SOTTOBOSCO - Sentenza politica ma la Juve non farà la guerra. No violenza, protesta tifosi a colpi di mail. Figc vera colpevole, Uefa corresponsabile. Agnelli come Preston Tucker. Ecco perchè vogliono la Juve all'inferno...

23.01.2023 12:31 di  Andrea Bosco   vedi letture
SOTTOBOSCO - Sentenza politica ma la Juve non farà la guerra. No violenza, protesta tifosi a colpi di mail. Figc vera colpevole, Uefa corresponsabile. Agnelli come Preston Tucker. Ecco perchè vogliono la Juve all'inferno...
© foto di Andrea Bosco

di Andrea Bosco 

Senza peli sulla lingua: la Juventus ha fatto di tutto per mettersi nei guai. Per tre anni si  è comportata come se vivesse in un mondo separato.  

L'amico Xavier Jacobelli ha scritto di non essere sicuro che la sentenza  sulle  plusvalenze  (che ha portato alla penalizzazione della Juventus  di 15 punti in classifica)  “sia politica“. Io invece ne sono convinto.  Non parlo di “complotto“ . Parlo di “politica“: che è peggio dei “complotti“ .  

Disse l'allora presidente del Coni, Petrucci nel 2006: “Una società che vince troppo, fa il male del movimento“. 

 Non entro nei dettagli della vicenda: ci vorranno dieci giorni per conoscere le motivazioni. La Juventus farà ricorso al Collegio di Garanzia del Coni che non potrà cambiare la sentenza o mitigarne gli effetti. Ma potrebbe invalidare le conclusioni della Procura Federale per “vizio di forma“. Eventualmente la Juventus potrebbe andare al Tar con procedura d'urgenza. Con l'effetto, in caso di parere  favorevole, di bloccare il campionato. Non lo fece per Calciopoli, e ancora i suoi tifosi, sfiniti da mille inutili (successivi) ricorsi che neppure hanno “sfiorato“ la giustizia, glielo rinfacciano. Non andò alla Corte Europea di Strasburgo per rivendicare  la difesa dei suoi “diritti umani“. Non lo farà neppure questa volta. Se davvero la Juventus avesse in animo di disporsi alla guerra altro dovrebbe essere il livello della protesta. La guerra non puoi farla solo “un pochettino“. I tifosi che hanno fischiato  quasi istericamente il cartellone della Serie A e l'Inno della serie A sono la spia di una esasperazione che sta montando. E della quale la Juventus non può non tenere  conto. 

La cosa più idiota è quella di pensare che la posta in palio sia lo scudetto o un piazzamento in Europa. La posta in palio è il futuro del calcio nostrano. Già depauperato di interesse e qualità. Colonizzato da decine di investitori stranieri. 

 Io la penso come Andreotti: “a pensar male eccetera“. Non escluso quindi che Gravina possa aver firmato  una “cambiale“ a Ceferin.

Federazione e Lega non facciano le verginelle: hanno venduto la Supercoppa italiana  per altri quattro anni, sottraendola ai tifosi. Erano in 500 a Riad impossibilitati a seguire Inter e Milan causa proibitivi  costi della trasferta, in uno  stadio zeppo di figuranti. Lega che sta ipotizzando di vendere una intera giornata di campionato a Riad o agli Emirati Arabi.

L'Uefa si degni di dotarsi di regole che impediscano ad uno stato sovrano di possedere un club. L'Uefa spieghi per quale ragione non ha usato durante il covid, il suo forziere di 4 (quattro!!!) miliardi euro per aiutare i club del continente afflitti non solo da incapacità gestionale. Afflitti da un virus che ha devastato il pianeta. L'Uefa  è corresponsabile della vicenda plusvalenze. Per la quale solo l'Italia ha avuto l'orticaria: non la Spagna, non la Svizzera, non l'Olanda,  non il Belgio, non la Gran Bretagna. Per restare  ai paesi i cui club  hanno fatto con la Juventus plusvalenze. Genia di ipocriti.  Che emettete una sentenza di questo tipo a campionato in corso. Sulle carte di una procura che ancora non è andata di dibattimento. Chinè ha “lucrato” sul lavoro altrui. Arrivando alla follia di sentenziare a campionato in corso. Cambiando ancora una volta  sfacciatamente le regole. Come  sempre, più di sempre. Ci sono molti (ma molti ) tifosi che vorrebbero che la Juventus si iscrivesse ad un campionato diverso da quello italiano. Non è questa la soluzione, a mio parere. La soluzione è costringere il governo a cambiare le regole per l'elezione del presidente federale e per quello della Lega. La soluzione  è   costruire una Federazione che  stacchi i professionisti dai dilettanti.  La vigente  è la più grande delle ipocrisie. Lo Stato si faccia carico del calcio “sociale“: come è giusto. La Federazione e la Lega si occupino di quello dei professionisti.  E arbitri, allenatori, calciatori non votino: il loro voto costituisce  un assurdo.   

Gravina è Don Rodrigo. Chinè si è preso il ruolo del Nibbio. I  giudici della Corte d' Appello Federale, quello degli altri “bravi“.  La Juventus non è Don Abbondio. Ma  dalle tiepide reazioni e dal silenzio della proprietà appare come un velleitario  Renzo.  La strada della (presunta) giustizia federale è lastricata di viscidi conte  Zio, di  “sventurate“ monache di Monza, di monatti . Per venirne a capo non basterà la “divina provvidenza“. Servirà un Innominato  che sia mosso a pietà.  Cerchi la Juventus il suo Innominato al Collegio di Garanzia del Coni . 

 Sedici anni dopo siamo allo stesso punto. Con il “sentire popolare“ che è stato sostituito dal “sentimento manettaro“.  Ha spiegato Chinè  (che per due minuti ha introdotto la sua relazione, per 42 ha sputato veleno sulla Juve  e per zero ( 0 ) secondi  si è occupato delle  società che con la Juventus avevano fatto plusvalenze (a loro nessuna  sanzione , neppure una multa)  che la pena per la Juve doveva  “essere afflittiva“  e che in classifica“  la squadra doveva scendere dietro alla Roma , esclusa dalle coppe“.  A parte l'innegabile “classe“ di Chinè con chi avrebbe fatto le plusvalenze, la Juventus? Con se stessa?  Slealtà sportiva, secondo Chinè e  i  giudici della Corte d'Appello:  la Juve faceva “sistema“. Gli altri? Vispe Terese . “Ricca“ la Juventus. E con la sua “ricchezza“ ha potuto  drogare il  mercato:  trasferimenti e stipendi . Perché mica è finita:  ora la giustizia sportiva (che  continua a evitare di  spiegare come sia mai stato possibile che uno dei suoi vertici arbitrali,  di professione facesse il narcotrafficante)  dovrà esaminare il “dossier stipendi“ della Juve . E subito dopo (o magari in contemporanea) la Procura di Torino porterà in aula uno stuolo di dirigenti per i quali l'accusa (dopo le pene pesantissime già inflitte dalla giustizia sportiva)  potrebbe essere quella di “falso in bilancio“.

Io un giudizio, per quanto pesante, dalla giustizia ordinaria, lo accetterò . Non mi fido della magistratura di questo Paese, ma se la Juve si rivelerà colpevole è giusto  venga spedita all'inferno.  La decisione dei tifosi di disdire i contratti con Dzn e Sky  non credo porterà a  risultati, se non a  quello di danneggiare economicamente  il “sistema“ . Ma contemporaneamente  potrebbe  aizzare  la marea degli “odiatori“ già ampiamente sobillati per questioni  di bottega  da chi dovrebbe solo  "informare“. Ci manca solo che alla Juventus venga addebitato anche il licenziamento di onesti lavoratori che nessuna colpa hanno se non quella di lavorare per gruppi che gestiscono il calcio. La colpa non è della televisioni. La colpa è della Federazione. Che non ha  vigilato, che non ha mai fatto alcuna delle riforme che aveva promesso di fare.  Conosciamo il cuore nero di una Federazione capace di cambiare in corsa le regole a quattro giornate dalla fine di un campionato. Che ora,  avendo la coda di paglia,  si muove  nel segno del  “colpirne uno per educarne cento“ di triste memoria. 

Non si fosse ancora capito, c'è chi vuole che  la Juventus precipiti all'inferno per poi comprarla in saldo.  Magari con qualche tipo di oleosa moneta .  

Odiano la Juventus perché Andrea Agnelli aveva osato ipotizzare il “ futuro “, vale a dire la Superlega. Mal costruita, mal ideata, mal pubblicizzata. Altera, iniqua e spocchiosa.  Ma nel tempo “inevitabile“. Tuttavia  non puoi presentarti  con un progetto che escluda i “poveri“: è un criterio “bieco“.  Ma soprattutto non puoi presentarti con un progetto che  danneggi chi ha in mano  le leve del potere: Fifa e Uefa.  Sarò cinico, ma per farlo, prima li devi eliminare. Ma come noto, eliminare i gattopardi è quasi impossibile. Non sono avvinghiati al potere: sono “il“ potere.  Andrea Agnelli ha fatto quello che nel 1947 fece Preston Tucker progettando l'auto perfetta. La Torpedo che aveva le cinture di sicurezza, un sistema di paraurti che ammortizzava gli impatti ad alta velocità, un faro centrale (oltre ai due laterali) collegato allo sterzo per illuminare la strada quando l'auto curvava . Ne produsse solo 51 esemplari, osteggiato Tucker, anzi cannibalizzato,  dai produttori delle  più importanti case automobilistiche americane.  Portato in tribunale per non aver rispettato, la prima “consegna“ , poi assolto e infine  costretto al fallimento . Era un uomo solo: geniale (aveva progettato durante la seconda guerra mondiale  le torrette trasparenti dei  B25 Mitchell  che sganciavano bombe sulla Germania nazista) e  bullizzato da un sistema che vedeva compromessi i propri  interessi . Era bellissima,  per quei tempi,  la Torpedo di Tucker. Lo è ancora oggi, per la sua linea filante e le numerose innovazioni. Coppola dalla  storia di Tucker ha tratto un film, nel  quale senza mezzi termini accusa le grandi case automobilistiche  dell'epoca di aver sabotato  scientemente una vettura che era, in quella stagione,  all'avanguardia. Oggi è una rarità  da collezionisti. Un esemplare  andato  all'asta nel 2016 è stato battuto  alla cifra di un milione e trecentomila dollari. La Superlega arriverà: tra qualche anno. Quando converrà ai gattopardi. 

Ai lettori  che mi chiedono consigli, ne offro uno solo: inondate di mail, ogni giorno, la posta elettronica del Coni, della Federazione, della Lega, dei quotidiani, delle radio e delle televisioni. Fatevi  sentire. Spiegate che siete stanchi di una giustizia sportiva  che procede a due velocità. Miope con gli amici. Con la vista di Superman con gli “inimici“.  Chinè è il medesimo procuratore che sui “tamponi“ della Lazio, si dispose per un sonnellino. Lo dico con un francesismo: dove rompere le palle a tutti. Educatamente: senza disporvi a insulti e  minacce che sono contro la legge. E vi porterebbero solo guai.   

Quanto al sottoscritto: intanto ridurrò la mia produzione. Questo è l'ultimo Sottobosco che scrivo . Vedremo per l'Imboscata . Se vuoi far parte dell'” idrografia “ mi disse una volta un vecchio democristiano, “ inevitabilmente devi prevedere di poterti bagnare “ . Bagnare, sì : vivere nel guano,  no .  Sono schizzinoso .  

La partita . Il risultato di parità  è giusto. Frutto di clamorosi errori da entrambe le parti . L'Atalanta con più gamba, la Juventus con la difesa che sembra essere tornata quella  di inizio stagione : stordita .E con il  solito centrocampo che neppure ( vero Miretti ? ) con la porta spalancata  riesce a far gol . Ma resta apprezzabile il lavoro di Allegri: nessuno vorrebbe essere al suo posto ( sia pure con il suo stipendio ) con una squadra sbattuta fuori dalla zone coppe, con la prospettiva di ulteriori penalizzazioni, con l'inutilità ( eventuale )  dei risultati  acquisiti sul campo. Sotto questo profilo Allegri risulta eroico : provate voi ad andare a lavorare per un giornale  del quale siete consapevoli che il giorno dopo, potrebbe non essere in edicola . La Juventus ha annunciato Calvo a livello dirigenziale, per turare la “ falla “ Cherubini. Perché , punti di penalizzazione a parte, Chinè ha ( finora )  commesso il “ delitto perfetto “ .  Con la squalifica di Cherubini ( oltre a  quelle degli altri dirigenti ) la Juventus secondo Chinè non dovrebbe fare “ mercato “. A meno di non mettere sotto contratto nuove  figure professionali. Si chiama Calvo ed è una persona stimata a Torino . Il fatto è che oggi la Juventus non ha bisogno di un “ calvo “. Avrebbe bisogno  di un Don Santiago Querquer : uno scalphunter .