L'IMBOSCATA - Quello che le tv non dicono: la Juventus come la Fiat, potrebbe lasciare l'Italia. Tutta colpa di una folle riforma. Peracottari contro Dybala. Il Napoli è Spasski. Mercato: i tedeschi, Pellegrini e Torreira...

03.11.2017 00:10 di  Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - Quello che le tv non dicono: la Juventus come la Fiat, potrebbe lasciare l'Italia. Tutta colpa di una folle riforma. Peracottari contro Dybala. Il Napoli è Spasski. Mercato: i tedeschi, Pellegrini e Torreira...
© foto di Andrea Bosco nella foto di Mariangela Me

JUVE: TEMPO DI MIGRARE ? 

 

Centoventi primavere ben portate. La Signora degli scudetti festeggia se stessa e la storia con la consueta sobrietà sabauda. Mirando al sodo, all'unica cosa che in casa Juventus veramente conti: vincere. Non è detto che in questa stagione ci riesca. Non per le attuali difficoltà emerse sia in campionato che che in Champions. Ma per la concorrenza irrobustitasi in Italia e per la forza oggettiva delle contendenti in Europa. Sarebbe – in chiave continentale - un peccato se Madama non trovasse il bandolo della matassa. Il Real Madrid sembra in crisi. Il Barcellona vive più di Lionel Messi che di squadra. L'unica, al momento in-gio-cabile, sembra il City di Guardiola. Una Juventus ritrovata, ai livelli della scorsa stagione potrebbe  cercare di sfatare la maledizione della Coppa.

Centoventi anni di gioie e dolori. Centoventi stagioni nel segno della medesima proprietà. Centoventi anni che hanno accompagnato la storia di Madama accanto a quella del Paese.

Piaccia o non piaccia la Juventus è una società speciale: un unicum a livello mondiale. Una pera, in un cesto di mele, in Italia.

Il calcio italiano, non solo gli juventini, se la godano fino a quando sarà possibile. Perché il futuro della Juventus potrebbe non essere in Italia. Pochi ne scrivono. Nessuno in televisione ne parla, ma la riforma veterocomunista - relativa alla ripartizione dei proventi sui diritti televisivi siglata dal ministro Luca Lotti, paggio di Matteo Renzi, è un provvedimento che produrrà sfracelli. Un provvedimento che peggiora la già discutibile legge Melandri (stesso partito) l'indimenticabile ministra della Cultura e dello Sport che preferì alla prima della Scala in un 7 dicembre, una serata romana ospite di uno chef stellato, che presentava la sua guida.

Cosa impone l'ukase Lotti? Che la Juventus perda 43 milioni di euro a stagione da distribuire a pioggia ai peones del campionato . Il triplo (16) di quanto perderanno, ciascuna, Milan e Inter . Il quintuplo (8) di quanto perderanno Napoli e Roma. E Lazio direte? Ne perderà solo 3 . Una follia veicolata in Parlamento nelle pieghe della legge di bilancio. Lavori bene? Non hai debiti? Hai aumentato gli utili e il fatturato? Ti stai espandendo sui mercati internazionali? Ti sei fatto uno stadio di proprietà? Devi pagare. Devi per questo essere tartassato a favore dei “ deboli e dei poveri“ . Che nel calcio è roba ridicola solo a pensarla. Almeno lasciate stare il Vangelo. Lotti dixit: “Per un campionato più bello, più competitivo, più combattuto“. Balle : il ministro straparla. Una sola cosa può salvare la precarietà di un campionato italiano dove ai nastri di partenza da anni ormai, già si conoscono le retrocedende : una serie A a 18 squadre, meglio ancora a 16. Il dispositivo Lotti è da tribunale. Se Trump negli Stati Uniti decidesse di intervenire sulla ripartizione dei diritti televisivi della NBA, lo trascinerebbero in giudizio, lo blinderebbero e butterebbero la chiave.

A tirare la corda, per quanto robusta, alla fine la corda si spezza. Anche la Fiat sembrava non doversene mai andare dall'Italia. Anche la Fiat sembrava dovesse restare “solo“ italiana. Sappiamo come è andata a finire. Quindi, vietato farsi illusioni: la Juventus è una grande società italiana. Ma  dopo aver subito di tutto e di più (Franco Carraro ex presidente federale, intervistato da un Aldo Cazzullo esplicitamente avverso a Luciano Moggi, ha spiegato: “Non ci sono state per Calciopoli gare truccate, arbitri corrotti. Non sono girati quattrini. Moggi non aveva il potere di condizionare alcuno. Ma gli piaceva farsi chiamare Lucky Luciano“) alla fine potrebbe ricorrere ad estreme decisioni .

 La Liga e la Premier farebbero carte false per avere la Juventus nei propri campionati. Non sarebbe un trasloco veloce e neppure indolore. Ci vorrebbero anni per pianificarlo. Trovare una città ospitante. Costruire un impianto di proprietà . Semplificare la questione linguistica. Sarebbe una decisione complessa e dolorosa. Ma non impossibile. Zamparini trasferì ogni cosa, persino le scrivanie, da Venezia a Palermo: in una notte. Niente è impossibile. Specie quando l'iniquità è palese , come in questo caso. Poi piangeremo e assieme rideremo.

 

PIANGEREMO E RIDEREMO

 

Piangeremo perché la società simbolo del calcio italiano se ne sarà andata. E rideremo, pensando ai Lotti, alle Melandri , ai gattopardi di ieri e di oggi.

 Senza  Juventus non esiste calcio italiano.  E non solo per il numero dei suoi sostenitori. Hanno la memoria corta nel Palazzo. Vadano a vedere i dati, di affluenza ed economici, quando la Juventus fu scaraventata in serie B. Vadano e riflettano . Ma non andranno. Non faranno alcuna riflessione. La riforma Lotti è politica. Voluta da un ministro il cui partito è perennemente in campagna elettorale . Appunto .  

 

PREPARATORI:  CHE CI DITE ?

 

Devo parlare di Champions. Il pareggio della Juve a Lisbona non lascia tranquilli. Ma soprattutto non lascia tranquilli una squadra che dopo aver espresso al Meazza contro il Milan la sua miglior partita stagionale , è inciampata nelle consuete difficoltà contro i lusitani. Le responsabilità vanno equamente divise : tra giocatori e allenatore . I giocatori per una evidente incapacità di stare sul “ pezzo “ per due gare di fila. L'allenatore per essere ricaduto in vizi antichi. A Lisbona l'Isco devastante di Cardiff, portava il nome di Cesar: mai visto, mai preso, ma contrastato adeguatamente. La tela dello Sporting è vischiosa. Ma la Juventus ha fatto di tutto per adeguarsi al piano partita dei portoghesi. Ha spiegato Allegri che il 4-3-3 si può fare solo se Dybala gioca mezz'ala. No, neppure così (e sarebbe grasso che cola con un Dybala almeno in mezzo al campo e non a fare il terzino )  si potrebbe. La Juventus ha solo mancini: Asamoah, Alex Sandro, Matuidi, Bernardeschi, Costa, Dybala . A sinistra la Juventus ha, in certi momenti, un intasamento simile a quello del raccordo anulare romano. Ma il problema vero è in mezzo al campo: a due se Mandzukic ha una condizione appena imperfetta, in Europa, la Juve va sotto. Infine la condizione: solo i peracottari possono accanirsi come stanno facendo contro Dybala. Così come si accanivano un mese fa contro Higuain. Ma se Sandro non è in condizione, se Dybala non lo è, se Higuain ha dovuto sottoporsi a tappe forzate per raggiungerla, se Costa latita, se lo svizzero va a tre cilindri, se anche Khedira più che correre sovente cammina, qualche domanda ai preparatori forse va fatta. Perché uno dei problemi, forse il maggiore della Juventus in questa stagione, è che senza palla, nessuno si smarca. Le azioni si ingolfano perché vengono chiuse le linee di passaggio. Non occorre essere geni per comprenderlo. Basta guardare. Ripeto: ero ad Udine. E a me è sembrato che rimasta in dieci uomini, la Juventus abbia giocato non come predica Allegri, ma piuttosto come accidenti  volevano loro. Risultato: sei gol all' Udinese, che come si è visto nella gare successive non era e non è la squadra “ scarsissima “ sulla quale millanta hanno discettato dopo il match del Dacia Arena .

 

NAPOLI? ROMA E LAZIO

 

Mi sto facendo una convinzione, non legata esclusivamente alle ultime prestazioni. Il Napoli gioca bene ma è Spasski, un grande scacchista votato all'attacco, imprudente nel lasciare scoperta la sua regina . Il City a Napoli ha messo in atto la “ mossa del cavallo “, con l'imprevedibilità di un Fisher. Il Napoli gioca eguale, incapace di amministrare. L'Inter ha ottenuto oltre i suoi meriti. Spalletti ha confezionato un sapiente catenaccio per una squadra che sa esaltare Icardi, che sa difendersi ma che ha poco fosforo in mezzo al campo. Ma l'Inter non ha le Coppe e Spalletti può permettersi il lusso di far giocare sempre gli stessi. La vera novità, nel gioco e nell'attitudine è quella rappresentata dalla Roma e dalla Lazio. Squadre diverse con dissimili filosofie di gioco. Ma egualmente pragmatiche, imprevedibili, razionali anche nel rischio. La concorrenza per la Juventus, paradossalmente – oggi – appare più consistente in Italia che in Europa . In Italia per la forza delle avversarie , per l'eterno “ rumore dei nemici“, cecchini appostati in cento  redazioni, per il protocollo Var che ha fatto in questo scorcio di campionato della Juventus la cavia di troppi  aggiustamenti in corsa. Direte: dov' è la novità? Esatto: non c'è. Per questo, stante la condizione – ad accezione ( sempre oggi ) di City e Psg, l'Europa per una Juventus che solo si impegnasse ad essere magmatica , nell'atteggiamento e nel mutuo soccorso, potrebbe rivelarsi una irripetibile occasione.

 

I TEDESCHI, PELLEGRINI E TORREIRA 

 

Juventus che inevitabilmente sta guardando anche al mercato, visto che quello di gennaio è alle porte. Can e Goretzka (non credete alla bufala Andre Gomes: bufala e basta, per fortuna ) in pole. Fossi Marotta, a parte i due tedeschi, andrei con il mio bel assegno da 25 milioni (quanto si evince nella clausola rescissoria ) a bloccare Pellegrini della Roma. Giocatore che migliora ogni domenica, centrocampista moderno, futuro ( non serve essere profeti ) perno della Nazionale. La Roma ha messo una clausola. E credo se ne sia pentita. Oggi Pellegrini , vale decisamente di più dei 25 milioni fissati a Trigoria. Fossi Marotta  farei seguire anche Torreira della Sampdoria. E' un regista dinamico. Uno che fa muovere la squadra e si muove , Per come gioca a me rammenta  Modric. Uno Torreira - mio parere - che nella rosa di una grande squadra ci può stare .

 

AUGURI A GHOULAM

 

E' andato in pezzi il crociato di Ghoulam . Cose che capitano ai giocatori di calcio. Ma davvero un peccato per il campionato perdere uno dei suoi protagonisti. E un peccato per il Napoli perdere uno dei suoi elementi migliori. Auguri, sperando che l'intera stagione non sia compromessa. Per uno che esce ecco Pjaca  (stesso infortunio) che dopo molti mesi si riaffaccia in campo (con Howedes) segnando anche un gol nella partitella infrasettimanale contro i dilettanti . Riavere Pjaca per la Juventus sarà importante. Un acquisto nuovo di zecca. Uno in grado di spaccare le partite. E grazie alla dea, un destro che parte da sinistra . Bentornato Marko .

 

CIAO GINO

 

Non ho potuto presenziare ai suoi funerali, essendo fuori Milano . Ma voglio dare qui un saluto e una carezza a Gino Bacci, scomparso dopo breve malattia nei giorni scorsi . Non eravamo amici ma ci eravamo ripetutamente incrociati nel corso di una vita per lavoro. Eccellente giornalista, negli ultimi anni intelligente opinionista di Telelombardia . Era un ottimo professionista, Bacci. Una persona seria. Soprattutto una persona per bene . Al quale non piaceva il conformismo imperante ormai sulla carta stampata, alla radio e in televisione . Un giornalismo di cloni che difficilmente si fa domande , difficilmente scava, difficilmente contraddice i potenti . Gino Bacci , toscanaccio di Livorno non aveva peli sulla lingua. E per questo tanta gente lo apprezzava. Per questo la sua umanità gli aveva riservato l'affetto di tanti telespettatori. Di ogni fede e ogni colore.

Ciao Gino, ci mancherai .