Moby Dick - Nessun indebolimento con l’addio di Benatia. Il bilancio si alleggerisce e lo spogliatoio perde uno scontento senza grande minutaggio

Corrispondente "The Sun", autore di 9 libri. Autore e conduttore programma #Alvolante per AntennaSud. Vincitore Overtime Festival della Comunicazione del giornalismo e del premio Campione Odg Puglia
30.01.2019 01:21 di  Alvise Cagnazzo  Twitter:    vedi letture
Moby Dick - Nessun indebolimento con l’addio di Benatia. Il bilancio si alleggerisce e lo spogliatoio perde uno scontento senza grande minutaggio

Occorre che tutti cambi affinché tutti rimanga come. La massima gattopardiana rappresenta al meglio le scelte imprenditoriale di una squadra, la Juventus, storicamente abituata a cambiare per mantenere inalterato lo status quo di squadra più forte in Itali e fra le più forti in Europa. La scelta di assecondare, senza particolari tentennamenti, la volontà di Benatia nell’abbandonare l’Europa per rifugiarsi nel paradiso economico del Qatar propone è l’ennesima prova di una forza, societaria, così forte da rendere positiva ogni azione compiuta sul mercato.

La Juventus si è infatti liberata di un ingaggio pesante, circa tre milioni di euro, incassando ben dieci milioni, lasciando partite un difensore prossimo si trentadue anni e senza particolare minutaggio nelle gambe. Un’operazione perfetta per il bilancio oltre che per lo spogliatoio, offrendo maggiore visibilità al rampante Rugani. L’ex empolese è stato fra i migliori in campo bella sfida, vinta con la forza due nervi e dell’esperienza, contro la Lazio. 



L’addio del difensore marocchino è stato peraltro compensato dal ritorno, seppur temporaneo, di Martin Caceres. L’uruguagliano è tornato per la terza volta a Torino, scommettendo con la dirigenza bianconera su di un eventuale riscatto che allungherebbe di ventiquattro mesi la sua permanenza in Piemonte. Per Allegri, preso atto dell’addio di Benatia, il sudamericano ha rappresentato sin da subito una prima scelta, scavalcando persino il pupillo Bruno Alves di stanza a Parma.

A colpire è la capacità della Juventus di non generare dipendenza dai propri tesserati. Tutti utili, nessuno indispensabile. Fatta eccezione per alcune icone viaggianti come Cristiano Ronaldo o Dybala. L’addio di Marotta, ritenuto più idoneo ad una fase di crescita più che di consolidamento nel fitto lignaggio delle più grandi d’Europa, consolida semmai l’idea di una società finalmente pronta ad acquisire maggiore forza tecnica e qualitativa senza necessariamente indebolirsi, di anno in anno, sacrificando il migliore dei giocatori in organico. Perché, in fondo, la Juventus ha ceduto una riserva e non certo un titolare...