Gli eroi in bianconero: EMRE CAN

Pionieri, capitani coraggiosi, protagonisti, meteore, delusioni; tutti i calciatori che hanno indossato la nostra gloriosa maglia
12.01.2021 10:30 di  Stefano Bedeschi   vedi letture
Gli eroi in bianconero: EMRE CAN
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

«Voglio dire grazie a tutta la Juventus per il supporto. Ai miei compagni di squadra, allo staff e a tutti dietro le quinte. È stato un onore rappresentare questo grande club e porterò i ricordi nel mio cuore. Grazie mille. Forza Juve».

LA MAGLIA DELLA JUVE DEL 31 GENNAIO 2020
Un lungo corteggiamento caratterizzato dalla reciproca determinazione a convolare a nozze: il matrimonio fra Emre Can e la Signora pareva destinato a durare molto più a lungo e a regalare ai congiunti ben altre soddisfazioni. Invece, a un anno e mezzo dal suo approdo sotto la Mole bianconera, il nazionale tedesco ha già lasciato l’Italia per tornare nella terra che gli ha dato i natali: Can si trasferirà al Borussia Dortmund con la formula del prestito oneroso con obbligo di riscatto. I gialloneri verseranno complessivamente nelle casse sabaude una cifra vicina ai 30 mln di euro, bonus compresi.
Emre, nel corso della sua prima annata bianconera, si era fatto notare positivamente, malgrado un problema alla tiroide lo avesse estromesso dai giochi lungo la prima parte della stagione. La sua eccellente prestazione contro l’Atletico nel retour match di Champions League, quando si esibì da centrale difensivo aggiunto, rimarrà a lungo nella memoria dei fan della Goeba, autrice, nella circostanza, di una rimonta leggendaria.
Terminata la sfida con i Colchoneros, la Vecchia pensava di aver trovato in lui un cardine per gli anni a venire. Invece, non è andata così. Con l’avvento di Sarri al posto di Allegri, il jolly ha perso considerazione in seno al club, finendo escluso dalla lista inerente gli arruolabili per la prima fase della Coppa Regina. Una volta appreso del taglio, l’ex Liverpool non ha mascherato il proprio risentimento, affermando di esser stato preso in giro dal tecnico: se avesse saputo a tempo debito di non poter far parte dell’arengo continentale, avrebbe preso in considerazione le offerte di altri club. Il calciatore, dopo esser tornato sui suoi passi ed aver sotterrato l’ascia di guerra, è rimasto nei ranghi.
La frattura fra l’atleta e il trainer del sodalizio piemontese era comunque avvenuta, una frattura non facile da ricomporre: si era salvata la forma ma non la sostanza. Il basso minutaggio riservato dal mister nel corso del campionato ha fatto sì che Can finisse per chiedere ed ottenere la cessione. La Juve intascherà una ricca plusvalenza, il ragazzo era stato a suo tempo arruolato a parametro zero: sul piano economico, un buon affare. Sul piano tecnico, invece, perdiamo un elemento che avrebbe potuto rivelarsi prezioso per una mediana non sempre intonata.
Nel complesso, Emre Can se ne va (con un ruolino di 45 presenze e 4 reti) da incompiuto, ed è palese che la sua questione avrebbe dovuto esser meglio gestita da tutti un po’. Dal canto suo, Emre ha palesato un attaccamento ai colori bianconeri di basso profilo: sappiamo che al giorno d’oggi la quasi totalità dei giocatori di medio/alto profilo pretendono di figurare in Champions League come condizione basilare al fine di legare i propri destini a una causa: ma sappiamo anche che esistono uomini come Lichtsteiner o Cuadrado, che hanno sempre anteposto agli interessi personali le volontà della Juventus. Facendo buon viso a cattivo gioco quando occorreva, continuando a faticare come e più di prima con lodevole professionalità, in nome di un ideale fondato nel 1897 e chiamato Gioventù.
Auf Wiedersehen, Emre.