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Gino Stacchini: "Questa Juve non è più forte di quella di Allegri, c'è un grande punto interrogativo. Società? Merito loro se gli avanzi sono diventati prelibati..."

11.10.2019 11:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Gino Stacchini: "Questa Juve non è più forte di quella di Allegri, c'è un grande punto interrogativo. Società? Merito loro se gli avanzi sono diventati prelibati..."
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Ai giovani d'oggi, l'ex calciatore Gino Stacchini dirà poco o nulla. L'ex centrocampista nativo di San Mauro Pascoli, comune in provincia di Forlì-Cesena, però, collezionò oltre duecentocinquanta gettoni con la maglia bianconera ed era il punto di riferimento del gallese John Charles per i palloni alti, oltre che l'ottimo feeling ed affiatamento che si creò con Omar Sivori. La nostra redazione lo ha contattato telefonicamente, in esclusiva, per parlare dell'attuale Juventus e non solo:

Come giudica la Juventus? La sta convincendo?

"Sta facendo abbastanza bene, non ancora benissimo. Però è sulla strada giusta, ci vorrà un po' di tempo per assimilare i concetti di gioco di Sarri e per cambiare così mentalità. Le vittorie fanno buon sangue e ti aiutano a capire meglio la situazione".

Le piace Maurizio Sarri o preferiva Massimiliano Allegri?

"Sono due allenatori con caratteristiche differenti, in comune c'è la loro grande bravura. Sarri predilige più il calcio offensivo, è più per palati fini e sotto questo punto di vista lo si può definire più europeo; Allegri, invece, meno bello da vedere ma più concreto: se c'è da fare il risultato, la partita non la perde. Diciamo che la Juventus si era stancata di vincere ma non convincere sempre, ora vedremo se con questa idea riuscirà a centrare l'obiettivo".

Sì, è proprio questo il concetto: la Juve quest'anno ha deciso di essere più europea.

"Sì, però qui viene l'inghippo: è cambiata la mentalità per l'allenatore, ma certi giocatori non sono stati sostituiti. Perché i grandi come Bonucci e Chiellini, non lo sono più a livello internazionale e non ho visto un ricambio adeguato. Si dice che questa squadra sia più forte di quella di Allegri, ma per me non è affatto così. Lo stesso discorso lo si può fare con Pirlo e Vidal, con loro era tutta un'altra storia".

Però la Juventus ha acquistato due giocatori come de Ligt e Demiral che, teoricamente, saranno i sostituti naturali di Bonucci e Chiellini.

"Non faccio un discorso individuale, ma collettivo. Ci vorrà del tempo prima di ritrovare la stessa alchimia che c'era tra Buffon, Bonucci e Chiellini, senza dimenticare Barzagli. Nella parte finale della scorsa stagione la sua assenza si è sentita fin troppo, senza di lui ci siamo preclusi la possibilità di andare in finale di Champions. E anche in campionato, nelle partite finali ne abbiam vinte poche seppur fossimo già campioni".

Però parlando di individualità, c'è da rimarcare che la Juventus si è assicurata due grandi prospetti futuribili nel mercato di quest'anno.

"E' vero, il loro valore è indiscutibile ma la Juventus è stata costruita per vincere adesso e non in futuro. C'è un grande punto interrogativo da soddisfare: cresceranno in fretta oppure ci vuole qualcosa in più? Perché nell'attesa, alcuni totem della squadra terminano il loro percorso e non possiamo permettercelo. La riflessione che spesso faccio è che spesso manca qualcosa a questa squadra, non abbiamo mai insieme tutti i reparti forti".

E a questo punto interrogativo, che risposta ha dato?

"Speriamo che si cresca in fretta e che la Juventus possa portare a casa tutto quello per cui compete, altrimenti non avrebbe avuto senso cambiare Allegri. Lui la pagnotta la portava a casa ovunque e dovunque, fino agli ottavi o ai quarti riusciva a far arrivare questa squadra. Se dovessimo arrivare fin li giocando bene e poi non proseguire oltre, il punto non sarebbe comunque stato centrato".

In estate, c'è stata la possibilità che potesse tornare Antonio Conte sulla panchina bianconera. Lui che dalla sfida di San Siro non è uscito proprio benissimo, né in campo né fuori. Come avrebbe visto questa possibilità?

"Conte assomiglia più ad Allegri che a Sarri per quanto riguarda il concetto di vittoria. Per capirci meglio: a lui non importa come arriva, vuole vincere anche giocando male perché così si rimane pur sempre nella storia".

Con chi vede meglio Cristiano Ronaldo? Chi è il suo partner ideale?

"Dybala e Higuain sono due giocatori con caratteristiche differenti, questa è la premessa che faccio. Ma se la squadra dovesse riuscire a giocare con queste palle filtranti così come vorrebbe Sarri, penso che per Ronaldo sia meglio il primo. Al contrario, il secondo è più in grado di tornare indietro e riconquistare il pallone per poi concludere l'azione. In questo è più rapinatore. Si dice che Sarri non sia molto forte nelle formazioni, ma domenica la partita l'ha vinta con i cambi. E' stato molto lucido per tutto l'arco dell'incontro".

Il bello del calcio è che Dybala ed Higuain, che sembravano destinati ad abbandonare la Juve in estate, ora sono fondamentali e sempre più acclamati dai tifosi.

"Sono ripartiti da zero, si sono rimessi in gioco e il loro rendimento è sempre costante e importante per la squadra. A questo punto: evviva la campagna acquisti (sorride ndr), perché quest'anno come non mai erano rimasti parecchi esuberi ed invece ora sono indispensabili. E questo è un merito. Perché andare a ripescare degli avanzi che ora sono diventati dei cibi prelibati, è un merito che va riconosciuto alla società".

Domandone dei domandoni: questa Juventus può vincere la Champions League?

"Potrebbe essere l'anno giusto, perché le spagnole sembrano in fase calante ma le inglesi sono sempre pericolose. Chissà perché, loro sono sempre in forma nei mesi decisivi e questo è pericoloso. In Italia qualche rivale si è rinforzata, l'Inter e il Napoli anche se il loro limite è la rosa ristretta dove i panchinari non sono tutti all'altezza dei titolari".

Quali sono i ricordi che più la legano alla Juve?

"I ricordi sono veramente belli, era il lavoro che avevo sempre sognato e sono stato alla Juventus per lungo tempo. Gli aneddoti sarebbero tanti da raccontare, ci vorrebbero delle ore. Però alcuni di quelli scritti sono veri, come quando Agnelli trovò Platini a fumare e lui rispose che 'l'importante è che non lo faccia Bonini perché è il polmone della squadra'. Oppure su Muccinelli (ex giocatore Juve dal 1946 al 1955 e dal '58 al '59 ndr): nei tempi dovuti e potuti ci trovavamo in un night e Gianni Agnelli, che faceva finta di non sapere niente, ci chiese se fosse presente anche quel 'puttaniere' di Muccinelli. Lui sapeva tutto, ma proprio tutto (sorride ndr)".