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L'ex Sassuolo Gregucci: "Juve, prendi Carnevali. Allegri ha fatto la storia ma il corto muso è superato"

Ex difensore oggi tecnico, Gregucci ha allenato Venezia, Salernitana, Lecce, Vicenza, Atalanta, Sassuolo e Reggiana, oltre a lavorare con Mancini tra il Manchester City e la Nazionale.
25.04.2022 14:00 di Marco Spadavecchia   vedi letture
Gregucci in Nazionale
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Gregucci in Nazionale
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

"Sarà una partita combattuta ma la Juve resta favorita. I bianconeri sono più forti e hanno una zona Champions da blindare, il Sassuolo non deve chiedere più moltissimo al suo campionato. Attenzione comunque, i neroverdi sono stati in grado di vincere nobilissimi match, gli ultimi contro Atalanta, Fiorentina e Inter. Quando ti chiami Juventus vincere è l'unica cosa che conta, diceva qualcuno più importante di me. Il quarto posto darebbe una mano ai conti e sarebbe la giusta ripartenza per il prossimo anno, vero, ma la Juve proverà anche a vincere la Coppa Italia per finire la stagione sollevando un trofeo" le parole di mister Angelo Gregucci, ex allenatore del Sassuolo e collaboratore di Roberto Mancini con gli Azzurri e ai tempi del City. 

Il Sassuolo è da anni fucina di giovani talenti. Qual è il segreto?
"Programmazione e lungimiranza. Il club neroverde rappresenta la progettualità più illuminata del calcio italiano. Carnevali è un fuoriclasse, è un dirigente coraggioso e con idee chiare. Fossi nella Juventus o comunque in un grande club comincerei a farci un pensierino. E poi c'è il ds Giovanni Rossi e il lavoro dei tecnici. De Zerbi in un anno diede Scamacca al Genoa e il giocatore esplose, si salvò con Caputo e poi fece sbocciare un giovane come Raspadori. Una visione d'insieme incredibile".

Che idea si è fatto della corsa scudetto?
"E' un campionato dove non ci sono valori assoluti. Tra novembre e dicembre l'Inter sembrava ingiocabile, poi ha sbandato e si sono fatte sotto le altre. Paradossalmente la squadra di Inzaghi si è riappropriata della propria forza vincendo nella partita giocata peggio, quella contro la Juventus. Gara che per prestigio e spinta emotiva ha dato tanto. Rovescio della medaglia, la Juve ha probabilmente giocato la sua miglior gara contro l'Inter perdendo immeritatamente. Il Milan sta facendo un grandissimo lavoro, complimenti a Maldini e a Pioli che hanno tenuto dopo le voci su Rangnick e valorizzato tanti singoli. Ibrahimovic ha permesso ai giovani di pensare in grande. Il Napoli è una squadra forte che però dalla Coppa d'Africa in poi ha lasciato troppi punti in giro". 

Risultatisti e giochisti, il dibattito è sempre aperto. Lei da che parte sta?
"Il calcio è cambiato molto negli ultimi dieci anni. Le vittorie di corto muso non portano più a dama. Conviene pensare a una proposta di calcio più elevata. Oggi si difende con le braccia dietro schiena e c'è il Var. E quindi restare nella propria area è troppo rischioso, succede di tutto. La logica e la ragione ci dicono che una squadra che si pone l'obiettivo di vincere ad alti livelli debba avere una proposta più offensiva rispetto al passato. Con il suo corto muso Max ha fatto letteratura e quindi la storia, cambiando il dizionario della lingua italiana, verissimo. Ma credo che sia sempre più complicato raggiungere grandi obiettivi con quel tipo di calcio".