Juventus-Inter: ora si gioca

Dopo che la deposizione di Rosario Coppola al processo di Napoli ha ulteriormente accentuato l'attesa per la partita di stasera, ora si gioca
05.12.2009 15:00 di  Thomas Bertacchini   vedi letture
Juventus-Inter: ora si gioca
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© foto di Filippo Gabutti

Meglio Charlize Theron come madrina dei sorteggi dei gironi del prossimo mondiale piuttosto di Heidi Klum (Germania 2006): il gruppo con Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia è altra cosa rispetto a quello composto da Ghana, Stati Uniti e Messico, apripista ad un mondiale vinto nella magica serata di Berlino. Ora all’Italia (e al c.t. Lippi) non resterà che fare l’Italia. Dagli ottavi in poi, altra musica: ci si penserà "se" e "quando" sarà il momento.

Quella di ieri avrebbe dovuto essere una giornata nella quale lo show per la composizione del tabellone di "Sudafrica 2010" avrebbe dovuto spartirsi il primo posto in tutti i notiziari, in rete ed in televisione, al pari della partitissima Juventus-Inter. Tal Rosario Coppola (ex guardalinee) ha finito con lo stravolgere il tutto. Raccontava cose interessanti, nell’ormai lontano 2006: nessuno, però, gli prestò attenzione. Succede, quando si va controcorrente (mediatica). Sino a quando, chiamato ieri in qualità di testimone dell’accusa (altro boomerang…) nel processo di Napoli, ha finito per tirare in ballo la stessa Inter, citando l’esempio di una partita giocata dai nerazzurri contro il Venezia nel settembre del 2001, allorquando ricevette sollecitazioni per ammorbidire il referto sull'espulsione dell'interista Cordoba (reo di aver colpito l’allora giocatore dei lagunari Bettarini al 34’ del primo tempo). Di quale campionato si tratta? Beh, di quello che si concluse con il famoso 5 maggio 2002… Le trascrizioni fatte a mano (?) dai Carabinieri del contenuto delle telefonate intercettate, l’attribuzione delle famose schede SIM svizzere agli imputati… Il processo sta iniziando a svelare talmente tante contraddizioni e stranezze rispetto alle tesi dell’impianto accusatorio, che ormai anche i media non possono fare a meno di interessarsene. "Una sentenza pazzesca": in merito a Calciopoli, Enzo Biagi, a suo tempo, disse quello che tutti volevano negare.

Si gioca anche, stasera. Juventus-Inter non vive soltanto di episodi e polemiche fuori dal campo: per almeno due volte in una stagione ci si incrocia guardandosi dritti negli occhi anche all’interno del prato verde. Ci sarà Saccani ad arbitrare (il migliore tra i peggiori cui affidare questa partita, data la sua particolare sfortuna quando arbitra i bianconeri); non sarà della partita, invece, Maicon: il regolamento, senza sollecitazioni, è uguale per tutti. "Rombo" contro "rombo" a centrocampo, Diego senza il corrispettivo Sneijder: le entrate da inserire nel bilancio sono importanti, col Rubin Kazan (in Champions League) si giocano la stagione anche gli avversari. Ferrara contro Mourinho: il tecnico principiante contro l’esperto che guadagna dodici volte il suo stipendio annuo.

Riflettori puntati sull’Olimpico di Torino, laddove, quando ancora si chiamava Comunale, la Juventus costruì i trionfi che ne certificarono la grandezza a livello europeo e mondiale. A Diego, il compito di accenderne le luci, inserito in quel ruolo di trequartista nel quale vorrebbe giocare e nel quale i tifosi sperano di rivedere le magìe regalate nella trasferta romana contro i giallorossi. Il centrocampo alle sue spalle vedrà di proteggerlo e rifornirlo di palloni (evitando che sia il brasiliano a dover andare a recuperarli), mentre lui stesso non dovrà far sentir solo le punte amiche: se tra lui e Ferrara non ci saranno incomprensioni, il gioco ne trarrà giovamento. Non sarà, comunque, tutto colpa o merito dei due: è "la squadra" che dovrà entrare in campo con il giusto piglio. Nella speranza che le scosse elettriche di stasera non rimangano fini a se stessi: la partita con il Bayern Monaco di martedì e le ultime due in campionato prima della sosta natalizia, dovranno restituire una Juventus cui le motivazioni non potranno più mancare. Indipendentemente dall’avversario: quando si vogliono vincere delle competizioni, non ci si può limitare a dare il meglio di sé in tre o quattro partite all’anno. Facevano così i grandi campioni bianconeri del passato, proprio al Comunale. Dove una volta era di casa Giampiero Boniperti: padrone assoluto da giocatore prima, e da presidente poi. Suo nipote Filippo, attuale Primavera nella Juventus, è stato convocato per il ritiro della nazionale Under19 per uno stage alla Borghesiana (Roma): in bocca al lupo per la carriera.