ROSUCCI: "il calcio mi ha regalato amicizie che porterò con me per sempre, che gioia la Nazionale"

28.03.2024 20:50 di  Alessandra Stefanelli   vedi letture
ROSUCCI: "il calcio mi ha regalato amicizie che porterò con me per sempre, che gioia la Nazionale"
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Martina Rosucci, centrocampista della Juventus Women, ha parlato così a Radio Serie A con Rds il giorno 27/03/2024.

Su Claudio Marchisio:“Claudio è speciale, è stato il mio ispiratore perché gioco nel suo stesso ruolo e mi sono sempre ispirata a lui. Insieme ad Alessandro Del Piero ha rappresentato la juventinità. Non me ne vogliano gli altri, ma ha un livello superiore e lo dimostra quotidianamente, riesce sempre a starci vicino”

 
Infortunio e rinnovo:
“Purtroppo, è il terzo infortunio così grave, ci tengo a dirlo perché è una cosa atipica. Io ho una gratitudine smisurata verso la Juventus. Il giorno dopo che mi sono fatta male il direttore Braghin mi ha chiamata per dirmi che mi avrebbe rinnovato il contratto. C’è stata riconoscenza, ciò che hanno fatto non è scontato e rivela la signoria della Juventus. L’infortunio è arrivato in uno dei momenti più positivi della mia carriera, non mi sentivo così protagonista da tempo non in senso egocentrico ma di ogni momento della partita”
 
Sul primo gol con la Juventus:
“Il primo gol nella storia della società Juventus Women? Non me ne ero resa conto, ho giocato la mia partita come le altre. Mi hanno detto: ‘hai fatto il primo gol nella storia della Juventus’ e lì mi sono resa davvero conto di star giocando nella Juve, era totalmente diverso da quello che stavo facendo prima”
 
Sulla Nazionale:
“La prima cosa che mi viene in mente parlando di Nazionale è l’ultima partita, tre giorni prima dell'infortunio. Ero entrata dalla panchina ed avevo salvato un gol sulla linea, non so come: mi sono lanciata. Qualche minuto dopo ho segnato il gol del 2-1 ed è stata una gioia immensa. Arrivavamo da una serie di non vittorie, era stata una liberazione ed aveva avuto un valore particolare. Poi mi viene in mente l'esordio con la Nazionale all’Europeo del 2013, avevo giocato Italia-Svezia in Svezia. Mi sono guardata attorno al triplice fischio ed era tutto completamente giallo, invaso da tifosi svedesi ma io per novanta minuti non mi ero accorta di nulla”
 
Ricordi di infanzia e l’importanza di saper sognare:
“Mi cambiavo nello spogliatoio degli arbitri o a volte facevano cambiare prima me, fortunatamente ho sempre trovato gentiluomini. C’è stato un episodio, quando una volta mi hanno tirato per la coda dei capelli per fermarmi, ma non l’ho vista come un brutto gesto, solo come un tentativo di fermarmi. Non ho mai avuto il sogno di diventare calciatrice, mi ci sono ritrovata. Volevo fare o la cantante o la maestra, mi ci sono ritrovata. Non saprei cosa dire alle bambine che vogliono diventare calciatrici, ma so che hanno un sogno ora che io non avevo. Svegliarsi con un sogno ti spinge quotidianamente a inseguirlo. Se non ti diverti non riesci ad esprimerti, quindi devi sempre divertirti. Loro hanno questo sogno, a differenza mia, che le fa alzare ogni mattina; quindi, direi loro di fare ogni giorno qualcosa di diverso per riuscire a raggiungere questo sogno. Ora ho un sogno: rientrare con la Juventus e porre fine a questo calvario che mi sta tenendo lontana dal campo. Voglio continuare a vivere di calcio, sogno di diventare un’allenatrice”

Compagne di squadra:
“Il calcio mi ha regalato amicizie che porterò sempre nella mia vita. Cristiana Girelli, Barbara Bonansea e Stefania Zanoletti sono le persone che saranno sempre con me e mi accompagneranno nei momenti più belli. Anche Sara Gama e Valentina Cernoia rappresentano un bel pezzo della mia vita”
 
Cosa può aiutare il movimento del calcio femminile italiano:
“Io sono stata una delle prime ad avere Instagram e venivo presa in giro. Mi dicevo sempre che non ci calcolavano, che non facevano abbastanza per noi, ma io pensavo: “cosa stiamo facendo per farci conoscere?”. Quando sono nati i social ho pensato che ogni sabato dopo la partita avrei iniziato a comunicare, a dare informazioni alle persone che ci guardano, la curiosità non nasce se non hai l'informazione. Insieme a questo contano i risultati, prima dei risultati in Nazionale ha contato sicuramente l'ingresso di società come Juventus, Fiorentina, Roma, Milan e Inter che hanno dato credibilità al movimento. Il Mondiale di Francia ha risvegliato l’Italia. Tutti questi risultati hanno fatto sì che si arrivasse piano piano al professionismo, che però è ancora molto difficile, perché le società sono in difficoltà nonostante facciano tanto tutti. Se penso alla Premier femminile siamo ancora lontani, c'è un discorso di prodotto per cui dobbiamo diventare più vendibili, questo passa dal campo ma anche da altre cose. Spero che ci sia un progetto che ci porti a dare quel poco che ci manca”