L'IMBOSCATA - Chiacchiere e inchieste, urge chiarezza. Occhio a ricorso Giraudo. Juve-Inter e un campionato pieno di macchie. Futuro Dybala ed erede: indiscrezione bomba. Lapo presidente? Candidata a successione Agnelli è donna di polso

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
01.04.2022 01:20 di Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - Chiacchiere e inchieste, urge chiarezza. Occhio a ricorso Giraudo. Juve-Inter e un campionato pieno di macchie. Futuro Dybala ed erede: indiscrezione bomba. Lapo presidente? Candidata a successione Agnelli è donna di polso
© foto di Andrea Bosco

Credo sia la prima volta, in tanti anni che seguo il calcio e la Juventus: la partita contro l'Inter non mi appassiona. Non mi importa degli sfottò di questo o quel comicastro. Non mi importa se Dybala segnerà scatenando  rimpianti. A proposito: Dybala in Spagna all'Atletico e Joao Felix (con Morata) alla Juve? Voci. Anzi una voce. Solitamente informata.

In ogni caso non mi importa se Dybala (ma proprio non pare)  mai dovesse vestire la maglia dell'Inter. In passato lo hanno fatto campioni ben più importanti di lui: da Anastasi a Causio, a Tardelli, a Schillaci, a Baggio (sia pure con intermezzo milanista). Lo ha fatto da allenatore Antonio Conte. “Loro” mandarono Boninsegna. E fu uno dei  capolavori di Giampiero Boniperti. Il problema non è Juve- Inter. La possibilità o meno di Allegri di recuperare sulle prime. Il problema è il calcio, in generale. Il problema, in secundis, è la Juventus intesa come società, fatta oggetto di  chiacchiere e inchieste. E come recita il proverbio, di solito quando “c'è fumo, c'è anche arrosto“ . Vorrei maggiore chiarezza. Del resto la Juventus paga il fatto di non aver mai – compiutamente -  fatto i conti con il suo passato.  I dirigenti artefici dei successi ante Calciopoli, sono stati rimossi dal Museum. Ma quei dirigenti, prima della stagione dei veleni, avevano fatto vincere titoli nazionali e coppe (anzi: tutto quanto era possibile vincere) alla Juventus. Che senso ha “rimuovere”, se poi a 16 anni di distanza da quei fatti, ancora si va al Tar per chiedere la “revoca“ dello “scudetto di cartone“ dalla bacheca interista?  Se ci furono colpe, in quella stagione, da parte di quei dirigenti (e ci furono)  non furono i soli a peccare. La Juventus accettò di pagare più di tutti. Quando almeno su un punto avrebbe dovuto reagire: quella  “infame” decisione  di Guido Rossi che ancora fa  discutere. Parliamoci chiaro: se a Strasburgo il ricorso presentato da Antonio Giraudo, otterrà  soddisfazione, a Torino, in villa, nessuno stapperà  champagne. Sarebbe una matita rossa e blu sulle decisioni del 2006. Se Giraudo dovesse  mai vedersi “risarcito“, sarebbe impensabile per la Juventus non fare i conti con quel passato. Con quella “valutazione” chiesta allora, dall'ex presidente Cobolli Gigli, all'avvocato Dupont ( uno dei legali  che stanno sostenendo al tribunale dei Diritti Umani le ragioni di Giraudo ) e sparita nel nulla. Con l'attivismo da parte di Luca Cordero di Montezemolo (Blatter dixit ) affinché  la Juventus evitasse (come aveva fatto anni prima il compianto Gaucci) di andare al Tar  bloccando  i campionati. La Juventus dopo 9 scudetti di fila, dopo coppe nazionali vinte, dopo essere resuscitata (grazie alle periodiche iniezioni di liquidità dell'azionista di maggioranza John Elkann) si ritrova come nel più banale dei monopoli quasi alla casella iniziale. Le inchieste (che profumano di fuoco amico) le impongono di dar conto delle sue azioni. Lo prevede la legge. Magari alla fine di tre gradi di giudizio, nel caso. Non prima:  come per  repellente abitudine,  fanno alcuni media .

Non mi appassiona perché  non mi è piaciuto come la Juventus ha archiviato la debacle contro il Villarreal: ennesima gaffe in Champion's. Non è stata solo una partita persa. E' stata un disastro. Non analizzato, non indagato. Coperto  dall'incalzare del campionato e quasi banalizzato. Non fanno così in Stellantis: se sbagliano un modello di auto succede il finimondo.

Non mi appassiona Juventus – Inter perché il campionato è falsato per determinante complicità del Palazzo. Come testimoniano le date di recupero definite per le gare (ancora oggetto di ricorsi)  rinviate per covid. Il neo presidente della Lega, Casini, ha auspicato che in “futuro” i rinvii non vengano  dilazionati  e che il Coni, al pari della Giustizia Sportiva, siano più solleciti nel definire le singole posizioni. Ha ragione Casini, visto che solo ora, con colossale presa per i fondelli, la Procura Federale  ha provveduto a deferire Aurelio De Laurentiis e il responsabile sanitario del Napoli, Raffaele Canonico per aver consentito la trasferta contro la Juventus a tre giocatori, sottoposti a quarantena domiciliare. Parliamo del 6 gennaio scorso. Hanno ragione le mosche cocchiere partenopee ad indignarsi. Non si può operare in questa maniera. Anche perché  il Napoli non arrischia il 3-0 a tavolino e conseguente penalizzazione in classifica. C'è il precedente di Immobile  che giocò “positivo“ contro il Torino. Furono sanzionati solo i medici della Lazio. La giustizia sportiva è una  giustizia che Gravina non riformerà mai. Perché in fondo a Gravina (che non si presentò come parte lesa al Coni per la prima vicenda-- sempre loro – Juventus – Napoli, arrivando a sputtanare il suo giudice Sandulli che aveva ritenuto il Napoli responsabile di “dolo preordinato“) sta bene così. Gli stanno bene 20 squadre in serie A. Gli stanno bene le 60  in Lega Pro. Sogna i fondi governativi. Ha la responsabilità di aver consentito un calendario folle che ha penalizzato la Nazionale di Mancini, oltre  a quella di essere un  presidente Figc che ha fallito la qualificazione al Mondiale. Ma  non si è dimesso. Anzi, si è autori-confermato mesi prima dello sfracello azzurro. Almeno Carlo Tavecchio, con tutte le sue gaffes, aveva avuto la dignità di lasciare. Ma gli uomini come Gravina si reputano indispensabili. Hanno la faccia tosta di ipotizzare riforme  che poggiano sul “nulla“. Quanti  alla sua   tavola  rosicchiano avanzi, lavorano indefessamente (anche in alcune redazioni) affinché nulla cambi.  In molti mi hanno scritto: dica che Gravina non può restare al suo posto. Più di così, cosa devo fare? Scrivere che Gravina ruba le caramelle ai bambini? Non è improbabile. Ma non ho le prove.

Non mi appassiona questo campionato opaco, pieno di macchie. E non mi appassionano le tabelle. La Juve non merita questo scudetto. Non lo merita l'Inter. E tra Milan e Napoli oggi è difficile dire chi lo meriterebbe. Sono due squadre incompiute. Zeppe di difetti. Napoli (non il Napoli) meriterebbe un titolo che sovente le è sfuggito. Una volta, persino sul “divano“. Il Milan è la squadra cresciuta di più. E non avesse altri meriti (e ne ha molti) Pioli ha quello di aver fatto maturare  il futuro perno della Nazionale. Quel Sandro Tonali che la Juventus lasciò andare, dimostrando, ce ne fosse bisogno, che Paratici, all'epoca, aveva idee estremamente confuse .

La Juventus: l'ultima è che l'avventura di Andrea Agnelli sarebbe agli sgoccioli. Al suo posto ha scritto Dagospia, riprendendo un post di Tag 43, Yaki  Elkann sarebbe intenzionato  a mettere sulla poltrona di presidente Juve, il fratello Lapo. Non credo avverrà. Non nell'anno del centenario alla presidenza - proprietà della famiglia Agnelli.

John Elkann avrebbe anche tentato di “vendere“ la Juventus. Fake, questa. Elkann – è vero – ha cercato un socio. Ma di minoranza. Il gruppo arabo interessato, ha declinato l'offerta una volta accertate le condizioni. Lapo Elkann, è una suggestione. Lapo è un imprenditore geniale, per alcuni aspetti assomiglia all' Avvocato, è un grande tifoso  della Juventus . Ma  sarebbe anche un  presidente poco disposto ad accontentarsi di una Juve di transizione. A Lapo piacciono i giocatori di classe, inevitabilmente costosi. Ma le prossime stagioni saranno per la Juventus di riflessione. Arrivabene è a Torino  per sistemare i conti. C'è piuttosto un altro parente di John in lizza per la sedia del cugino (destinato probabilmente ad altri incarichi nell'universo Exor): la sorella Ginevra. E' lei il vero candidato alla successione di Andrea. Un presidente donna. Brillante,  inserita in consigli di amministrazione che fatturano miliardi. Geniale nella comunicazione (ha lavorato nel cinema anche Bertolucci). Chi la conosce sostiene sia una donna di polso.  Tifosa? Beh gli Agnelli e gli Elkann sono “per contratto” tifosi di Madama: è la loro creatura. Ginevra è il tipo di manager che non teme le scelte difficili. E' la quarantenne,  Ginevra Elkann, che serve alla Juve.

A proposito di donne. Finisce a Lione l'avventura delle ragazze bianconere che inseguivano la semifinale di Champion's. 3-1 per le pluri-campionesse francesi dopo il 2-1 conseguito da Girelli e compagne a Torino. Oggettivamente la gara di Lione è stata durissima: francesi superiori. Ma la Juventus ha dimostrato di essere in crescita. E senza le due occasioni sprecate da Hurtig a Torino e a Lione oggi sarei qui a scrivere di un'altra storia. Tutta esperienza per una squadra che cinque anni fa non esisteva. Oggi  la Juve è una realtà europea. Ha ogni  possibilità di giocarsela in campionato (dove guida con cinque punti di vantaggio) e in Coppa Italia. La sconfitta di Lione deve essere considerata dalla squadra di Montemurro come  una tappa. A fine stagione, se Gravina non si rimangerà la promessa, il calcio femminile otterrà il professionismo. E una lega professionistica diventerà appetibile anche per giocatrici che fino ad oggi hanno preferito  società britanniche, francesi ed iberiche dove  il professionismo da anni è consentito. La Juventus femminile (che a dirigerla, ha un grande professionista  come Braghin) , farà le sue valutazioni per  rinforzarsi. La tecnica non manca. Manca una maggiore stazza fisica e l' abitudine a giocare a certe velocità . A Lione (ma anche a Torino) ad un certo punto la fatica si è fatta sentire. Da parte di un estimatore del calcio femminile, un grande in bocca al lupo. Alle ragazze della Juve. E all'intero movimento. Che è ancora “pulito“. Ancora non inquinato da azzeccagarbugli, furbi e furbastri. Anche se il boccino, anche qui, è nelle mani del conosciuto gattopardo.