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Tre domande al primo allenatore di Chiesa: "E' il sogno azzurro, ieri ho rivisto lo stesso bambino di sette anni. La Juve lo ha ancor più consacrato"

07.07.2021 15:00 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Tre domande al primo allenatore di Chiesa: "E' il sogno azzurro, ieri ho rivisto lo stesso bambino di sette anni. La Juve lo ha ancor più consacrato"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Per la seconda volta è stato nominato come migliore in campo in una gara dell'Europeo, ma rispetto alla sfida col Galles qui ha un sapore più speciale. L'uomo del momento in casa azzurra è sicuramente Federico Chiesa, reduce dall'ennesima grande prestazione e uno degli elementi chiave della prossima Juve targata Max Allegri. La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, il suo primo allenatore alla Settignanese, Alessandro Francini:

Hai rivisto quel bambino che hai conosciuto quando aveva solo sette anni?

"Sì, ho rivisto quel ragazzotto conosciuto alla Settignanese. Federico aveva un entusiasmo e un'allegria nettamente superiore alla media, già all'epoca riusciva a calciare indistintamente con entrambi i piedi. Il gol alla Spagna mi ha ricordato uno che fece in quel periodo, in cui riuscì a piazzare il pallone nell'angolo opposto al portiere. A quell'età si fa fatica a calciare, figuriamoci coordinarsi e riuscire a segnare in quel modo. Il ragazzo che ho visto ieri a Wembley è molto maturo e ne ha fatta di strada. Ogni volta che lo vedo, mi rende orgoglioso del nostro vissuto insieme".

Come è riuscito a diventare un idolo nazionale?

"Rappresenta il sogno azzurro, il bambino di oggi vuole emulare le sue gesta. Ispirarsi all'estro composto anche da quel pizzico di follia vien naturale per chi lo segue. Nessun calciatore in Europa possiede una abilità come la sua, perché solo lui è in grado di spostare la palla e di calciare subito verso la porta. Non si spiega il perché Mancini lo tenesse in panchina, forse stava solo aspettando di vederlo in una condizione straripante come questa".

Nell'ultima intervista dicevi che la Juve lo avrebbe consacrato. A distanza di qualche mese, sei ora più convinto di questa affermazione?

"La Juve lo ha responsabilizzato, ma di certo stiamo già parlando di un calciatore che aveva trascinato la Fiorentina con le sue giocate. Nello sfortunato ottavo di finale con il Porto, è Federico a tenere a galla la sua squadra con i gol e le occasioni migliori. A Torino si è ancor più consacrato. Con un giocatore come lui, tutto è sempre possibile".

Si ringrazia Alessandro Francini per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.