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Il doppio ex Bonetti: "Il Bologna proverà a vincerla. Allegri ha ragione, il calcio non si impara sui libri"

L'ex centrocampista di Juventus e Bologna, tra le altre, presenta la sfida di questa sera alle 18.30 all'Allianz Stadium tra bianconeri e rossoblù
16.04.2022 16:25 di Marco Spadavecchia   vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Il doppio ex Bonetti: "Il Bologna proverà a vincerla. Allegri ha ragione, il calcio non si impara sui libri"
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"Sarà una partita tosta: da una parte gli obiettivi della Juve, dall'altra la spensieratezza dei rossoblù. Il Bologna sta bene, sta dando qualcosa in più per Mihajlovic e cercherà la vittoria. Sarà una gara aperta con la Juve che proverà a dominarla, cosa che non sempre accade" le parole di Ivano Bonetti a Tuttojuve, doppio ex della partita.

Tra gli obiettivi della Juve ci mette anche lo scudetto?
"La Juve ci proverà fino in fondo, finché l'aritmetica permetterà di pensare anche al titolo. Sono convinto che, al di là delle parole di facciata, la Juventus ci abbia sempre creduto. La sconfitta contro l'Inter ha fatto da spartiacque, avessero vinto quella partita oggi sarebbero seriamente in corsa. Ora non resta che cercare di vincerle tutte per poi fare i conti a fine stagione".

Come giudicherebbe un piazzamento in Champions e magari una Coppa Italia vinta, a fine stagione? 
"Molto bene, come ho giudicato positiva la stagione di Pirlo. Vedremo se questa Juve finirà in crescendo per poter ripartire il prossimo anno con qualche innesto di qualità puntando a vincere lo scudetto". 

Risultatisti e giochisti, il dibattito è sempre aperto. Lei da che parte sta?
"Conta solo vincere, poi il calcio è bello perché ognuno la pensa come crede. Ricordiamoci che ogni partita ha la sua storia e bisogna sapersi adattare all'avversario. Poi c'è Guardiola che fa coesistere i successi con l'estetica, ma solamente perché conosce l'importanza della vittoria e la persegue con grandi giocatori, forti e di personalità. Sacchi era un grande organizzatore nel recupero della palla ma non diceva a Gullit o Van Basten poi come andarla a giocare… Oggi Italiano con la Fiorentina fa un calcio veloce e aggressivo. Ma sappiamo se poi in una grande squadra saprebbe replicare vincendo? Nei top club come la Juventus conta solamente vincere perché l'obiettivo è arrivare primi. Allegri sa di dover vincere ricominciando a costruire. Gli servono tempo e giocatori all'altezza". 

Quanto incide l'allenatore in un successo di squadra?
"Molto ma contano di più i giocatori. L'allenatore emergente dovrebbe capire che non è lui a fare la differenza per la vittoria ma i suoi calciatori, che devono fare la cosa giusta nello spazio e nei tempi giusti. Che cos'è il bel gioco? Io ancora non l'ho capito. Il campione vede giocate che gli altri nemmeno intravedono. I principi del gioco sono andare a fare gol, avere abilità con il pallone tra i piedi e fare meno errori possibili. L'esterno di Modric per Rodrygo è una giocata che chi allena deve potersi aspettare da grandi giocatori (Real-Chelsea, ndr). Provare certe giocate dovrebbe essere la normalità e non l'eccezione. E sono certe giocate che ti fanno il gioco. Il calcio si impara sul campo e non sui libri".

Quindi Allegri ha ragione quando si lamenta per la troppa teoria?
"Certamente ma non tutti lo capiscono. Io faccio il formatore e ai ragazzini cerco di insegnare la tecnica. Alleno provando a fare esprimere il calciatore, non inculcando le mie idee nella sua testa. A volte sono io a imparare dai ragazzi, che fanno delle giocate che sul momento non intuisco. Tracciare un percorso tattico troppo rigido rischia di inibire il talento di un giovane. Molti fanno giocare a due tocchi, io obbligo a giocare a più tocchi. In questo modo si allena l'abilità a trovare un nuovo spazio quando si subisce il pressing avversario. Prima o poi spero che lo capiscano anche i grandi altrimenti si vedranno sempre meno talenti". Cosa ricorda degli insegnamenti del Trap?
"Il Trap era un vincente, un pragmatico. Gli davano del difensivista ma giocava con due mediani, con due terzini che facevano le ali, due attaccanti e un regista avanzato come Platini alla Juve o Rui Costa alla Fiorentina. Trapattoni giocava con campioni e badava al solo: riconquistare la palla e andare in porta".

A proposito, che idea si è fatto sul mancato rinnovo di Dybala?
"Dybala è un giocatore di talento e come lui ce ne sono pochi oggi. Ti può fare la differenza ma non garantisce continuità. Io me lo sarei tenuto. Con la sua partenza la Juventus dovrà cercare un giocatore di personalità e rendimento".

Chi si aspetta al suo posto?
"Un trequartista puro o un esterno offensivo come Raspadori, che è un buonissimo giocatore ma non è certamente un fuoriclasse. Attaccanti di altissimo livello come Haaland e Mbappé sono fuori portata, anche per la Juventus. Bisogna avere il coraggio di prendere certi giocatori leggermente prima che esplodano del tutto, investendo come ha fatto la Juventus con De Ligt".