La mancata rivoluzione di Maurizio Sarri quattro anni dopo
Maurizio Sarri come Thiago Motta? La risposta la dà il diretto interessato. "Sono film diversi. Quando sono arrivato io, alla Juventus non c’erano i presupposti per una rivoluzione culturale. In questo momento, invece, penso ci siano. Siamo all’inizio, ma a sprazzi si vede la volontà di Motta di fare qualcosa di diverso". C'è un però, al netto della differenza della pellicola. Ed è quello di uno "stile" che sarà pure formalità, ma che ha sempre contraddistinto, nel corso dei decenni, la Juve. Quella signorilità che Sarri non ha mai ricercato né voluto, preferendo il rustico "pane al pane, vino al vino", che è certamente lodevole in alcune circostanze, ma che in certi ambienti rischiano di essere la tua croce.
Poi ci sono anche situazioni che sembrano contingenti ma che, in realtà, cambiano la prospettiva. Thiago Motta ha dalla sua il management e la proprietà, non è un rincalzo. È una scelta portata avanti sin da gennaio. Come Koopmeiners del resto. Sarri invece era l'opzione del momento, sperando nel cambio di prospettiva con Guardiola o Zidane, saltati entrambi, per poi puntuare su chi aveva appena vinto l'Europa League. Ma fino al giorno prima era il nemico pubblico numero uno. Thiago ha giocato nell'Inter del triplete, ma non ha mai avuto parole al fiele per la Juve. Sembrerebbe poco, ma non è assolutamente così.
Infine la questione CR7. "Ronaldo con me ha fatto la sua migliore stagione realizzativa in Italia: 37 gol tra campionato e Coppe. Con Giuntoli abbiamo fatto grandi cose nei 3 anni a Napoli. Il top sarebbe avere i due Cristiano contemporaneamente". I numeri sono indubitabili e Sarri probabilmente dovrebbe essere - almeno per come è stato trattato - un minimo riconsiderato. Però è indubbio anche che con Cristiano non sia mai scoccato l'amore e che l'eliminazione con l'Olympique Lione sia stata uno shock. Altrimenti Sarri probabilmente avrebbe avuto un altro anno di apprendistato in casa Juve. Si spera che Thiago possa fare anche meglio. Non sarà facile, almeno al primo anno.