L'IMBOSCATA - Spalleggiano l'accusa e oscurano la difesa: così i media orientano l'opinione pubblica. I tifosi si mobilitino. C'è un modo per mettere in imbarazzo Ceferin e Gravina. Il caso Giraudo e il diritto alla difesa (oltre il Coni)

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
03.03.2023 00:58 di  Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - Spalleggiano l'accusa e oscurano la difesa: così i media orientano l'opinione pubblica. I tifosi si mobilitino. C'è un modo per mettere in imbarazzo Ceferin e Gravina. Il caso Giraudo e il diritto alla difesa (oltre il Coni)
© foto di Andrea Bosco

di Andrea Bosco 

Io non so se la Juventus abbia commesso irregolarità  tanto clamorose da arrischiare persino la retrocessione. Se le ha commesse dovrà necessariamente risponderne. In tutte le sedi competenti. Alla giustizia (ordinaria e sportiva), ai propri azionisti e ai propri tifosi.

Non deve (e non dovrebbe) viceversa risponderne ai media. Per il semplice motivo che una parte consistente dei media si è fin da subito schierata: contro la Juventus. Facendo quanto una libera e seria informazione mai dovrebbe fare: i processi prima che vengano dibattuti in aula .

E' un antico “peccato“  quello dell' informazione italiana di spalleggiare le procure. Di dare visibilità a quanto dalle procure esce. Nessuno osi “spiegare“ che ininfluenti cancellieri fanno uscire da quelle procure le carte degli interrogatori, i contenuti delle intercettazioni. Anche quando non siano state depositate e quindi  rese  “pubbliche“. Pubblicabili è un discorso che attiene all'etica di ogni giornale, ogni televisione, ogni radio. Per quanto riguarda il web è  ancora un altro  discorso. Perché il web è una cloaca dove l'etica viene sistematicamente stuprata. Non i cancellieri:   “altri“  fanno uscire quelle intercettazioni che dovrebbero essere secretate. Altri:  che hanno interesse ad orientare la pubblica opinione prima che i processi vengano celebrati. E' una barbarie che “quei“ contenuti, vengano divulgati. Ma pare che questa sia diventata una fetida prassi.

I tifosi della Juventus  invece di indignarsi per i “cinguettii“ pelosi di chi “sputtanatissimo“  conta  un tubo, dovrebbero mobilitare la propria protesta  verso quei giornali che non hanno dato conto del ricorso presentato al Coni dalla Juventus. Ma che anzi, nel giorno in cui le posizioni difensive ufficiali da parte della società bianconera erano state  rese note, hanno preferito riempire le proprie pagine con il racconto (alla procura)  di una ex dirigente della Juventus.

“Omettere“, di fatto ha schierato il giornale. Io non so se – come qualcuno ha ipotizzato – l'ordine sia venuto dall'editore. Sarebbe terribile se un giornale si facesse fare la scaletta dall'editore. Non ci credo. Credo piuttosto che come nelle procure (e ovunque), anche (anzi, soprattutto) nei media i giornalisti siano anche dei tifosi. Qualcuno potrebbe dire: anche lei, signor Bosco. Non l'ho mai negato. Ma spero mi si riconosca l'onestà intellettuale di non aver mai nascosto le “magagne“ della Juventus. Spero si voglia  tenere conto delle infinite critiche che alla società ho rifilato: senza sconti. Non mi paga la Juventus. Non ho mai chiesto favori alla Juventus. A Natale non ricevo gli auguri da parte della società. Questo, per chiarire.  

Ci sono media  apparentemente più “indulgenti“. Organi di informazione che  esaminano il “ricorso“ da un punto di vista oggettivo e non soggettivo. Salvo concludere che: “altra faccenda sarà il filone relativo agli stipendi, rispetto a quello delle plusvalenze. Lì, la Juventus non avrà scampo: serie B da non escludere“ .

E spiegano che il problema sono le “intercettazioni“. Che magari sono state effettuate senza rispettare i crismi del codice penale. Ma che essendo state divulgate e rese pubbliche sui media, ora rappresentano la “verità“. Non importa se il contenuto di quelle intercettazioni, reso pubblico, sia magari  decontestualizzato,  monco, parziale. Il fatto di essere stato sbattuto in prima pagina, lo rende “vero“.

Tutto il resto è relativo. Il “sonno“ profondo delle altre procure italiane, rispetto all'attivismo frenetico di quella Torinoì: scrivere 14.000 pagine è una fatica titanica. L'idea bizzarra che la Juventus abbia fatto le “plusvalenze“ con se stessa. L'idea oscena  che la giustizia sportiva non debba essere “giusta“: solo veloce. 

Io non ho competenze giuridiche. E non ho letto le carte dell'inchiesta. Ma ho letto le motivazioni: fanno acqua da tutte le parti. E sono inique. Per  quanto non hanno rispettato un principio universale, valido (teoricamente) persino nelle dittature. E vale a dire che a  un imputato sia  garantita la possibilità di difendersi. Prima o dopo il Tribunale di Strasburgo (che ha accettato di discuterlo) dovrà esaminare il ricorso di Antonio Giraudo, che a quel “foro” ha lamentato (ai tempi di Calciopoli) di aver visto  violati i propri  “diritti umani“. Con  un processo troppo celere per potersi difendere. E sviluppatosi a senso unico. Come ammise, del resto,  uno dei giudici di quel collegio: “giudicammo sull'onda del sentire popolare“.

 L'ipotesi di reato contestata a Torino (dalla giustizia ordinaria), quella di “falso in bilancio“ è  viceversa, talmente grave che se, assodata, la Juventus difficilmente  potrà evitare di  finire all' Inferno. Ma quel giudizio sarà emesso successivamente a quelli sportivi. E vale la pena rammentare che in Italia, i gradi di giudizio sono tre: primo, appello, cassazione. Ci vorranno anni prima di arrivare a conclusione. Non così la giustizia sportiva che si reputa una “enclave“  intangibile. Dove  giudici, non infrequentemente “tifosi“ e  che magari non si sono mai occupati di contabilità, emettono giudizi (e pene) a campionato in corso. Antica infamia:  al pari del cambiamento in corsa delle regole (Nakata chi era costui?).  Per capirci: la procura federale ha decurtato dopo sommaria analisi (leggendo, con i razzi nel fondoschiena,  le 14.000 pagine  inviate dalla procura di Torino)  i punti in classifica della Juventus. Ma il ricorso della società bianconera, verrà  discusso, solo ad aprile. Con il campionato ormai agli sgoccioli.

Ergo, dal punto di vista sportivo, la Juventus  (attualmente al settimo posto in classifica) e lontanissima dalla zona Champion's, ha solo una alternativa per far sfarinare  alla Figc e all'Uefa, la tela del ragno nella quale (anche per proprie responsabilità) è stata avviluppata: vincerle tutte. Vincere in Italia e vincere l'Europa League. Il Napoli non è raggiungibile e con merito vincerà il titolo. Ma il quarto posto è (sulla carta)  raggiungibile. E benché  l'Arsenal sembri  destinato ad incamerare l'Europa League, la Juventus recuperando Pogba e Chiesa, con i suoi Di Maria, Vlahovic, Kostic. Cuadrado, con i suoi giovani,  potrebbe davvero fare filotto. Mettendo in fortissimo imbarazzo Ceferin e Gravina.

La protesta dei tifosi che hanno disdetto gli abbonamenti (e che stanno facendo preoccupare il Palazzo) ha una  ratio  che, personalmente,  non condivido. Meno abbonati significa anche, riduzione dei posti di lavoro.  Dovesse mettersi male, la Juventus potrebbe  giocarsi  il ricorso al  Tribunale Regionale. Non credo che stavolta si appaleserebbe un Luca Cordero di Montezemolo a “consigliare“ ( Blatter dixit )  di non “adire al Tar“. Era il 2006: sempre meglio ricordare come andarono le cose. 

Dopo la vittoria (di nervi, di fisico, anche di qualità)  nel derby , la Juventus è chiamata a  ripetersi a Roma. Dove Josè Mourinho ha già biecamente “ preparato“  il terreno. Imbufalito  per l'ennesima sconfitta, ha fatto di tutto per farsi espellere. Salvo chiamare in causa il quarto uomo (il Serra che clamorosamente sbagliò la scorsa stagione penalizzando il Milan)  insinuando. “Non voglio dire, ma Serra è di Torino...“. Vecchia tattica di un uomo che “non è un pirla“ ma neppure quel gentleman accreditato dai suoi adoratori.. La storia del portoghese è  zeppa di espulsioni, di provocazioni, di vergognose  insinuazioni, di risse verbali con gli avversari: Mourinho è un provocatore. 

Tecnica collaudata per distogliere l'attenzione dalle deludenti prestazioni delle sue squadre. 

Volete saperlo? Esaminando la  “querelle“, spiegando che “l'atteggiamento di Serra con le mani in tasca“ non  sarebbe piaciuto alla Federazione, un grande giornale italiano  non ha scritto una riga  sulle insinuazioni di Mourinho nel post Cremonese- Roma. Sulla graticola (un altro quotidiano ha chiesto che le due giornate di squalifica al portoghese , vengano cancellate)  più che il linguacciuto don Josè,  è finito il quarto uomo, Serra. E poi si meravigliano se i giornali  risultano in crisi di vendite. In ogni caso, di peggio ha fatto la procura federale. Che - film già visto-  ha avviato una inchiesta. In fondo materiale ce n'è. Giuseppe Pecoraro, cuore partenopeo,  avviò da procuratore federale  una inchiesta per sapere per quale motivo un arbitro (casualmente  in un Cagliari – Juventus) non avesse fischiato un fuorigioco.  O forse perché lo avesse fischiato. Le cose surreali tendo a dimenticarle. Non esiste un audio per Cremonese- Roma . Ma pare ci siano immagini  con il labiale del quarto uomo. Quelle relative a  Mourinho? Se ci sono, potrebbero sparire. Come i filmati  del sorteggio arbitrale  (prove dell'accusa) al tribunale di Napoli nel processo contro Luciano Moggi. Evaporati, quando la difesa di Moggi, chiese di esaminarli. Sostituiti  dai pm  Beatrice e Narducci, senza un filo di vergogna, con delle diapositive. 

Ah: Gabriele Gravina dovrebbe dimettersi . Il perché , i lettori dell'” Imboscata “ lo conoscono.  Non serve mi ripeta.