avevano, e avevamo, valutato soltanto di valore medio, salvo Bremer, Yildiz, e un Thuram, ancora sulla via per diventare un campione.

Per ovviare a questi difetti, era necessario confidare negli acquisti, e nei margini di miglioramento di alcuni elementi, come Di Gregorio, Cambiaso, Conceicao e Vlahovic. Purtroppo, per il momento, 3 acquisti su 4 non stanno facendo la differenza, e cioè Joao Mario, David e Openda, in attesa di conoscere meglio le virtù di Zhegrova. In una situazione di questo genere, qualunque allenatore si sarebbe trovato in difficoltà.

Fatta la premessa, credo che Tudor sia stato fondamentale, nel rigenerare uno spogliatoio, terremotato dalla gestione Motta. Ha trasmesso fiducia, temperamento, juventinità, e uno spirito di gruppo, che si è visto nei finali adrenalinici contro l'Inter, e contro il Borussia Dortmund.

Chi si aspettava da Tudor lo spettacolo, deve tenere conto non solo di quel valore medio dei giocatori, di cui parlavo in precedenza, ma anche del fatto che l'allenatore, pure nelle sue esperienze precedenti, si era sempre rivelato un tecnico tradizionale, pragmatico e risultatista.

Chiedergli, con questa filosofia, un gioco europeista, con la difesa alta, la squadra riversata nella metà campo avversaria, e l'aggressività per 90 minuti, significa non avere capito quello che aveva già dimostrato, nella fase finale della scorsa annata.

Oltretutto, chi a Torino ha cercato di imporre una svolta tattica rivoluzionaria, da Maifredi a Sarri, che pure ha vinto uno scudetto, si è sempre scontrato con l'impossibilità di godere di tempi lunghi, per questo tipo di addestramento dei giocatori. A Torino, infatti, l'esigenza del risultato è, storicamente, pressante.

Tudor, inoltre, è, tatticamente, un integralista, ed io mi sono sempre dissociato da questa categoria di allenatori, pur apprezzando esempi sontuosi, come quello, tanto per fare un nome, di Arrigo Sacchi. Il tecnico croato è partito con un'idea in testa, quella del 3-4-2-1, e non l'ha mai cambiata, salvo un 3-5-2, nel campionato in corso, messo a disposizione, inutilmente, di Koopmeiners, finto trequartista.

Per obiettività bisogna ricordare che Tudor, nei finali di alcuni incontri, come quelli più recenti, ha sfruttato moltissimo i cambi, ed è arrivato a giocare addirittura con 5 uomini avanzati. Il punto, però, è che una volta chiamato ad attuare un modulo diverso dal 3-4-2-1, dall'inizio delle partite, ha sempre preferito rimanere fedele alla propria linea, anche a costo di non valutare altre soluzioni, che sarebbero state sicuramente utili, per sfruttare meglio le risorse dei giocatori.

In conclusione, ritengo che, ferma restando la più totale legittimità delle critiche, sia piuttosto prematuro, dopo appena 5 giornate di campionato, e 1 partita di Champions League, esprimere un giudizio definitivo".