IL SANTO DELLA DOMENICA - QUANDO VINCERE E' L'UNICA COSA CHE CONTA. CONTRO I GRANATA TRE PUNTI D'ORO E SOFFERTI. ECCO DOVE SI DEVE MIGLIORARE LA SQUADRA E COSA SERVIREBBE A GENNAIO...

06.12.2020 00:10 di  Alessandro Santarelli   vedi letture
 IL SANTO DELLA DOMENICA - QUANDO VINCERE E' L'UNICA COSA CHE CONTA. CONTRO I GRANATA TRE PUNTI D'ORO E SOFFERTI. ECCO DOVE SI DEVE  MIGLIORARE LA SQUADRA E COSA SERVIREBBE A GENNAIO...

Per una volta utilizziamo come sintesi della gara con il Toro una delle nostre parole d’ordine “ vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Ecco, partiamo da qui, da tre punti pesantissimi, che debbono essere lo spunto, la spinta e la forza per arrivare alla sosta del 24 dicembre con il maggior numero di punti possibile. Mi prendo anche il cuore, che la Juve ha messo nella parte finale della gara, e quella “garra” che per esempio era clamorosamente mancata a Benevento. Vorrei finire qui il mio intervento domenicale, ma sono costretto anche ad analizzare tutto quello che invece non ci è piaciuto. Diciamolo sinceramente, il primo tempo  ha mostrato una Juve brutta, lenta, impacciata a corto di idee e di movimenti senza palla. Tanto che la prima conclusione verso lo specchio della porta è arrivata al 43 esimo con un tiro debole e centrale di Dybala. Prima molta confusione, un gol preso da calcio d’angolo con tre uomini beffati da Nkoulou, e un miracoloso Szczesny su Zaza. Non ha convinto il 442 con Bentancur e Rabiot in mediana a corto di idee, una squadra molto orizzontale con l’unica soluzione sulle corsie  esterne finalizzata da un cross che spesso e volentieri non trovava mai nessuno in area di rigore.

E con Ronaldo che stavolta non si è acceso, la Juve ha fatto una fatica tremenda a proporre qualcosa di interessante o di pericoloso. Ha colpito l’involuzione di Kulusevski. Qui però’ dobbiamo fare una piccola riflessione. La prima sul ruolo del giocatore. Nel primo tempo è parso spesso spaesato, fuori posizione, quasi un equivoco tattico. Nei primi 45 minuti ha agito da esterno a destra, ha cercato spazi a fianco di Dybala, per finire in un paio di occasioni a pestarsi i piedi con Rolando. Pirlo deve lavorare sul ragazzo, che ha qualità e tecnica, e non può essere certamente bollato come “ fallimento” . Credo però che si debba insistere su di lui in un ruolo ben preciso. Da Dybala, altro giocatore in questo momento nel mirino della critica, ci si deve aspettare di più. Qualche piccolo segnale è arrivato, ma ancora troppo poco. Un indizio però sono gli ultimi minuti. Niente di eccezionale, ma una presenza maggiore, quando, saltati gli schemi, Paulo si è trovato più vicino alla porta. Un caso? Non credo.

Altro aspetto sul quale riflettere il centrocampo. Aspettando la crescita di Arthur, che ritengo ancora l’unico in grado di far cambiare passo alla squadra, ad oggi è innegabile che le cose migliori le abbiamo viste con la mediana a tre. McKennie sembra indispensabile in appoggio al “ regista” e soprattutto pare in questa fase, il giocatore del pacchetto centrale  con il maggior senso di inserimento. Difficile rinunciarci. Da apprezzare infine la crescita di Chiesa, esterno offensivo di indubbie qualità. Una cosa non va mai dimenticata. Questa è una squadra giovane, e il processo di crescita di ogni singolo giocatore, compreso l’allenatore, non può mai essere dimenticato.

Prendiamoci questi tre punti d’oro, con l’auspicio che la scossa sia servita. Bonucci a fine partita lo ha detto chiaro. La squadra a volte non si accende. Aspetto assolutamente da migliorare ed in fretta. Poi arriverà il mercato: ecco qui si dovrà fare un’attenta riflessione. Dato per scontato che non si opererà per far arrivare un centrale difensivo, l’ideale sarebbe portare a casa un centrocampista di manovra e un attaccante di riserva per far rifiatare Morata. Cosi la squadra sarebbe davvero al completo. Ma sarà difficile riuscire a piazzare entrambi i colpi. Nel frattempo diamo fiducia a questi ragazzi, la sensazione è che, seppur tra mille ostacoli e difficoltà, si possa solo  migliorare.