DEMIRAL-CHIESA-MORATA E FATTORE RONALDO. PORTO DECISIVO PER PIRLO?
In fondo basta segnare un gol senza subirne. L'avversario è alla portata, ma in Europa nulla è scontato. Soprattutto per chi ha un rapporto storicamente ostico con la Champions League. Serve una prestazione che vada oltre l'aspetto tecnico e tattico. Insomma, è necessario mettere in campo la cattiveria giusta, la stessa con cui si è concretizzata la rimonta contro la Lazio. “Scenderemo in campo con lo spirito della Juventus. Avremo rispetto del Porto, ma con applicazione e voglia di lottare si possono ottenere grandi risultati”. La promessa è di Bonucci, uno dei senatori del ciclo vincente, anche se intervallato da una stagione al Milan.
Ma nuove facce stanno incarnando il vecchio dna bianconero e alle quali Pirlo si affiderà per piegare il Porto. Detto che De Ligt dovrebbe essere out, come non citare Demiral. Il 23enne difensore turco, smaltiti definitivamente i guai fisici, pare sia tornato quello ammirato nella prima parte della scorsa stagione. Due foto significative dell'ex Sassuolo restano impresse nel successo di sabato scorso. La prima al grido “Siamo la Juve, siamo la Juve” al gol della sicurezza di Morata, l'altra a fine gara quando festeggia con Pirlo, spingendosi la testa insieme. Segno evidente del feeling con il tecnico e in generale nello spogliatoio.
L'altro giocatore ormai nei cuori dei tifosi bianconeri è Chiesa. A parte i numeri da campione tra reti ed assist, l'ex viola sta mostrando un carattere da Juve, per molti sorpendente. Non per Bonucci: “Federico me l'aspettavo così, lui non si mette troppe pressioni addosso. E' genuino e spontaneo e questo gli ha permesso di capire velocemente cosa significa indossare questa maglia”. La rabbia agonistica con cui “ruba” palla e innesca la ripartenza per il gol di Morata sono la certificazione di quanto Chiesa sia ormai pienamente inserito nel contesto bianconero.
Come lo stesso Morata, in realtà in questo caso si tratta di un ritorno, quindi il ragazzo conosceva l'ambiente. Rispetto alla prima esperienza, lo spagnolo però ha conseguito una maturità tecnico-tattica importante, diventando fondamentale per i meccanismi di Pirlo e per i movimenti di Ronaldo. Dici Cr7 e viene spontaneo accostare il suo nome alla Champions, in bacheca ne ha ben 5, di cui una conquistata con il Manchester United, 4 con la maglia del Real Madrid. Praticamente è la sua casa. E' pieno di iscritti il partito di coloro che in caso di mancato trionfo nella Coppa dalle grandi orecchie, definirebbero fallimentare l'ingaggio del fuoriclasse portoghese. Contro i suoi connazionali vuole tornare ad essere decisivo.
La mancata qualificazione sarebbe un flop per la Juve, sotto il sportivo e non solo. Negli ultimi anni i quarti di finale rappresentano una sorta di minimo sindacale alla Continassa. Basta ricordare l'esonero di Sarri dopo il Lione. Stessa sorte potrebbe spettare a Pirlo? Questa la risposta del diretto interessato: “Se dovessi pensare che la mia panchina possa dipendere da questa partita non sarei nemmeno venuto in conferenza. E' importante e decisiva per il passaggio del turno. Per il giudizio sui di me non credo, poi è la società che decide queste cose”.