Bonini a RBN: “De Paul il centrocampista giusto. Avrei fatto lo scambio Vlahovic-Lukaku. Allegri obbligato a vincere”

Domani bianconeri impegnati allo Stadium contro il Cagliari di Ranieri. In caso di vittoria sarebbe primo posto, in attesa che l'Inter domenica affronti il Frosinone a San Siro. Allegri dovrà decidere il centrocampo da schierare, viste le assenze di Weah e Rabiot. Vlahovic e Chiesa a caccia del riscatto dopo le ultime prestazioni sottotono e a secco di gol da settembre. Mercato, Phillips e De Paul sembrano in vantaggio per rafforzare la mediana. Locatelli rinnova fino al 2028. Già tutto esaurito per il Derby d'Italia del 26 maggio che molti considerano già da scudetto. In ESCLUSIVA a Fuori di Juve Massimo Bonini.

Sul prolungamento di Locatelli e rispetto al centrocampista da prendere a gennaio, queste le considerazioni di Bonini: “Locatelli sta dimostrando di essere all'altezza della Juve, quindi ritengo giusto il prolungamento del contratto. Io sono sempre per avere in squadra i giocatori italiani, naturalmente quelli bravi. Se dipendesse da me il mercato, a gennaio prenderei De Paul per rafforzare il centrocampo, tra i nomi che si fanno scelgo lui". Nella Juve di oggi esiste un giocatore alla Bonini, disposto al sacrificio? La replica dell'ex bianconero: “Il calcio di adesso è cambiato rispetto a quello dei miei tempi, ora si cercano giocatori con caratteristiche diverse. In ogni caso, la cosa fondamentale è stare bene in campo. Sono importanti i movimenti rispetto ai compagni, agli agli avversari e al pallone. Oggi anche gli attaccanti devono aiutare nella fase di non possesso, in particolare occupando gli spazi giusti. Il calcio è molto semplice. Ogni elemento ha determinate caratteristiche, ma deve rendersi utile perché si vince di squadra”. Nella ultime settimane la parola scudetto viene accostata ai bianconeri. Ancora Bonini: “La Juve deve provare a conquistare il titolo a tutti i costi. Allegri parla di primi quattro posti, ma immagino dica cose diverse ai suoi ragazzi. Quando giocavo io nella Juve, il secondo posto metteva spesso in discussione l'allenatore. Non giocare le coppe europee è un grande vantaggio in chiave campionato”.

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