L'OBIETTIVO DELLA NUOVA JUVE? BATTERE IL LECH POZNAN

La classifica deficitaria, la paura di non arrivare in zona-Champions League a fine campionato, le recenti dichiarazioni di Del Neri e Marotta. E la partita contro il Lech Poznan di domani sera...
15.09.2010 21:45 di Thomas Bertacchini   vedi letture
L'OBIETTIVO DELLA NUOVA JUVE? BATTERE IL LECH POZNAN
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© foto di ALBERTO LINGRIA

Ora non resta che giocare, e vedere cosa accadrà.
Dopo aver vivisezionato e analizzato l'incontro con la Sampdoria sotto tutti gli aspetti, adesso dalla Juventus si attendono miglioramenti già dalla prossima gara in Europa League di domani contro il Lech Poznan.
Senza Aquilani e Quagliarella, (molto) probabilmente con il rientro di Iaquinta, sicuramente con l’utilizzo del turnover tra i giocatori.

Si aspettava l'inizio dell'ormai famoso tour de force per poter sviluppare nuovi argomenti di discussione: dopo i fuochi d'artificio (mancati) del calciomercato estivo e la settimana di sosta per gli impegni delle nazionali, ci si ritrova adesso con un'atmosfera anestetizzata dal pareggio casalingo in campionato e da quel solitario punticino in classifica che fa "poco" Juve e "molto" strano. Oltre che paura.

L'impegno contro i polacchi è imminente, perdere non piace a nessuno, quella di vincere è un'abitudine da recuperare al più presto, l’importante - però - è non scordare che soltanto attraverso un piazzamento finale (in serie A) che consenta di partecipare alla prossima Champions League si possono ottenere i finanziamenti indispensabili a (ri)costuire una squadra altamente competitiva.

I giorni scorsi si è fatto un gran parlare del (probabilissimo) ritorno di Pavel Nedved in seno alla società, nella veste di dirigente. Al di là di ogni considerazione sull’effettivo ruolo che potrebbe/dovrebbe andare a ricoprire, sono moltissimi gli aneddoti che lo riguardano scaturiti durante il periodo che - da giocatore - ha trascorso all’interno dell’ambiente bianconero.

Preso a caso dall’album dei ricordi: nel corso di un allenamento a Vinovo, verso la metà del mese di marzo del 2008, andò in escandescenza per non essere riuscito a raggiungere un cross del compagno di squadra Sissoko. Se ne uscì dal campo, infuriato, gettando la maglietta a terra, per dirigersi verso gli spogliatoi.
Una volta sbollita la rabbia rilasciò questa dichiarazione: "Sono fatto così, non mi piace perdere neanche in allenamento, ormai il mio carattere è questo ed è troppo tardi per cambiarlo. Però ho sempre pagato per i miei sbagli".

Quando sei alla Juventus esistono soltanto due verbi: partecipare e vincere.
In silenzio. Perchè sono i fatti che devono parlare.
Con le parole non vinci le partite. Anzi: rischi di illudere, o dare adito a (facili) polemiche.

Meglio lasciar perdere discorsi su "progetti" o "rinnovamenti": è una squadra nuova, con i problemi tipici di chi indossa un nuovo vestito senza avere preso tutte le misure. Solo provandolo ci si accorge dei punti dove è necessario intervenire. Anzi: dove si dovrà intervenire. Niente di strano: è ovvio che quando si parla di una società come quella bianconera, nel bene così come nel male, tutto assume proporzioni esagerate. Quello che le è capitato nel recente passato (da 2006 in poi) ha contribuito ad elevare la tensione che accompagna qualsiasi episodio che la riguarda all’ennesima potenza.

L’obiettivo della Juventus di oggi? Battere il Lech Poznan.
Quello di venerdì? Portare a casa i primi 3 punti da Udine nella prossima gara di campionato.

Conquistare lo scudetto? Arrivare secondi o terzi?
No: vincere le partite nel sottopassaggio che conduce al campo, prima ancora di iniziarle.
Vorrebbe dire che la Vecchia Signora è veramente tornata.

In questi giorni ci si sta perdendo nel guardarsi la punta dei piedi, quando invece occorrerebbe fissare negli occhi l’avversario di turno e provare ad imporsi il maggior numero di volte possibile. Senza pensieri. E parole.

Lo meriterebbero i tifosi. Non solo i venti-venticinquemila che vanno allo stadio, ma anche quei milioni che sono quattro anni che aspettano di riavere indietro i loro titoli. E la loro squadra.