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Simone Padoin: "Delusione Champions, il campionato non è allenante. Juve, per lo scudetto puoi anche non vincerle tutte. Cagliari? Partita difficile. Su Pjanic..."

11.03.2021 11:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Simone Padoin: "Delusione Champions, il campionato non è allenante. Juve, per lo scudetto puoi anche non vincerle tutte. Cagliari? Partita difficile. Su Pjanic..."
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La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex calciatore bianconero e doppio ex della sfida col Cagliari, Simone Padoin, per parlare approfonditamente del momento in casa Juve e non solo:

Hai vissuto col Bayern una serata simile a quella accaduta col Porto qualche giorno fa. In quali condizioni, poi, si arriva poi alla sfida di campionato?

"C'è qualche differenza tra le due eliminazioni, in primis per l'avversario e poi sul come si è usciti. Immagino ci sia tanta delusione sul come è finita col Porto, per come la Juve è stata capace di regalare il primo tempo. I giocatori sono intelligenti, sono consapevoli del fatto che non si possa abdicare già a marzo e quindi c'è un po' di tempo per recuperare in campionato. La Champions ora va archiviata, ora bisogna pensare a recuperare l'Inter e alla finale di Coppa Italia con l'Atalanta. Le possibilità per farlo ci sono, a mio parere sono molto alte".

La Juve non ha solo regalato il primo tempo del ritorno, ma anche gli 80' della sfida disputata al Do Dragao. Come spieghi che una squadra così rodata, forte, piena di campioni, possa sbagliare quasi sempre l'approccio alla partita?

"E' difficile da spiegare, in molti casi la Juventus è stata bravissima a recuperare. Il pensiero va alla sfida con la Lazio, non era iniziata bene e poi è arrivata la grande prestazione. Col Porto la squadra è partita fortissima, poi ha preso due o tre contropiedi ed ha iniziato ad aver paura. Se la Juve avesse affrontato un avversario più forte, credo proprio che la pratica sarebbe già stata chiusa nel primo tempo. Invece i portoghesi hanno segnato un solo gol, consentendo alla Juve di rimanere in partita. C'è grande rammarico per l'eliminazione, l'ottavo di finale era alla portata".

Purtroppo anche se sei fortissimo, nel gioco del calcio non puoi sempre avere la capacità di ribaltarla.

"Sono pienamente d'accordo, ma forse c'è un altro aspetto da considerare: in Italia è un conto, in Europa un altro. Le squadre che vai ad affrontare sono diverse, il Porto si difendeva benissimo ed era devastante in fase di ripartenza. C'è quella qualità che qui spesso manca, perché non tutte giocano così. Senza andare a scomodare l'Atalanta, a me viene in mente il Verona che gioca con veemenza e senza timore dell'avversario. Questo modo di giocare è il futuro, noi siamo rimasti un po' indietro. Chi ha cambiato la mentalità sta ottenendo risultati, bisogna darsi una svegliata".

Quindi sei d'accordo con Fabio Capello? Lui ha sempre ribadito che il campionato italiano non è allenante.

"Mi dispiace affermarlo, ma i risultati dicono questo. Considero la Juve una squadra fortissima e l'Inter è in piena crescita, ma in Europa tutto questo non basta. E' brutto da dire perché reputo il nostro campionato molto complicato, però c'è molto da fare. Il Porto mi è piaciuto molto, si è difeso con ordine ed ha un po' snaturato la tradizione delle squadre portoghesi che avevano solo tecnica e basta. Forse questo è dato anche dal suo allenatore che è cresciuto calcisticamente in Italia".

Ci sono stati due rovesci della medaglia: Chiesa che ha fatto il CR7 e Cristiano che invece ha un po' tradito le aspettative.

"Con Cuadrado, Morata e Danilo, Chiesa è il migliore di questa stagione. Senza soffermarsi sul Porto, ma già contro la Lazio era indemoniato. Federico sta dimostrando di giocar benissimo anche a sinistra, Pirlo ha capito fin da subito le sue caratteristiche. Mi piace tantissimo non solo per le giocate, ma anche per l'atteggiamento. Ha cuore, forza, veemenza, la sua qualità in questo momento fa la differenza. Cristiano, invece, non sta vivendo il suo miglior momento di forma, è chiaro che l'allenatore mette in campo chi per lui sta meglio in quel momento. Io, ad esempio, non rinuncerei mai a lui, ha quel killer instinct che quasi in Europa possiede. Con lui molto spesso parti già dal risultato di 1-0".

E' un po' come Tevez nella tua Juve, anche Conte non rinunciava mai a lui.

"Sì, anche se i due giocatori sono diversi: Tevez si sbatteva di più per la squadra e faceva il lavoro sporco, Cristiano è diverso da questo punto di vista. Carlos è stato importante per la Juve, così come lo è il portoghese oggi".

Il Cagliari di tre settimane fa era una squadra diversa da quella che la Juve affronterà domenica sera. Che partita sarà?

"Sarà una partita difficile, il Cagliari a differenza dei bianconeri ha avuto tutta la settimana per preparare bene questo match. Con il cambio in panchina ha invertito la rotta, l'atteggiamento mi è piaciuto molto. Per la qualità della sua rosa, si trova in una posizione di classifica difficile da pronosticare all'inizio della stagione. A proposito di pronostico, non è semplice poterlo fare questa volta".

In effetti con Nainggolan, che all'andata non c'era, Godin e Joao Pedro che ha ritrovato la via del gol, il Cagliari dovrebbe essere altrove.

"Assolutamente, poi questo è il Cagliari migliore delle ultime stagioni a livello di qualità. A gennaio sono arrivati nomi importanti come Rugani e Asamoah, due giocatori di assoluta esperienza, ed è tornato Nainggolan che è sempre determinante in Sardegna. Non sarà semplice, i giocatori hanno ripreso fiducia e sono affamati di punti salvezza. La Juve dovrà stare molto attenta".

La tua Juve riuscì a fare 25 vittorie in 27 partite per recuperare il grande svantaggio accumulato all'inizio della stagione 2015/16, questa squadra a tuo avviso può vincere tutte le partite mancanti da qui al termine della stagione?

"E' complicato, perché ogni partita nasconde delle insidie. Indipendentemente da questo, la Juve dovrà provarci senza aver paura di riuscirci. L'Inter non è distantissima, può ancora perdere qualche punto per strada e c'è ancora uno scontro diretto da giocare. Si può fare, per me puoi anche non vincere le tredici sfide mancanti. L'importante è che i ragazzi siano convinti di potercela fare".

Si inizia a parlare di rivoluzione Juve, a centrocampo come miglioreresti questa rosa?

"Fosse dipeso da me, un giocatore come Pjanic non lo avrei mai mandato via. E' vero che non aveva fatto una gran stagione, ma con l'addio di Sarri lo si poteva tenere. E' in grado di garantire un po' di gol, bravo sulle punizioni e sui corner, decisivo nelle varie situazioni di gioco. Nell'ultimo periodo, poi, Bentancur non sta attraversando un buon momento, per me lui è da Juve ma non è un regista davanti alla difesa. Rodrigo deve agire come interditore, ma è chiaro che questi discorsi debbano essere affrontati con il mister. Il connubio con la società è importante, ragioneranno insieme sul chi inserire".

Pjanic neanche a Barcellona sta facendo bene, la Juve può tentare di riprenderlo?

"Questi discorsi vanno affrontati con Fabio (Paratici ndr), quella è solo una mia idea in quanto sono innamorato calcisticamente di Pjanic. Non è solo forte dal punto di vista tecnico, ma anche per il temperamento e l'atteggiamento che ha in campo. Perché parla tanto, rompiscatole, va a parlare spesso con l'arbitro, tutte cose importanti che ad oggi fatico a vedere in questo reparto".

Si ringrazia Simone Padoin per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.