IL SANTO DELLA DOMENICA - STAGIONE DI TRANSIZIONE? NO STAGIONE CHE DEVE DARE RISULTATI . BASTA CON I CALI MENTALI, LE PAROLE DI BUFFON E SARRI ACCENDONO UN CAMPANELLO DI ALLARME. DA OGGI TESTA BASSA E PEDALARE

02.02.2020 00:11 di  Alessandro Santarelli   vedi letture
IL SANTO DELLA DOMENICA - STAGIONE DI TRANSIZIONE? NO STAGIONE CHE DEVE DARE RISULTATI . BASTA CON I CALI MENTALI, LE PAROLE DI BUFFON E SARRI ACCENDONO UN CAMPANELLO DI ALLARME. DA OGGI TESTA BASSA E PEDALARE

  La settimana più difficile dell’era Sarri ce la siamo lasciati alle spalle, il mercato di gennaio pure, credo che adesso sia arrivato il momento di compattare l’ambiente e guardare alle settimane che arriveranno fulcro di un periodo decisivo che non dovrà lasciare a mani vuote la Juve. Nell’aria sento uno strano concetto: quello di una stagione di “transizione”. Tesi che contrasto con forza. Non so cosa porterà nella bacheca il 2020, ma certamente le attese sono importanti. Transizione proprio no, c’è un campionato da portare a casa, una Coppa Italia che potrebbe regalare una finale molto interessante e una Champions che deve essere vissuta con l’idea di arrivare più lontano possibile. Transizione di cosa? In Italia, al netto dei rinforzi arrivati in casa Inter che mettono letteralmente con le spalle al muro Antonio da Lecce, la rosa bianconera resta la più forte. Forse non la più completa, vedi l’emergenza continua sulle corsie esterne basse, ma a livello di valori tecnici non è certamente l’arrivo di un ottimo giocatore come Eriksen che può stravolgere le gerarchie.

Le rivali si sono avvicinate, questo è vero e ciò deve servire da stimolo per tutti i giocatori bianconeri. Ammetto che non mi sono piaciute le parole di Buffon nel post Napoli “Fosse stata una partita decisiva non l’avremmo persa”. Non mi sono piaciute perché la proverbiale fame bianconera non può e non deve mai venire meno, anche se sei primo in classifica anche se le tue dirette concorrenti sono reduci da un mezzo passo falso

Proprio in una stagione come questa i dettagli possono fare la differenza, e scendere in campo molli come al San Paolo non può e non deve accadere. 

La mentalità vincente ha sempre fatto la differenza fra la Juve e gli altri club e questa deve rimaneresenza se e senza ma.  Aspetto sul quale deve lavorare molto l’allenatore. Lui stesso ha confermato il calo mentale della squadra, un’ammissione che per certi versi colpisce e che fa suonare un piccolo campanello d’allarme. In campo vanno i giocatori, ma è il tecnico che deve saper toccare sempre e comunque i tasti motivazionali giusti e non far calare mai e sottolineo mai il livello di attenzione sotto la soglia pericolosa. Da Sarri ci aspettiamo questo, più che il bel gioco e i 700 passaggi a partita. Se la Juve ha subito 16 reti delle 21 totali da posizione di vantaggio qualcosa vorrà dire. E adesso davvero i bonus sono finiti

Testa bassa e ripartire dunque senza pensare al mercato che verrà o alle polemiche sulle frasi di Sarri post Napoli. La stagione entra nel vivo e soltanto un ambiente compatto e deciso, dalla squadra ai tifosi, potrà portare a vivere emozioni intense. 

Prima di chiudere la porta mercato però un saluto a Emre Can, situazione gestita male da entrambe le parti, compreso il giocatore che non ha sfruttato le occasioni trascinandosi dietro malumori comprensibili ma che un professionista deve saper accettare e mettere alle spalle.  Per ciò che sarà invece attenzione al colpo Tonali. La  Juve è in vantaggio su tutte le concorrenti in Italia e da quando ci risulta ha sfruttato il mercato di gennaio per mettere un ulteriore tassello con il Brescia in vista di giugno. Ma ne riparleremo più avanti.