AVANTI COSI', MAROTTA

Niente più CDA per discutere di trattative di mercato: ci sono molte operazioni da compiere, in entrata ed in uscita. In una situazione molto più difficile rispetto a qualche anno fa...
27.06.2010 19:00 di  Thomas Bertacchini   vedi letture
AVANTI COSI', MAROTTA
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Nel 2003-04 il Milan aveva trionfato in Italia: l’arrivo di Kakà dal São Paulo gli permise di creare un centrocampo monstre, con il brasiliano utilizzato come vertice alto di un reparto completato da(i migliori) Pirlo, Gattuso e Seedorf. A Shevchenko, Tomasson e Filippo Inzaghi, in attacco, il compito di tramutare in goals tutto quel ben di Dio che arrivava dalle loro spalle. La Juventus? Terza, mai veramente in gioco, a 13 punti dai rossoneri nella classifica finale. Nel mezzo, l’ultima Roma di Fabio Capello.

In casa bianconera i colpi della precedente sessione di calciomercato furono Legrottaglie, Appiah e Miccoli. Dopo due scudetti conquistati consecutivamente, si pensò che potesse bastare una limatura alla rosa per continuare a vincere, convincere o essere comunque competitivi, in Italia e in Europa. Così non fu, e si rese necessario intervenire in maniera massiccia per rinforzare la squadra.

Nell’estate del 2004 vennero acquistati (tra gli altri) Cannavaro in difesa, Emerson a centrocampo, Ibrahimovic in attacco: una spina dorsale completamente ricostruita, un trio che permise alla Vecchia Signora di tornare immediatamente alla vittoria con 86 punti finali, prima dei 91 dell’anno successivo. E di Farsopoli. Fabio Capello fu l’ultimo pensiero, tramutatosi in regalo ai tifosi bianconeri, che Umberto Agnelli dedicò alla sua Vecchia Signora.

Ora non c’è una spina dorsale da rimodellare come nel 2004: ci sono "una cultura e disciplina sportiva" da riportare "nello spogliatoio"; c’è una "distanza dai rivali, che si è creata in questi anni" che "richiede un percorso complesso", prima di essere colmata. Il neo Presidente lo ha scritto in una lettera aperta a tutti i tifosi bianconeri, dopo poco più di un mese dal suo insediamento. Quelle parole, ora, anche se lasciate su internet, rimarranno "scolpite nella pietra".



Scontrarsi con la (dura) realtà, è quello che Andrea Agnelli ha fatto nel momento stesso in cui ha maturato la decisione di guidare la Juventus. Sa cosa lo aspetta: la parola "pazienza", in Italia, non esiste. Meno che mai a Torino.
Ma proprio con la pazienza ha iniziato a costruire "tre" squadre: quella dirigenziale e le due, sotto l’aspetto tecnico, che dovranno affrontare una stagione che – grazie all’infelice gestione precedente – inizierà prestissimo, a causa dei preliminari della prossima Europa League previsti per il 29 luglio prossimo (la gara di andata).

Di quel trio di campioni acquistati sei stagioni fa, era rimasto il solo Cannavaro: ora lo aspetta un’esperienza in Arabia Saudita (Al Ahli). Qualche altro giocatore di quella rosa (Trezeguet, Camoranesi, Zebina) è sul piede di partenza: cederli sembra difficile quanto acquistare un fuoriclasse. Prima o poi arriverà il momento di affrontare anche queste situazioni delicate, requisito indispensabile per poter procedere alla ristrutturazione della squadra.

Tra i nuovi arrivi, domani Leonardo Bonucci e Jorge Martinez saranno a Torino per sostenere le visite mediche e per ultimare tutti gli aspetti contrattuali.
La Juventus li voleva, e Marotta - soprattutto per il giovane difensore - ha dovuto affrontare una delicata situazione derivante dal cartellino del giocatore, sino a pochi giorni fa a metà tra Bari e Genoa. Nessun tentennamento, da parte sua. Nonostante l’avvicinarsi della scadenza del 25 giugno ed il rischio concreto di andare alle buste. Lo ha preso, alle condizioni a lui gradite. Ed è quello che conta.
Non ci eravamo più abituati, inutile nasconderlo.

Sembrano lontani i tempi in cui la precedente gestione bianconera organizzava CDA in continuazione alla nascita di ogni trattativa importante, reclamizzandoli talmente tanto da rendere difficilissime anche quelle - almeno all’apparenza - banali. La naturalezza con la quale Marotta ha portato a compimento queste prime operazioni di mercato, se messe a confronto con il recente (disastroso) passato juventino, rende l’idea dei primi passi realmente mossi dalla nuova società. Poi, naturalmente, il campo dirà le sue "verità".
Avanti così. Nell'attesa dell'acquisto di qualche campione...