L'IMBOSCATA - La Juve ha perso la faccia. Tutti responsabili tranne quattro. I veri problemi della squadra. Assurdo impallinare Allegri. Agnelli, Pecoraro, la Gazzetta, il verdetto anticipato e il possibile clamoroso autogol...

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
15.09.2017 00:42 di  Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - La Juve ha perso la faccia. Tutti responsabili tranne quattro. I veri problemi  della squadra. Assurdo impallinare Allegri. Agnelli, Pecoraro, la Gazzetta, il verdetto anticipato e il possibile clamoroso autogol...
© foto di Andrea Bosco nella foto di Mariangela Me

UNA BRUTTA FIGURA 

 

Una figuraccia. Peggio di quella di Cardiff. Peggio di quella in Supercoppa con la Lazio. Un tempo e basta. La bellissima crudeltà del calcio nel cui contest non sono previsti “punti“ ma solo il tabellino dei gol. La Juventus al Camp Nou dura 45 minuti, poi si sfalda. E a niente vale l'ovvietà che “uno come Messi ce l'ha solo il Barcellona“. C'è modo e modo di perdere. La Juventus in Catalogna ha perso male. Ha perso la faccia. Tutti responsabili, tranne Buffon, tranne un - a mio parere- ottimo Pjanic punito chissà mai perché dai “pagelloni“ . Tranne un promettente Bentancur e per quanto è rimasto in campo ( e al netto di una cazzata per la quale non ha pagato dazio) un insospettabile De Sciglio .

Male tutti gli altri. Male  Higuain, appesantito, incapace di vincere un solo individuale contrasto: un tiro loffio in tutta la gara che si è tradotto in un passaggio al portiere.

Il Pipita ha orgoglio (ma il gesto ai tifosi del Barca non è da Juve) e si riprenderà. Vero che dopo due anni ancora non hanno imparato a servirlo. Vero nondimeno che a Barcellona i difensori blaugrana non gliela hanno mai fatta vedere.

 Si riveda - rimbrotti a parte al suo bomber - Allegri il film della gara: Pipita servito male. Anzi malissimo.

Ha deluso Dybala, incapace di scatenare il suo estro. Consiglio a Paulo:  giochi senza il bisogno di dimostrare al mondo quanto è bravo. I grandi campioni, nella grandi partite, sanno farsi umili Oriali, con prestazioni da mediano .

 

I PROBLEMI DELLA JUVE

 

Ma i veri problemi della Juventus non sono Higuain (che dimagrirà immagino) e Dybala o  il dinamismo generoso e arruffone di Matuidi. I problemi della Juventus sono al centro della difesa e sulla catena di sinistra. Barzagli e Benatia si accoppiano male. Nessuno dei due sa dirigere la difesa. Barzagli fisicamente (e non potrebbe essere altrimenti) non ha più l'esplosività che lo ha sempre contraddistinto. Benatia può fare 50 minuti eccellenti salvo poi consegnarsi ad un errore fatale: a Barcellona come a Roma. In difesa c'è Rugani, rientrerà Chiellini, e probabilmente Howedes saprà risolvere più di un problema. 

Problema che viceversa vedo abbastanza irrisolvibile sulla catena di sinistra. Dove appare temerario il solo pensiero di giocare senza Mandzukic, dove Alex Sandro sembra avere la testa ancora alle sirene londinesi e dove oggi Douglas Costa è un corpo estraneo alla squadra.

Allegri aveva invocato gli “spazi europei“ per poter vedere il vero Costa. A Barcellona sulla fascia destra dei blaugrana gli spazi erano abbondanti. Mai sfruttati, mal sfruttati: il bilancio di Costa è un traversone per il taglio di Bentancur, troppo lungo per essere addomesticato e tradotto in un tiro efficace. Per il resto, virgola. Temo che Douglas Costa sia inadatto, non dico al calcio italiano ma probabilmente alla Juventus. Al suo modulo, alle sue certezze, alle sue necessità. Oggi persino con l'altalenante Cuadrado di inizio campionato, oggettivamente non c'è gara. Fumo di Londra tutta la vita. Unica consolazione :  Costa può essere restituito a fine stagione. Stante gli ottimi rapporti tra Juve e Bayern tenderei peraltro  ad escludere una simile possibilità. Resta l'estratto conto: al Bayern la Juve ha dato Vidal e Coman. Dal Bayern ha avuto Benatia e Costa. Finora gli interessi vanno ai bavaresi .

Fuori dai denti: questa  Juventus non ha ancora una identità. Allegri sta andando per tentativi, variando i moduli e gli uomini. Segno che neppure lui ha, al momento, certezze. Quanto basta in campionato, almeno con le piccole squadre, non basta e non può bastare in Europa. Io reputo che la Juve passerà il girone di qualificazione. Poi, per questa Juve (tra qualche mese magari sarà diverso) la strada sarà in salita, indipendentemente dal sorteggio. E' in se stessa che la Juventus deve trovare certezze. Evitando di andare sulla stucchevolezza dell'ovvio “Ci servirà di lezione, bisogna giocare meglio, bisogna restare concentrati“, reiterato da Cardiff a Roma a Barcellona. Contro Messi si può perdere: non è un disonore. Ma gli scricchiolii del Camp Nou, sono gli ultimi in ordine di tempo: i primi c'erano stati a Bergamo la scorsa stagione. Si pensava ad un calo di condizione. Forse non è così: sei anni di vittorie e trofei, pesano. Sulla testa prima che sulle gambe.  Allegri sa quali sono i mali di questa Juventus. Ho ammirato in Allegri, il non aver accampato scusanti: in fondo mancavano nella trasferta iberica, Khedira, Mandzukic, Marchisio, Cuadrado (squalificato per la bestialità di Cardiff), Howedes ancora in preparazione, oltre a Pjaca e a Lichtsteiner (fuori lista Champions)  che probabilmente Allegri avrà rimpianto. Tocca ad Allegri trovare soluzioni che valgano per il futuro. Tattiche, ma soprattutto a mio parere, emotive.

 

 BICCHIERE MEZZO PIENO

 

Ma voglio vedere anche una porzione del bicchiere pieno. Il lancio di Bentancur, uno che sembra destinato a diventare titolare fisso. Iniesta era un esame tosto: inevitabilmente Bentancur ha avuto qualche sofferenza con il “Professore", ma non ha sfigurato. Poi l' aver provato Bernardeschi da mezz'ala e Sturaro da terzino:  lavori da perfezionare  ma concettualmente interessanti. E infine aver messo a quattro minuti dal termine il classe 2000 Caligara. Che tanto per far capire di che pasta è  fatto, ha arronzato le caviglie di chi tentava di irriderlo. Segno di personalità. Caligara è un mancino che fa la mezz'ala. Insomma il possibile vice- Matuidi .

Ora la cosa più assurda sarebbe quella di impallinare Allegri come l'orsetto del Luna Park.

La Juventus deve migliorare e Allegri saprà quali decisioni prendere. Il calcio italiano nel suo insieme - stranieri compresi (forse troppi) - attualmente è questo. Il calcio spagnolo ( stranieri compresi ) dal match del Bernabeu con la Nazionale, alla finale di Cardiff, alla  gara del Camp Nou si è rivelato enormemente superiore. Eppure è stata sempre questa Juventus pochi mesi fa, a rifilare una lezione di calcio, proprio al Barca (con Neymar) allo Stadium.

In Ucraina è stato sconfitto anche il Napoli alla catalana che aveva portato, come ha spiegato Mario Sconcerti, una quindicina di club europei ad interessarsi di Sarri .

 

I NODI VENGONO AL PETTINE

 

Il calcio italiano soffre, quando va all'estero, come un ragazzino mammone spedito a fare esperienza in un college britannico o statunitense.

Consentire che Allegri faccia il suo lavoro sarebbe il minimo. Ma non accadrà. Le prefiche che albergano nelle redazioni da mesi hanno individuato in Simone Inzaghi il suo successore. A fine stagione scrivono i soliti 007, Allegri se ne andrà e con lui Dybala. Fa nulla che Allegri abbia un contratto fino al 2021. Fa nulla che quello di Dybala scada nel 2022.

Ho visto troppo calcio per non sapere che la deriva continuerà ad essere questa. E' costume ormai di un giornalismo abituato ad avvitarsi su se stesso. Un giornalismo che viceversa dovrebbe interrogarsi sulle ragioni di un declino che appare generazionale . Gli ultimi fuoriclasse nostrani sono stati Del Piero e Totti, ormai in pensione. E Buffon che a fine stagione passerà ad una scrivania da dirigente . Ci sono evidenti responsabilità della Federazione e delle singole società. Ma con evidenza anche del Coni. Aver permesso che i gattopardi del sistema, ostili ad ogni sia pur minima riforma, perpetuassero se stessi è stato un errore.

Ma un errore è stato anche il salvataggio pilotato di società fallite. Un errore è stato non aver fatto piazza pulita di quelle società, stabilmente ai box di partenza con il segno meno causa irregolarità amministrative . Un errore è stato quello di non pretendere dai governi succedutisi una vera riforma in tema di violenze ultras. Un errore è stato quello di non ribaltare l'ormai obsoleta  giustizia sportiva. E poi il più grande di tutti: non aver costretto lo Stato ad occuparsi della modernizzazione degli stadi. Il calcio è una delle prime venti aziende del Paese : offre molto allo Stato. Ma dallo Stato ha sempre preso, al massimo pacche sulle spalle e qualche medaglietta.  Il calcio italiano paga la pochezza e la pavidità dei suoi dirigenti. Azzeccagarbugli, Conte Zio, se va bene Don Abbondio. Uno passato alla storia per aver “deciso di non decidere“. Un altro scampato a Calciopoli ma del quale resta negli archivi la più scottante delle intercettazioni di quella stagione a favore di una società cara al Palazzo politico. Un altro, gaffeur di professione   un Re Travicello abile tuttavia  a districarsi tra voti e trame di sinedri . 

La sconfitta per la Juve è stata bruciante. La sua evidente impotenza di fronte al Barca pone interrogativi. Certifica che ancora una volta il mercato di Madama, pur sontuoso, non è stato completo. Da due anni Marotta sta cercando un centrocampista dinamico che possa fare la differenza. Oggi ci sono buoni giocatori. Ma prima c'erano Vidal, Pirlo e Pogba. Con Marchisio (ante incidente) primo cambio . Per come la vedo io,anche  un vice Higuain sarebbe servito.  In primis ad Higuain, se mi capite .

Se si ferma il Pipita chi gioca in quel ruolo? Mandzukic probabilmente. Dybala in un suggestivo ritorno al passato. Forse Bernardeschi, che da falso nueve ha fatto la sua miglior partita all'Europeo Under 21 . Però sul giovanotto, Allegri dovrà decidersi : la riconversione del Berna in mezz'ala   sarà lunga. Ma il giovanotto ha le potenzialità per diventare il Ballack italiano. Quindi servirà insistere, già da domenica a mio parere .

 

TORLESS BERARDI

 

Già, domenica la Juventus va al Mapei Stadium per una gara solitamente ostica e contro un avversario affamato di punti. Berardi, il prescelto che si è negato a Madama, potrebbe non essere  della partita, causa infortunio. Non sarebbe la prima volta: quasi che il destino voglia punire il Torless neroverde e i suoi tormenti .

L'infortunio di De Sciglio non è grave ma lo terrà lontano dal campo per due settimane. Probabilmente tornerà a disposizione Chiellini. Non Khedira. Ci sarà certamente Cuadrado. E ci sarà lo svizzero unico padrone, al momento,  della corsia di destra.

Il Sassuolo ha tre giocatori in orbita bianconera: Lirola e Rogerio, in prestito e Cassata, ceduto ma sul quale la Juve ha una opzione di recompra. Il primo dovrebbe giocare. Io mi concentrerò sulla gara di Sensi, uno che sta segnando molto (per un centrocampista) e che ha pensieri euclidei. Non è un colosso (anzi) ma la sua ratio è veloce. Alla Juve piaceva quando era a Cesena. Non credo sia uscito dai suoi radar. E starò attento a Falcinelli, un attaccante che personalmente mi intriga.

Si gioca all'ora di pranzo in omaggio alle remuneratissime esigenze televisive. Allegri sa che la Juventus  ha un solo risultato a disposizione: anche un pareggio aprirebbe una inevitabile litania di polemiche. Meglio vincere, magari soffrendo ma tornando a Torino con i tre punti. Visto che in  Europa non è stato possibile farlo ( anzi) , se non altro per dare un segnale al campionato. Oggi la vera rivale dei Campioni d'Italia non è il Napoli - a mio parere - ma l'Inter. Nella quale , con furbizia, Spalletti sta predicando umiltà. L'Inter  in settimana guarda le gare dal divano : è un grosso vantaggio. Spalletti  parla da frate trappista ma le sue aspirazioni sono da generale napoleonico. Lo  accredito per lo scudetto. Una sola cosa potrebbe fermare Spalletti: le bizze modaiole di Icardi . Perché  ormai – dopo la nuova acconciatura biondo platino  – in risposta alle esternazioni della Curva- è chiaro che Icardi non lo governa Spalletti. Lo governa madame Wanda  Nara : in tutti i sensi .

 

 

GIUDICA PECORARO: NEL SILENZIO GENERALE  

 

Non chiedo, questa settimana, la testa di Pecoraro. Oggi il Procuratore Federale metterà le carte sul tavolo nel procedimento avviato contro la Juventus per la vicenda biglietti - infiltrazioni ndranghetiste allo Stadium -. La Gazzetta dello Sport, come da antico costume, ha anticipato il possibile verdetto. Quasi ad indicare all'ex Prefetto di Roma la strada: un anno e mezzo di inibizione ad Andrea Agnelli, multa alla società : La rosea ne è convinta: non ci sarà patteggiamento.

 E visto che si tratta del quotidiano che ai tempi di Calciopoli anticipò le richieste del Procuratore che allora si chiamava Palazzi, devastanti per la Juventus, a Torino faranno bene a credere al quotidiano diretto da Andrea Monti.

Se così sarà, la Federazione italiana farà il più clamoroso degli autogol: Andrea Agnelli è appena diventato il presidente dell'organismo europeo che controlla e promuove i club del continente. Ma nessuna sorpresa, nel caso: Fantozzi si nasce: E  nello specifico per dirla alla De Curtis, il Fantozzi federale “lo nacque“ .

Non chiedo la testa di Pecoraro perché ormai è inutile.

 Ma rivendico di essere stato l'unico giornalista a farlo per mesi. Argomentando le ragioni delle richiesta.

 Non si è mai visto un uomo di legge che ripetutamente mente, persino di fronte all'evidenza (la replica al comunicato della Procura di Torino) e che pretende di giudicare il prossimo .

L'ho chiesta la testa di Pecoraro, non per ragioni tifose. Non perché sia a libro paga della Juventus. E neppure per disgusto (e ne avrei più di un  motivo)  nei confronti della Federazione . L'ho fatto per una questione etica: di etica. Ma ho dimenticato che sarebbe stata una battaglia che non poteva scaldare il cuore ai  nipotini di Guicciardini. Che sarebbe stata una battaglia senza alleati e inevitabilmente persa.

“Fattilicazzitua“ per dirla con il senatore Razzi, che vivrai meglio.

In effetti ho dimenticato quanto uno dei più grandi drammaturghi moderni fa dire a uno dei suoi personaggi nell'“ Opera da tre soldi“.

“Rivoltatela come più vi pare/ prima viene lo stomaco / poi viene la morale“ .

Parola di Bertold Brecht. Andava bene nel 1928 quando per la prima volta fu rappresentata. Continua ad essere attuale. Continuerà ad esserlo.