SOTTOBOSCO - Tre stagioni perse (forse 4) inseguendo chimere. Il grande errore di Agnelli. Per Tare Juve tecnicamente fallita, ma c'è una differenza con le altre società. Sconcerti, Alessandro Magno e la monarchia bianconera...

17.10.2022 00:55 di  Andrea Bosco   vedi letture
SOTTOBOSCO - Tre stagioni perse (forse 4) inseguendo chimere. Il grande errore di Agnelli. Per Tare Juve tecnicamente fallita, ma c'è una differenza con le altre società. Sconcerti, Alessandro Magno e la monarchia bianconera...

di Andrea Bosco

La lettura degli editoriali di  Mario Sconcerti è sempre un esercizio affascinante. “Juventus vittima della Storia“ ha scritto sul Corriere della Sera. “Dopo nove  scudetti di fila era inevitabile che  la Juve non potesse essere più se stessa: i grandi imperi da Ciro ad Alessandro si sono alle fine sgretolati“.

Esemplare. Con una postilla,  per conoscenza  (stante i miei studi ) della storia greca. Alessandro  continuò a vincere e ad espandersi  fino a quando andò in battaglia accanto ai suoi uomini. Fino a quando diresse quasi personalmente la propaganda (attraverso  Callistene,  “inviato speciale“ di quei  tempi): fino a quando promosse  l'integrazione tra popoli per cultura e religione assai diversi. Quando smise di farlo,  il suo immenso impero  cominciò  a vacillare. Alla sua morte, sgretolandosi. Sarei temerario ad associare Andrea Agnelli ad Alessandro Magno (anche se temo che una idea di onnipotenza l'abbia in qualche occasione sfiorato), ma è fuori di discussione che come l'impero di Alessandro, anche la  Juventus abbia cominciato a funzionare male quando Andrea Agnelli ha iniziato a “delegare“. La  Juventus è una monarchia. I re non “delegano“: regnano.  Ha ragione Mario Sconcerti: la Juve è vittima della sua  Storia. Ma (in una situazione  pronosticabile), la Juventus ha cercato di arginare quella storia  con delle “pezze“ . Evitando di prendere  atto che solo con una vera rivoluzione avrebbe potuto rigenerarsi. Il peccato è stato quello di aver perso tre stagioni (e con questa saranno probabilmente  quattro)  inseguendo chimere:  progetti cavalcati e rapidamente ripudiati. Spendendo tra l'altro, inutilmente, una barca di denaro: che ha appesantito il suo bilancio.  La Juve sarà anche “tecnicamente fallita“ come sentenzia Tare. Ma ha una proprietà in grado di ripianare (come ha fatto in passato) qualsiasi tipo di debito. La differenza tra la Juve e le altre è questa. Una proprietà che da cento anni “veglia“ sulla sua creatura: un unicum. Ma oggi  la Juve è nuda. Ha vinto il derby contro un Torino privo del  proverbiale tremendismo. Ha preso un brodino, dopo una seria influenza : non è detto sia guarita . Ha già avuto, nel recente passato,  “ricadute” .  Agnelli ha avuto coraggio a  pronunciare la parola “vergogna“ . E forse quella parola è  stata  una salutare  frustata. Ma non ha parlato dei suoi  errori. Né  di quelli (ancora più numerosi) del suo allenatore.  L'auspicio è che ora la Juventus possa sfruttare le due gare, non impossibili sulla carta, contro Empoli e Lecce (prima del match  - probabilmente “ghigliottina“ -   di Lisbona ) per rinsanguare la sua anemica classifica.

In Champion's  al 95% la Juve è fuori. Ma nel calcio i suicidi  avvengono. E questo giornalista ne ha visti parecchi. Il verbo che gira alla Continassa è comunque,  “uniti“ . Ma non è così. Gira voce che Bonucci (non nuovo a scontri con Allegri: indimenticabile il celebre “sgabello“ punitivo in Champion's) abbia chiesto la cessione, già a gennaio . Gira voce che alcuni giocatori sarebbero in  contrasto con l'allenatore. Che magari avrà tutte le ragioni del mondo (quel “ho trovato macerie“ detto ai più fidati amici nelle settimane successive al suo ritorno,  oggi potrebbe assumere un significato più preciso) . Ma che non può permettersi di avere uno spogliatoio che non lo stima: deve trovare il modo di riconquistarlo .  La mia idea (e le parole di Mario Sconcerti in buona misura la confermano) è che la Juventus conosciuta dagli appassionati e dai cronisti di antico pelo non esista  più. Servirà azzerare quanto in tre stagioni e mezza non è stato fatto. Servirà convincersi che non dai Rabiot ( che a gennaio firmerà per altro club ) puoi ripartire, ma piuttosto dai Miretti.  Escludendo il quale fai il danno della società. Se a fine stagione lo confermerai in rosa, centellinandone le presenze, lo azzopperai nella crescita. Se deciderai di cederlo, lo cederai (continuando a tenerlo in naftalina, lui come i Fagioli, come i Gatti)  ad un valore deprezzato. Sono nato a Venezia, terra di mercanti : la  pratica della gestione della “merce“ , questo mi suggerisce .