SOTTOBOSCO - Mi sono dimesso da "tifoso". Maglia assurda, gara squallida e fallimento visibile. Allegri non garantito da contratto multimilionario, occhio alla clessidra: ci sono due indizi. Ora Gravina e Chinè devono dimettersi

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
18.04.2022 00:18 di  Andrea Bosco   vedi letture
SOTTOBOSCO -  Mi sono dimesso da "tifoso". Maglia assurda, gara squallida e fallimento visibile.  Allegri non garantito da contratto multimilionario, occhio alla clessidra: ci sono due indizi. Ora Gravina e Chinè devono dimettersi

Mi sono dimesso da “tifoso“. E non perché  la Juventus sta deludendo. Mi  “dimesso” un minuto dopo che la Juve era scesa in campo. Con quella maglia: pura  violenza da parte dei creativi. In quella assurda divisa  è racchiusa anche l'attuale crisi della Juventus. Che ha molti responsabili. E che contro il Bologna in un match “squallido” (nessun tiro in porta nel primo tempo)  ha avuto il suo culmine. Volevano proprio cambiare la maglia ? Dovevano far ascoltare a quei creativi un vecchio 45 giri di Mina: “Una zebra a pois“. Magari partorivano qualche cosa di decente.

Sono depresso. Sabato ho fatto l'errore di guardare prima di Juventus – Bologna, il match tra City e  Liverpool. Ho assistito ad un “altro sport“ .

Gravina se ne deve andare. Ha fallito. Sta campando su un Europeo, vinto da Mancini (in primis) e dai giocatori. Vinto grazie anche ad una buona dose di fortuna. Gravina gode di ottima stampa. Ma non puoi innamorarti di un presidente che non ha prodotto, finora,  una sola riforma.

Se ne deve andare anche il procuratore federale. Non è accettabile che le società siano state sbattute  in prima pagina per la vicenda plusvalenze, salvo venire prosciolte. Dopo  che si è scoperto che Chinè e i suoi collaboratori avevano giocato al "fantacalcio“. Questo significa che le plusvalenze sono tutte regolari? No: significa che il metodo Chinè era un metodo destinato al fallimento. Le società fanno artifici contabili che  "noi umani, eccetera“. Ma bisogna dimostrarlo. Non  fosse la realtà, potrebbe essere la trama di un racconto di Italo Calvino: “Il valore inesistente“ .   

Ho difficoltà a parlare della Juventus. Il fallimento è visibile . Da tre anni la società ha smarrito la strada. Non c'è un progetto: se c'è non si vede.  Pare che per fronteggiare una situazione emergenziale, la Juventus dopo aver rinunciato a Dybala, dovrà cedere De Ligt, pezzo pregiato dell'organico. Sperando di potersi liberare dei Ramsey (che tornerà) degli Arthur (che nessuno vuole), dei Rabiot, dei Costa, dei Pjaca. Allegri continua a predicare “halma“ . Ma la Juve vista contro il Bologna è  sembrata simile a quella decapitata dall'Empoli.  Quante colpe ha l'allenatore? Non ne ho idea. Però non  mi piace un allenatore che quasi si compiace per aver fatto un punto che “avvicina alla conquista del quarto posto“. Se Allegri reputa di essere garantito da un contratto multimilionario, reputa male. Solo il suo conto in banca è garantito.  Il silenzio dell'Allianz è un indizio. Le parole di Lapo, un altro. Occhio alla clessidra.  L'azionista di maggioranza, non tollererà  oltre. Lo tenga presente, Allegri. Si metta  a lavorare sui  giovani. E speri che la proprietà gli prenda un regista. Se non glielo prenderà, veda di far giocare dalla prossima stagione, Fagioli. Serve uno che  faccia girare la squadra. Oggi la Juventus è simile alla  piazza di Roma “diretta“ dal “pizzardone“ Albero Sordi. Per dirla con un francesismo: un casino.