Juve-Donnarumma: il matrimonio è logico, ma conviene di più al portiere. Occhio alle sorprese: i bianconeri indicano a destra e comprano a sinistra. Meglio Rakitic di N'Zonzi

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com
20.06.2017 00:15 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Juve-Donnarumma: il matrimonio è logico, ma conviene di più al portiere. Occhio alle sorprese: i bianconeri indicano a destra e comprano a sinistra. Meglio Rakitic di N'Zonzi

Diciottenne minacciato e oggetto di mobbing: la sua azienda vuole costringerlo ad accettare cinque milioni di euro all'anno. A voler fare dell'ironia, si potrebbero inventare decine di titoli per riassumere il caso di mercato degli ultimi giorni, il mancato rinnovo fra Gianluigi Donnarumma e il Milan. Fatti degli altri? Mica tanto. La premessa è che, nelle analisi sul futuro del giovane estremo difensore, la Juventus è stata ampiamente sottovalutata. Si è parlato subito di Real Madrid, Manchester United o PSG, dei bianconeri solo dopo che Marotta ha dichiarato che sono tenuti a provarci. Al netto delle rumorose offerte delle big estere, la Juve invece sarebbe la destinazione più ovvia per il miglior giovane portiere d'Italia. All'estero, anzitutto, Donnarumma non è Donnarumma: è un portiere promettente, ma nel Real, per esempio, sarebbe uno dei tanti potenziali campioni, non un campione fatto e finito. Senza contare che all'estero sottovalutano da sempre il ruolo del numero uno, nell'economia di una squadra. Alla Juve, invece, avrebbe considerazione e tempo di crescere: il primo anno non sarebbe titolare, è vero, ma c'è di peggio che allenarsi con Gigi Buffon per una stagione intera. E poi il futuro sarebbe tutto nelle sue mani.

Fin qui, la parte di Donnarumma. La Juve, invece, dovrebbe considerare con attenzione il da farsi. Le qualità del ragazzo non si discutono, la rottura con i rossoneri però deve comunque far pensare. Non che Raiola sia il diavolo, lo ripeto: penso che sia un ottimo agente, che spesso chiede tanto, che si arricchisce ma fa arricchire anche i propri assistiti, peraltro portandoli nei migliori club del mondo. Nella rottura col Milan, in sostanza, penso che le colpe, se di colpe si può parlare, non siano tutte dalla sua parte, ma da dividere in misura almeno eguale col club. E che non rinnovare un contratto perché si hanno offerte migliori, nel calcio come in qualsiasi altra professione, sia più che legittimo. Il suo ruolo, però, sta diventando troppo ingombrante: quando un agente può sedersi al tavolo con una società e dettare le condizioni, perché di fatto ha più potere della controparte, diventa rischioso averci a che fare. Raiola non è il male assoluto, è solo il prodotto di una certa direzione che sta prendendo il calcio. Se si può, però, meglio evitarne lo scacco. In sintesi: Juve-Donnarumma è il matrimonio più logico che si riesca a immaginare, se davvero lascerà il Milan (e non è detto). Ma è lo scenario migliore per il portiere, mentre la Vecchia Signora potrebbe guardarsi attorno e trovare alternative. Un nome e cognome, anche a costo di essere ripetitivo: Alex Meret.

Il mercato sugli altri reparti, per ora, è in attesa della prima mossa. E il sospetto, con la Juve, è sempre lo stesso: indica a destra e compra a sinistra, fa circolare un paio di nomi e lavora sotto traccia per altri. Dei grandi colpi fin qui ipotizzati, credo poco a quasi tutti, ma ne abbiamo parlato la settimana scorsa: per N'Zonzi ci sono grossi dubbi sul rapporto qualità/prezzo, Douglas Costa è un ottimo giocatore ma anche in questo caso si potrebbe trovare di meglio. A centrocampo, per esempio, occhio a Ivan Rakitic: con l'arrivo di Marco Verratti (fra tutti, prenderei lui e poi si ragiona del modulo, un fenomeno va preso a prescindere) a Barcellona, il croato avrebbe il via libera. Piaceva l'anno scorso, non vedo perché non debba piacere quest'anno. Il profilo da inserire a centrocampo, comunque, è più simile al suo che a quello di N'Zonzi: quello di un top, non di un buon giocatore che non cambia le gerarchie della squadra. Se poi N'Zonzi è da considerarsi più forte di Khedira o Pjanic, allora chiudete questa pagina e a mai più rivederci.

La novità, rispetto all'ultima edizione, è che la rivoluzione parte dalle fasce. Difensive e non solo. In una settimana Dani Alves ha preparato il suo addio: poteva evitare di rovinare il rapporto coi tifosi, ma tant'è. A oggi, quello che ha detto su Dybala può anche essere vero, perché la Juve non è al livello dei primi 2-3 club d'Europa, ma il gap si ridurrà e non è detto che l'argentino debba andare altrove per migliorarsi. Sulla stessa fascia partirà, salvo sorprese, Juan Cuadrado: nulla è deciso, ma il colombiano ha mercato, c'è l'idea di spostarsi e la dirigenza non lo considera un incedibile. Da capire dove andrà: l'esperienza al Chelsea, per esempio, non è stata delle migliori. Ora però a Stanford Bridge c'è Conte, che insegue Cuadrado da anni e potrebbe convincere Abramovich a puntare di nuovo su di lui. Sempre a destra, la cessione di Stephan Lichtsteiner è possibile ma non scontata: non è un mistero che Marotta e Paratici siano pronti ad ascoltare offerte, ma lo svizzero ha il suo peso nello spogliatoio e la Juve è un ingranaggio delicato. La coppia di cui sopra è invece molto più restia ad ascoltare offerte sul fronte Alex Sandro. E fa bene: il brasiliano, a meno di cifre davvero folli, è insostituibile.

Pillole sugli altri: Szczesny è al momento congelato e meno male. È un ottimo portiere, ma se Napoli o Milan lo "soffiano" alla Juve le fanno un favore. In difesa, a prescindere dai retroscena di giornata, attenzione fino all'ultimo a Leonardo Bonucci: è una colonna della squadra, ma il rapporto con Allegri è davvero un interrogativo. Forse sul punto sarebbe il caso che i due chiarissero una volta per tutte come stanno le cose. A centrocampo un nome lo si è già fatto, arriverà qualche sorpresa. Come in attacco: se parte Cuadrado, servono almeno due esterni e magari un trequartista. I nomi sono quelli che circolano: Keita e Bernardeschi li prenderei oggi stesso, di Costa si è già parlato, un ritorno di fiamma per Berardi sembra difficile. Ma con la cessione di Cuadrado e un bilancio già in attivo ci sarebbero spazi di manovra per un colpo da 90 vero e proprio.

Chiusura finale sul chiacchierato (c'è chi dice poco e c'è chi dice molto) ritorno del dottor Agricola: non è un mostro e non è giusto che sia definito come tale. E serve un chiarimento sulla prescrizione: anzitutto, non si capisce perché debba equivalere a una condanna. In seconda luogo, tutti citano la prescrizione decretata in Cassazione, ma dimenticano che la sentenza precedente, in appello, era di assoluzione. Quindi il dottor Agricola è non solo innocente perché "prescritto", ma innocente tout court. Detto questo, ha 71 anni: nella vita si può anche andare in pensione. E, come ha scritto qualcuno comunque più bravo di me, in Italia ci sono oltre 240 mila medici, molti dei quali giovani, alcuni con curriculum altrettanto prestigiosi. Fare una scelta diversa non era obbligatorio. Ma non sarebbe stato neanche inopportuno.