LA PROMESSA MANTENUTA DI ANTONIO CONTE

23.05.2012 21:30 di  Thomas Bertacchini   vedi letture
LA PROMESSA MANTENUTA DI ANTONIO CONTE
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Una curiosa coincidenza legata ai numeri mostra come Antonio Conte, 42 anni, tecnico della Juventus campione d'Italia, abbia perso l'imbattibilità stagionale alla guida della sua squadra dopo aver disputato 42 gare concluse con vittorie e pareggi.

Il mese di maggio che si avvia alla conclusione è stato denso di avvenimenti importanti per i colori bianconeri: il 6 maggio 2012 la Vecchia Signora ha conquistato matematicamente il tricolore a Trieste, il 13 ha festeggiato l'evento assieme ai propri tifosi a Torino mentre  la settimana immediatamente successiva, a Roma, è caduta rovinosamente contro il Napoli in finale di Coppa Italia. Ultima tappa, questa, di una corsa indimenticabile.

Dopo diversi anni Madama è tornata quindi a sedersi al tavolo delle vincenti, per poi fare piazza pulita lasciando soltanto le briciole agli altri commensali invitati. Sino al momento del dessert, allorquando la formazione campana allenata da Mazzarri le ha sfilato da sotto il naso l'ultima fetta di torta. Conte non l'ha presa bene: "Mi brucia perdere e quando succede preferisco stare tranquillo e fare decompressione dentro il mio stanzino". Il giorno in cui i giocatori juventini assorbiranno "in toto" la sua voglia di vincere le probabilità che possano accusare cali di tensione in vista del traguardo finale si ridurranno al minimo.

Aprendo l'album della storia ultracentenaria della Vecchia Signora, e considerando il periodo compreso tra il campionato di serie A 1929/30 (il primo disputato con la formula del girone unico) e quello appena concluso, si può notare come solamente in due occasioni era riuscita a portarli a termine con una sconfitta: accadde nelle stagioni 1977/78 e 2005/06.

Domenica 2 ottobre 1977, allo stadio "Olimpico" di Roma, una doppietta di Giordano ed una rete messa a segno da Garlaschelli consentì alla Lazio di piegare la Juventus alla quarta giornata del girone di andata. Madama, campione d'Italia in carica e detentrice della coppa UEFA (vinta con una formazione composta esclusivamente da giocatori italiani), avrebbe poi bissato il successo in campionato ottenuto l'anno precedente senza subire altri incidenti di percorso.

Nella stagione del 2005/06, invece, dopo una serie iniziale di nove vittorie consecutive la Vecchia Signora venne fermata a "San Siro" dal Milan il 29 ottobre 2005, col risultato di 3-1. L'autore del terzo goal dei rossoneri fu Andrea Pirlo, attuale guida in campo della Juventus. Soltanto lo scoppio di Calciopoli cambiò i connotati all'impressionante marcia tenuta dallo squadrone allenato da Fabio Capello, che arrivò ad accumulare, a fine corsa, la bellezza di 91 punti.

Partita con premesse ben diverse da quelle imposte dal nome che porta, Madama è riuscita a conquistare nuovamente uno scudetto migliorando se stessa.
Se il ritorno di un Agnelli al timone della Juventus stuzzicava la fantasia dei tifosi e agitava molti cuori, la triste classifica del primo campionato del nuovo corso aveva riportato tutti con i piedi per terra.
Al secondo tentativo, invece, il bersaglio è stato centrato in pieno, senza - peraltro - subire sconfitte.

Il punto di partenza ha una data ben precisa: 31 maggio 2011, giorno della firma del contratto che lega nuovamente Conte alla Vecchia Signora. Nel corso della conferenza stampa in cui veniva reso ufficiale l'accordo i giornalisti presenti in sala gli domandarono "In quanto tempo pensa di riportare la Juventus ai vertici del calcio italiano?".
La risposta, anche e soprattutto se riletta a distanza di quasi un anno, non ammise repliche: "Chi ha tempo non aspetti tempo. La storia della Juve dice che qui bisogna vincere, e basta. A noi il compito di lavorare duro, con sacrificio, per non tradire questa storia e riportare la Juve dove merita. Subito".

Compiuta la missione, adesso a Madama non resta che varcare il confine dell'Italia per misurarsi con l'Europa del calcio che conta.
Possibilmente non alzandosi più dal tavolo delle vincenti.
Restando seduta, questa volta, sino alla fine.