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Enrico Valentini (Norimberga): "Cuadrado e Chiesa ci hanno tenuto a galla, Juve troppo lineare. Vi dico la differenza col Bayern, mentalità in Europa malattia italiana".

21.05.2021 13:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Enrico Valentini (Norimberga): "Cuadrado e Chiesa ci hanno tenuto a galla, Juve troppo lineare. Vi dico la differenza col Bayern, mentalità in Europa malattia italiana".
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"Come in Italia, anche da noi il campionato finirà tra qualche giorno. A differenza dello scorso anno, che è stata un po' traumatica, la dirigenza ha ringiovanito la rosa e ci siamo salvati in maniera tranquilla. E' chiaro che punteremo a fare meglio di così". Pensieri e parole di Enrico Valentini, difensore del Norimberga e tifosissimo bianconero, che ai microfoni di TuttoJuve.com analizza le ultime in casa Juve e non solo:

Il Norimberga è un club che ha preso parte molte volte alla Bundesliga, non c'è l'obiettivo di risalire?

"Sinceramente è molto difficile ma bisogna esser propositivi, nella prossima stagione ci sarà lo Schalke, il Colonia e forse il Werder Brema. E ci sono già club importanti come il nostro, l'Amburgo e il Düsseldorf. La sensazione è che la seconda divisione tedesca sarà, a livello di pubblico, nella top 5 europea il prossimo anno. Un po' come era accaduto alla Serie B italiana nel 2006 quando era presente la Juventus".

Sei propositivo, visto che siamo in argomento, per la Juventus?

"Spero che l'Atalanta non sia troppo arrabbiata per lasciar vincere il Milan. Anche perché il Napoli non perderà punti con il Verona. L'augurio è che si concluda tutto per il meglio: se ottengono la qualificazione in Champions hanno salvato la stagione, altrimenti è solo una grossa delusione".

Però se la Juve non batte il Bologna, è tutto inutile.

"Sì, la Juve dovrà fare bene i compiti. Purtroppo si è messa in una situazione in cui non è lei a decidere completamente il proprio destino, se non dovesse qualificarsi sarà esclusivamente per colpa sua".

Che è successo quest'anno alla Juventus?

"E' stato un mix di tante cose, un anno così può capitare. In campo l'ho vista sempre uguale, non c'è mai stato nulla di diverso se non quello di dare il pallone a Cuadrado o Chiesa per il cross. E' stato tutto troppo lineare. Ronaldo ha segnato tanto, è vero, ma la Juve è ancora in corsa per Cuadrado e Chiesa. Il loro lavoro è stato immenso. Ciò che non mi è piaciuto è il centrocampo, il cuore della squadra era instabile e questo ha reso il compito difficile ad attacco e difesa. La speranza è che l'anno prossimo le cose vadano diversamente".

E forse anche l'eliminazione dalla Champions è stata devastante dal punto di vista psicologico.

"Può essere che sia stata pagata eccessivamente, ma forse il Porto è stato sottovalutato troppo esattamente come Lione ed Ajax gli anni precedenti. All'andata è stata fortunata a rimanere in corsa con Chiesa, poi nel ritorno sono stati presi dei gol non da Juventus. Anche quello subito dall'Atalanta è un po' la storia di quest'anno, perché nasce da un errore individuale. Quel che fa arrabbiare è che nei momenti migliori hanno dimostrato di essere i più forti, ma non sono stati così continui".

Credi che anche l'assenza di pubblico abbia avuto il suo peso?

"Certo, anche io da calciatore ho notato delle grosse differenze. Per una squadra come la Juve che gioca con il pubblico molto ravvicinato, la differenza la si sente eccome. Lo stesso Ronaldo, che ancora ricorda gli applausi scroscianti dello 'Stadium', e Dybala ne hanno fortemente risentito".

La Juve è così troppo distante dal Bayern Monaco?

"No, non è così distante. C'è una differenza sostanziale: il Bayern nel momento in cui gioca in Europa è consapevole di non aver paura di nessuno, la Juve invece non riesce ad esser così. Questa è una malattia italiana, perché con le piccole facciamo sempre brutte figure. E' accaduto non solo ai club, ma anche alla nazionale. I tedeschi, invece, quando affrontano una piccola ragionano nello stesso modo".

Si ringrazia Enrico Valentini per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.