A PARTIRE DA ADESSO

24.04.2018 17:15 di  Caterina Baffoni   vedi letture
A PARTIRE DA ADESSO
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Una grande verità sulla forza della Juventus è quella di saper alzare il livello del proprio gioco in base alla qualità dell’avversario sul piano fisico e tecnico, tant'è che i giocatori sono molto esperti, più quotati e più abituati a vincere e a gestire la pressione, nonostante un lodevole avversario come il Napoli, ad esempio. 

Ma la prima ed ineccepibile verità su Madama, consiste nella capacità di sapersi rialzare e reggere l'urto del momento difficile, quello più complicato. 

Il primo scudetto da conquistare per la Juventus dovrà essere proprio questo: rialzarsi e reagire dopo il brusco stop contro i Partenopei, ancora una volta con sentenza allo scadere. Occorrerà ripartire da lì e avere quella capacità di reazione e di resistere ad urti improvvisi senza spezzarsi, come la storia bianconera spesso ha saputo raccontarci. 

 

Per lunghi tratti della partita di domenica sera, la squadra di provincia sembrava quella di Max Allegri, insolita nel volersi difendere molto bassa (e anche in maniera efficace); non a caso sono stati solo otto i palloni giocati in area bianconera dal Napoli, eppure Madama non ha mai dato la sensazione di essere realmente pericolosa quando riconquistava palla. Fin troppo facile sentenziare col senno di poi, ma analizzando a posteriori la partita, i bianconeri, a memoria, non avevano mai giocato così male contemporaneamente se si pensa ad un Higuain a digiuno dalla rete e troppo statico nei movimenti e sempre sovrastato da gente come Albiol e Koulibaly, ad un Dybala che è stato letteralmente ingoiato dall'organizzazione del Napoli nei pochi minuti scialbi in cui ha tastato il terreno senza lasciare tracce di sè tanto da proporsi come prima sostituzione. A Douglas Costa, che è stato probabilmente l'unico uomo più attivo ma senza creare superiorità numerica, mentre dall'altro lato del campo Cuadrado faceva quello che raramente gli succede, ovvero entrare senza lasciare la minima traccia. E infine, se si pensa a Pjanic, la sua costruzione del gioco è stata fin troppo scontata e a volte impacciata. Il pareggio a reti bianche probabilmente sarebbe stato lo scenario più giusto se non fosse stato che per Madama smettere di giocare troppo presto pensando di aver conseguito il proprio scopo sta diventando una brutta abitudine. Non una casualità il jolly pescato dal difensore partenopeo, non un episodio, visto che negli ultimi minuti, ormai, la Juventus inciampa facilmente in confusione, perdendo palloni facili sia nell'area avversaria che nella propria. Quasi fosse certa di aver raggiunto il risultato stabilito a priori e aver mantenuto il vantaggio. Non il modo migliore di approcciarsi al finale di campionato, soprattutto se si incorre nello stesso errore. 

Tuttavia, l'unico punto racimolato tra Crotone e Napoli non giustifica un atteggiamento troppo rinunciatario della Juve che accende anche la spia sulla difesa con quattro gol nelle ultime cinque di campionato. C'è stata poca "cattiveria" e poca fantasia senza preoccuparsi troppo di colpire a fondo; sarà proprio su questo che dovrà lavorare il tecnico bianconero, premendo il piede sull'acceleratore dell'entusiasmo, della voglia di rivalsa e della grinta.

 

La sconfitta è stata meritata e non serve presentare alibi, ma se il Napoli è riuscito ad accorciare fino al -1 è anche grazie al mancato doppio impegno settimanale per la squadra di Sarri. Uscire dalla Champions a dicembre, dalla Coppa Italia a gennaio e staccare il biglietto per l' Europa League senza nemmeno presentarsi, non può non fare la differenza a certi livelli... 

Ma dati e constatazioni analitiche a parte esistono, anzi, devono esistere i  momenti difficili nello sport proprio per rimboccarsi le maniche e per piantare radici più profonde, in cui le critiche e le pressioni devono essere gestite nel migliore dei modi per tirar fuori quel "qualcosa in più" utile per darsi la spinta finale. 

Il tifoso bianconero sa ed è consapevole di essere spesso e volentieri abituato ad avere "quel sorriso" da orecchio a orecchio, eppure giunge proprio adesso il vero momento del tifoso, quello di incitare ed aiutare la squadra a rialzarsi, ad avvicinarsi ai ragazzi per sostenere chi ha bisogno del calore del suo popolo, del sostegno di tutti i suoi tifosi con molta forza ed animo. 

Sono questi i momenti che fanno di un tifoso l'essere tifoso e di una squadra l'essere gruppo.

Ma soprattutto, sono questi gli ingredienti che serviranno per creare la giusta ricetta di una serenità che va ritrovata in quel di San Siro.

A partire da adesso.