L'IMBOSCATA - L'incancellabile colpa di Sarri. Il tempo alla Juve finisce in fretta, la dirigenza lo svegli (e si svegli). Colpo Haaland? Ecco perchè i bianconeri vogliono puntare subito su di lui, nonostante l'HDR...

27.12.2019 00:10 di  Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - L'incancellabile colpa di Sarri. Il tempo alla Juve finisce in fretta, la dirigenza lo svegli (e si svegli). Colpo Haaland? Ecco perchè i bianconeri vogliono puntare subito su di lui, nonostante l'HDR...

 Maurizio Sarri si porterà appresso una incancellabile colpa: quella di aver fatto trascorrere al popolo bianconero un pessimo Natale.

Simone Inzaghi – Maurizio Sarri: due a zero e palla al centro. 

 Inzaghi: che nessuno chiama “maestro". Per il quale Arrigo Sacchi non si è mai speso.

 Gioca all'italiana, Inzaghi. La Lazio in contropiede è micidiale.

Contropiede: quello che la Juventus non pratica più.

La Lazio ha vinto con merito. La Juventus ha giocato male.

Carta canta: La Juve becca più gol delle passate stagioni e ne segna di meno. E dopo sei mesi la Juve “gioca“ per trenta minuti al massimo. Poi si accende la “spia“  della “riserva“.

 Di “dogmi” e di integralismo si può calcisticamente  “morire“ .

Vincere, "convincendo“: solo parole.

 Se “convinci” ma i tre punti li prende l'avversario, hai fallito.  La domenica è sempre  "maledetta“. Anche quando vinci: figuriamoci quando perdi.

Chi “convince“ si prende la prima pagina. Ma chi “vince“ resta nell'albo d'oro. 

 Il resto è chiacchiera. Quella di chi ha avuto a disposizione aragosta, caviale e champagne ma che reputa che avrebbe preparato una gran cena anche con patate e fagioli. 

 C'era una volta un allenatore (vincente) che era diventato il Verbo. Talmente convinto di esserlo (il Verbo) da  chiedere al suo presidente la testa del suo centravanti. Il  più forte del mondo, in quel momento. Il proprietario di quel club dopo averlo ascoltato, rispose: “ Passi alla cassa, mister. Grazie per il suo lavoro“. E' accaduto in Italia: qualche anno fa. 

Pare che al posto di Mandzukic (manca il croato e mancherà)  arriverà Haaland gestito da Mino Raiola.

 C'è chi si è chiesto cosa mai se ne farebbe (se arriverà ) la Juventus di Haaland. Ridicola domanda. Lo metterebbe in mezzo a fare a sportellate per creare spazi a Ronaldo. Quello che né Higuain, né Dybala sono “fisicamente” in grado di fare. Quello che sapeva fare Mandzukic . 

Le scuse stanno a zero: siamo a fine dicembre e il gioco della Juve latita. Si dirà: ci sono i risultati. Certo, il primato in campionato (in coabitazione)  e nel girone di Champions. Ma quante volte i guai sono stati risolti dalle giocate individuali?

Era arrivato, probabilmente, il momento di cambiare. Ma un buon allenatore non si vede dagli schemi, da quella abusata parola, “ filosofia”. Un buon allenatore non impone  mantra. Un buon allenatore adatta il gioco alle caratteristiche dei giocatori. E soprattutto evita di prendersi troppo sul serio. Andare in campo con righello e compasso finisce col “castrare” i giocatori. 

Benché nelle interviste non abbia detto una sola volta “ho sbagliato“, auto-assolvendosi (con la stanchezza della squadra, con “bisogna curare i dettagli” , con le lapalissiane riflessioni che circolano in questi casi) la verità resta una sola. Era il primo trofeo a disposizione e Sarri l'ha perso. 

 La Juventus sembra una cicala, non una formica . Sembra una pila che si scarica presto.

Tempo scaduto. Dice Sarri: “ Al Liverpool ci hanno messo anni per arrivare in cima alla piramide“ . Beh, la Juventus non è il Liverpool .

 Alla Juve il “tempo“ finisce in fretta.

 Se poi il tuo competitor in campionato si chiama Inter e il suo allenatore si chiama Conte, il tuo  tempo” è già scaduto .

 Abiuri, Sarri, e giochi a tre in difesa. 

 Aveva dato, Sarri, avvisaglie di integralismo “ravveduto“: ci ero cascato.  Era solo uno specchietto per le allodole.

 Sarri è un fondamentalista. Uno che anteporrà sempre le sue idee di gioco agli uomini. Ma per vincere non serve un sestante: serve una bussola . 

La dirigenza lo svegli. 

 E si svegli: concedere alla Lazio una settimana di riposo, rispetto ai due giorni avuti dalla Juventus senza dire beo è stata una defaillance politica. Aver accettato di “riesumare“ Abete in Lega, sconcertante. Qualcuno l'avesse dimenticato Abete è l'uomo che “decise di non decidere“ .

Spieghi la dirigenza a Sarri, il giro del fumo: sentirlo affermare nel post gara di aver visto il giorno prima, il miglior allenamento di tutta la stagione, è cosa inascoltabile.

Ma non escludo che avendo operato  in terra d'Arabia, Sarri sia stato vittima di un miraggio. A quelle latitudini sono frequenti.