Burdisso saluta la Fiorentina: "Grazie per questi tre anni. Ora Atene"

24.05.2024 22:20 di  Alessandra Stefanelli   vedi letture
Burdisso saluta la Fiorentina: "Grazie per questi tre anni. Ora Atene"
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© foto di Federico De Luca 2024 @fdlcom

Nicolas Burdisso è pronto per salutare la Fiorentina. Il direttore tecnico dei viola ha parlato della sua esperienza con i gigliati al sito ufficiale del club: "Dopo tre anni per me Firenze significa una seconda casa, c'è stato subito un feeling e conferma una tradizione che c'è con gli argentini non solo in campo. Questa società mi ha dato tutto e la libertà per lavorare facendomi sentire in sintonia con le scelte".

Come è nata la scelta?
"La scelta è stata condivisa, ci siamo scelti a vicenda. A maggio-aprile 2021 serviva una persona tecnica ed io un progetto per sviluppare la mia idea sportiva in Europa dopo l'esperienza al Boca. Era un'opportunità perché la Fiorentina voleva crescere, come poi è accaduto".

Come è stato il suo rapporto con Commisso?
"Commisso per me è famiglia, mi hanno fatto sentire questa società e questa città come una famiglia. In questi anni tutto quello che abbiamo vissuto è stato vissuto come per una famiglia, poi lui ha una visione che va oltre e mi sarebbe piaciuto condividere più tempo con lui perché vedo che quando c'è lui cambiano i nostri sguardi e tutto ha una marcia in più".

Il momento più bello di questa sua avventura?
"Ci aspettiamo tutti che sia la prossima settimana ma in questi tre anni abbiamo avuto una crescita costante a livello di calcio e idee e progettazione. Gratificante aver fatto parte di questa crescita. Ora manca solo l'ultima partita"

Un ricordo di Joe Barone?
"Faccio fatico a parlarne senza emozionarmi perché condividevamo più tempo insieme che con le rispettive famiglie, è stato un rapporto autentico e leale. Quando sono arrivato lo conoscevo poco ed abbiamo avuto un confronto molto acceso e per qualche giorno lui era molto freddo e lì ho capito che non contava il mio passato ma dovevo dimostrare di essere una risorsa e sono andato a vedere allora un giocatore lontano e lì abbiamo capito che il nostro doveva essere in sinergia"

Come è stato lavorare con Pradè?
"Abbiamo la stessa visione del calcio, crediamo nei rapporti e nelle competenze. Mi ha dato libertà assoluta in tutto, per me è stato sempre un esempio e un fratello maggiore che mi ha insegnato tanto"

E con Ferrari?
"Lo chiamo il capitano, perché a calcetto lui spesso fa il capitano. Dopo la morte di Joe credo che nessuno conosca le dinamiche di questa società e abbia lavorato in modo silenzioso come Alessandro. Ed ora ha la possibilità di dare il suo marchio e sono fiero di lui, credo sia la persona giusta per guidare la società"

Quale è stata l'operazione di mercato più soddisfacente?
"È sempre stata una condivisione costante, magari posso dire di aver convinto Gonzalez che era seguito da alti club. Mi ha dato soddisfazione però vedere la crescita di kayode, Comuzzo e Martinelli o il percorso di Ranieri. Ma sono fiero di aver portato qui un modo di intendere il lavoro, sempre però in condivisione".

Il Viola Park?
"Prima usavo la parte sportiva, la storia, la tifoseria e la città per convincere i giocatori che andavo a trattare, ora uso anche questo centro sportivo. La Fiorentina può solo far bene perché c'è troppa voglia di crescere. E questo è il mio augurio, che possa continuare a crescere. Era il momento di continuare la mia crescita altrove ma credo che la correttezza nei rapporti e ringraziare tutti, le persone della città e i tifosi".

La finale di Conference?
"Abbiamo un grandissimo vantaggio di aver già fatto una finale e sappiamo quanto fa male non vincere. Abbiamo giocato quasi 120 partite in due anni e 60 trasferte e va sottolineato il grande lavoro che la squadra ha fatto, dai giocatori allo staff a quelli che non si vedono come i magazzinieri"

I tifosi?
"Li ringrazio perché mi hanno dato sempre importanza al mio lavoro e ruolo e per me è stato reciproco. Ho potuto conoscere una città che respira calcio, fare calcio qui è un'esigenza continua e non ci si può accontentare mai. Per me è stata una esperienza forte, bella e radicale. Auguro solo il meglio ai tifosi e alla città".