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Estigarribia sul momento Juve: "Stupito dalle difficoltà di Pirlo, la difesa non è più una fortezza. Scudetto? E' quasi andato, ma non bisogna arrendersi. Pogba il top che serve a centrocampo"

Potrete riascoltare uno stralcio dell'intervento a "Cose di Calcio" in onda su Radio Bianconera (visibile sul canale 68 dtt)
24.03.2021 11:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Estigarribia sul momento Juve: "Stupito dalle difficoltà di Pirlo, la difesa non è più una fortezza. Scudetto? E' quasi andato, ma non bisogna arrendersi. Pogba il top che serve a centrocampo"
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© foto di Alberto Fornasari

"Da pochi mesi gioco nell'Olimpia Asunción, è una squadra importante in Paraguay perché è quella che ha vinto più titoli nazionali ed è riuscita in passato a vincere anche la Copa Libertadores. Mi trovo molto bene, siamo secondi a due punti dalla capolista a nove giornate dal termine. Il nostro obiettivo, chiaramente, è quello di vincere il campionato". Pensieri e parole di Marcelo Estigarribia, uno degli storici protagonisti del primo scudetto vinto dalla Juventus nel 2011-2012, che in esclusiva ai microfoni di TuttoJuve.com risponde sul momento delicato in casa bianconera e non solo:

Uno stralcio dell'intervento sarà possibile ascoltarlo durante la messa in onda di "Cose di Calcio", visibile su Radio Bianconera sul canale 68 del digitale terrestre:

Ti aspettavi, a questo punto della stagione, una Juventus in sofferenza e lontana dal traguardo scudetto?

"No, non credo che nessuno se lo aspettasse. Si poteva pensare che il ciclo potesse finire qualche anno prima, invece il gruppo di ora è comunque quello che è riuscito a vincere tanti trofei. Pensavo che la Juventus potesse vincere lo scudetto con tranquillità, invece è lontana dalla vetta e in Champions si è fatta eliminare da una squadra molto inferiore. Ho visto il match con il Benevento, è stata una sofferenza".

Da chi o che cosa ti aspettavi di più?

"Le idee iniziale erano per me molto buone, la Juve cercava di costruire il gioco ed era sempre molto propositiva. Poi sono arrivate le prime difficoltà, la squadra forse si è un po' smarrita e c'erano sempre meno verticalizzazioni. Anche il possesso palla, che all'inizio era consistente, è man mano scemato. Lo stile di gioco è cambiato, così come alcuni interpreti in campo. Sicuramente anche gli infortuni non hanno aiutato, perché Dybala è un giocatore sempre in grado di far la differenza, ma ciò che più mi impressiona è che la difesa non è più impermeabile come in passato. E' sempre la miglior difesa del campionato, gli avversari però arrivano al gol con più facilità. Non è più una fortezza".

Forse anche da qualche singolo ti aspettavi di più.

"Sì, sicuramente c'è qualcuno che non sta rendendo di più. Uno di questi è Arthur, al di là dell'errore col Benevento pensavo potesse dare qualcosa in più. Forse non si è ancora completamente adattato al campionato italiano. Kulusevski, invece, a Parma aveva fatto tanti gol e tanti assist, sta un po' pagando lo scotto di indossare una maglia pesante. Anche se hai accanto grandi campioni, devi esser forte mentalmente e superare le difficoltà".

E il tuo ex compagno di squadra Andrea Pirlo, come lo stai vedendo? Te lo aspettavi così in difficoltà?

"Immaginavo qualche difficoltà iniziale, di adattamento, ma non potevo assolutamente immaginare che a marzo fosse terzo in classifica e fuori dalla Champions. In questo momento sta vivendo un momento negativo, la sua Juve fa fatica ad imporre il gioco, ma questa rosa è all'altezza per superare questo brutto periodo. Da tifoso bianconero, mi auguro che tutto si possa sistemare per il meglio".

Ultimamente, una delle critiche rivolte è la mancanza di grida e personalità in campo. Hai avuto la sensazione che sia passivo?

"L'atteggiamento in campo non c'entra nulla, in passato ho avuto allenatori che gridavano in panchina e le sconfitte arrivavano lo stesso. Tutto dipende dal tipo di lavoro che fa in settimana, la sensazione è che lasci il giocatore libero di fare la sua partita. Ho sempre pensato che non siano le urla a farti vincere, bensì le giocate dei campioni".

Sei un po' dispiaciuto che lo scudetto potrebbe cucirsi sul petto dell'Inter, storica rivale della Juventus, del tuo ex allenatore Conte?

"Non sarei dispiaciuto, perché lo scudetto lo vince sempre la squadra migliore. Già lo scorso anno reputavo l'Inter una delle maggiori contendenti, quest'anno ha sfruttato la discontinuità della Juve ed è meritatamente in testa. Sarei contento per il mister ed Arturo, stanno lavorando bene e il progetto è molto serio. Potrebbe essere una buona cosa anche per il campionato italiano, in questo modo potrebbe esser migliorata la competitività".

Quindi ormai sei rassegnato? La Juventus non deve più pensare al titolo? 

"Ad oggi, chiaramente, il pensiero è che bisogna concentrarsi sulla finale di Coppa Italia. Non sarebbe così male concludere la stagione con due trofei vinti su quattro. Il calcio, però, insegna anche che fino alla fine non bisogna mai arrendersi, perché oggi sei a dieci punti e tra due giornate puoi riavvicinarti alla vetta. Prima di emettere dei giudizi, aspetterei la conclusione di questo campionato".

Come miglioreresti questa Juventus? Ci sono dei giocatori che ti piacerebbe vedere in maglia bianconera?

"Fossi nella dirigenza, acquisterei un top player a centrocampo. Prima, però, bisognerà capire chi resta, ho letto di offerte per Dybala e Ronaldo, ma soprattutto la stagione non è ancora finita. A me piacerebbe rivedere in bianconero Pogba, perché conosce la società, l'ambiente e il significato di indossare questa maglia. Lui, a differenza di altri, arriverebbe già con l'idea che qui bisogna solo vincere".

Si ringrazia Marcelo Estigarribia per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.