21 Febbraio 1962: La Juventus espugna il Bernabeu

Il calcio a volte riesce a regalare ai propri tifosi emozioni incredibili, capaci di sovvertire ogni pronostico e di scrivere pagine importanti di storia. E’ quello che successe 47 anni fa, quando allo stadio Bernabeu la Juventus di Parola dovette presentarsi al cospetto del grande Real Madrid. Erano i quarti di Coppa dei Campioni, la competizione calcistica più importante dell’intero globo e gli spagnoli erano già riusciti a conquistarla per la bellezza di 5 volte, non perdendo alcuna gara nelle proprie mura amiche. Se aggiungessimo a queste constatazione il risultato della gara di Torino, un 1-0 per il Real, ci possiamo rendere conto come quello che si sarebbe chiesto alla vecchia signora era di fatto un’autentica impresa. I campioni che si sarebbero dovuti affrontare rispondevano a nomi come Santamaria, Di Stefano, Gento e Puskas, ma tra le nostre fila avevamo forse il giocatore più talentuoso, ma dotato di maggiore sregolatezza:Omar Sivori. L’argentino rappresentava ai tempi tutto ciò che poteva far impazzire ogni tifoso, tra giocate incredibili e comportamenti sopra le righe, non ci si poteva non accorgere di lui.
All’ingresso delle due formazioni sul terreno di gioco si capiva facilmente come i galacticos erano convinti di avere il passaggio del turno in cassaforte ed iniziarono a giocare con una boria inconcepibile in simili palcoscenici, i nostri ragazzi decisero quindi di dare un grosso filo da torcere agli odiati avversari dimostrando una forte determinazione e concentrazione, con tutte le marcature che vennero fatte a uomo. La prestazione era da incorniciare, ma la ciliegina sulla torta è il vantaggio targato Sivori, abile a sfruttare una sponda di testa di Charles e a battere Araquistain. L’episodio gelò tutti i tifosi madrileni, convinti della facilità della partita ora si sarebbero dovuti giocare la qualificazione in assolute condizioni di parità. Gli ultimi minuti della prima frazione di gioco scorrono così veloci. terminando sull’1 a 0.
Nel secondo tempo il Real, colpito profondamente nell’animo, decide di tirare quindi fuori il meglio di sè, dominando il gioco con i propri funamboli per gran parte della gara. La Juve era però consapevole di stare ottenendo qualcosa di indimenticabile e decise così di aumentare notevolmente i propri sforzi, rinforzando ulteriormente la fase difensiva e di colpire con velocissime azioni in contropiede. I minuti sono così contraddistinti da un continuo batti e ribatti, azione su azione e proprio negli ultimi minuti andiamo pure vicinissimi al 2 a 0. La vittoria non ci venne comunque tolta ed al triplice fischio finale, nonostante avremmo dovuto giocare a Parigi lo spareggio definitivo per la qualificazione, tutta la Juve esultò come se fosse riuscita a ribaltare completamente il risultato dell’andata. La pagina scritta venne subito considerata di importanza fondamentale per il calcio internazionale, e poco importa che nella capitale francese fummo sconfitti in un rocambolesco 3 a 1, perché a volte le pagine più belle sono proprio quelle più sofferte, in grado di stabilire un nuovo standard di emozioni.