IL SANTO DELLA DOMENICA - LA SPADA DI DAMOCLE SULLA TESTA DI SARRI. UNA SQUADRA CHE DEVE TROVARE EQUILIBRIO INSIEME AI SUOI TIFOSI

29.12.2019 00:05 di  Alessandro Santarelli   vedi letture
IL SANTO DELLA DOMENICA - LA SPADA DI DAMOCLE SULLA TESTA DI SARRI. UNA SQUADRA CHE DEVE TROVARE EQUILIBRIO INSIEME AI SUOI TIFOSI

La delusione per la sconfitta in Supercoppa è ormai alle spalle, la seconda batosta in 10 giorni con la Lazio di Inzaghi deve restare invece una lezione dalla quale ripartire e prendere spunto per la nuova parte della stagione, quella che emetterà i giudizi finali sulla prima Juventus targata Maurizio Sarri . Gennaio sarà un mese fondamentale, non tanto per il mercato di riparazione, quanto per il processo di crescita della squadra chiamata a fare il salto definitivo rispetto a quelli che sono i dettami del nuovo tecnico. 

Il cambio di mentalità estivo porta ancora con sè degli effetti collaterali. Vincere dominando la partita. Questo vuole l’ex tecnico del Chelsea, rispetto ad una squadra che negli ultimi anni ha vinto tantissimo, magari accontentandosi, speculando sul gol di vantaggio, che tanto prima o poi arrivava. Oggi la Juve è un ibrido, spinta in alcune occasioni ad azzannare l’avversario, senza però riuscire a dominarlo completamente. Ed ecco che per vincere le partite saltano fuori poi le qualità individuali, quelle che tante volte hanno risolto le gare anche negli anni passati, a discapito del bel gioco e dello spettacolo, che senza risultati resta fine a sé stesso 

Il cartello lavori in corso è ancora visibile con alcune urgenze da sistemare subito. La fase difensiva è quella che preoccupa di più. I numeri lo dicono chiaramente: non solo il gol a partita preso di media, qualcosa che non accadeva da ben 10 anni, ma anche le occasioni concesse, le parate dei nostri portieri 79 , mai cosi tante negli ultimi 8 anni, e una certa facilità degli avversari di entrare nella nostra area di rigore e concludere nello specchio. 

Tutte situazioni che devono essere corrette, altrimenti diventeràcomplicato raggiungere i traguardi prefissati. Parliamoci chiaro. Per quanto quest’anno sia ancora più difficile, lo scudetto resta l’obiettivo minimo non tanto della stagione, chi vi scrive lo ritiene sempre un valore importantissimo, quanto per Maurizio Sarri. 

La scelta che ha fatto la società a giugno è stata indubbiamenteparticolare. Di solito si cambia quando non si vince, nel nostro caso si è cambiato perché non più soddisfatti di come si arrivava alla vittoria. E questa è certamente una spada di Damocle che pende sulla testa di Sarri, ma anche su quelle di Nedved e Paratici, artefici della “rivoluzione” di giugno. 

Le somme si tireranno più avanti, farlo adesso sarebbe parziale e non completo. La classifica e il percorso in Champions sono positivi, due sole sconfitte e 4 pareggi in mezzo a 19 vittorie parlano chiaro. Fermarsi a questo però vorrebbe dire chiudere gli occhi. Molti ingranaggi ancora non girano come dovrebbero, lo stesso attacco non concretizza per quanto produce, e il centrocampo, vero rebus di questa prima parte di stagione, non convince

Cosi come le scelte di liberarsi troppo frettolosamente di EmreCan e in secondo luogo di Mandzukic  lasciano almeno qualche dubbio, piccole falle alle quali adesso deve essere messa un toppa. Non tanto per sostituire l’attaccante, anche se la pista Haalandresta calda, quanto per trovare un giocatore che possa dare maggior equilibrio al reparto mediano.

I “rinforzi”arrivati in estate non hanno garantito quanto chiesto. Rabiot resta un oggetto misterioso, Ramsey bloccato dai troppi infortuni e impiegato in un ruolo non proprio naturale per lui.  Basti pensare che insieme hanno totalizzato 1220 minuti, meno di Pjanic e Matuidi da soli. Tra le spine delle ultime settimane, occhio a perdere di vista anche Bernardeschi, passato da trequartista inamovibile a panchinaro fisso, cosi come De Ligt ,reduce da 4 panchine consecutive

Insomma il lavoro non manca, smaltiti panettoni e pandori si dovrà tornare sotto con grande intensità. Per sognare serve una svolta, la squadra, almeno in Italia, resta ancora la più forte al netto del mercato di gennaio. Ma senza equilibrio, anche da parte dei tifosi, sarà difficile raggiungere i traguardi sperati. Buon 2020  a tutti…