esclusiva tj

Dellavalle si racconta: "Vi spiego la scelta di Los Angeles, sogno di giocare al fianco di Chiellini. Su Huijsen, Yildiz e la vittoria dell'Europeo..."

21.09.2023 11:34 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Dellavalle si racconta: "Vi spiego la scelta di Los Angeles, sogno di giocare al fianco di Chiellini. Su Huijsen, Yildiz e la vittoria dell'Europeo..."
© foto di ONORIO

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex difensore della Juventus U19 che in estate si è trasferito ai Los Angeles FC, Lorenzo Dellavalle, per parlare di come procede la sua avventura e non solo:

Come procede la tua esperienza dall'altra parte dell'oceano?

"La mia esperienza procede molto bene, col passare del tempo sto iniziando ad ambientarmi in un calcio che è diverso da quello italiano. In questi giorni mi sto allenando con la prima squadra, anche se sono già sceso due volte in campo con la formazione riserve. Spero di poter essere nuovamente convocato, sarebbe una grande emozione. E finalmente sto imparando l'inglese".

Dal modo in cui lo dici, sembra quasi una liberazione.

"Sì, perché nel periodo scolastico non lo studiavo. Dicevo a mia mamma che tanto non sarebbe mai servito, invece adesso per fortuna ho cambiato idea. Mi sono reso conto che le lingue sono molto importanti, l'inglese poi è fondamentale saperlo nel mondo. Qui c'è una forte presenza ispanica, infatti si parla molto anche spagnolo. Il mio obiettivo è di impararli entrambi, ho tempo e spero di farcela".

Come sono gli allenamenti? Quali sono le differenze più marcate con quelli italiani?

"La concezione è un po' differente rispetto all'Italia, qui ci alleniamo molto forte solo al mattino e il resto della giornata è libero. Lo trascorro in camera mia, oppure esco con i miei compagni di squadra. Anche la gestione del dopo partita non è identica: alla Juventus c'era lo scarico o l'allenamento, qui invece il club ci concede dei giorni di riposo. C'è molto più risalto per questo aspetto".

Hai già visto Giorgione Chiellini?

"L'ho visto, parliamo e ci sentiamo spesso. Giorgio mi sta aiutando molto, sia con la lingua e sia a conoscere la città. E' il mio idolo. Si comporta un po' da fratello maggiore, è davvero una bravissima persona. Lo conoscevo già dai tempi della Juve, poi una volta l'ho incontrato mentre mi allenavo con la prima squadra. Ero emozionatissimo".

E adesso sei lì ad un passo per giocare insieme a lui in prima squadra.

"Il mio sogno è di giocare qualche minuto al suo fianco. Spero possa succedere in fretta".

Come nasce l'idea di unirti ai Los Angeles FC?

"L'idea nasce durante un incontro con il mio agente, che si svolse dopo l'esordio all'Europeo U19. Mi disse che c'era l'interesse da parte dei Los Angeles, ma presi tempo e gli risposi che preferivo finire prima la rassegna iridata. Ero un po' perplesso, diciamo che questa scelta non era in quel momento nei miei pensieri. Qualche giorno dopo la vittoria al Ta'Qal Stadium di Malta, lui me ne parlò nuovamente e questa volta mi convinsi. Ero pronto a fare una scelta di vita, ad imparare una nuova lingua e a vivere questa esperienza. L'obiettivo era di conquistare subito la prima squadra, ma poi c'è sempre tempo per tornare in Italia o in Europa".

Come è stata la proposta da parte dei LAFC?

"Mi hanno detto di venir qui per valutare il progetto, visitare le strutture e fare un giro per la città. Poi mi ha chiamato anche Giorgio (Chiellini ndr), si è mostrato molto disponibile. Nel parlar con loro mi sono pienamente convinto, loro mi avevano lasciato scelta ma ho preferito firmare subito. Non potevo lasciarmi sfuggire questa occasione".

In effetti, l'opportunità di giocare nella prima squadra della Juventus non era del tutto così immediata.

"Diciamo di no, la Juventus ha tanti grandi giocatori e per un difensore giovane è molto difficile esordire. O sei forte e hai esperienza, altrimenti la strada è in salita".

Però c'è Dean Huijsen che, pur essendo più piccolo di te di un anno, è riuscito a conquistare il posto da titolare in Next Gen e ad essere convocato in prima squadra con Allegri.

"Dean è proprio un'altra cosa, gli ho sempre detto che è un fenomeno. Sono veramente contento del percorso che sta seguendo, si merita tutto ciò che sta ottenendo. Non so come riesca ad esser così tranquillo in ogni situazione, ha una calma e una capacità di problem solving davvero invidiabili".

Restando in tema, come è Kenan Yildiz?

"E' un ragazzo tranquillo a cui piace scherzare, è molto vivace e le sue qualità sono sotto gli occhi di tutti. Ha un cambio passo importante, è rapidissimo. Sembra gracilino, ma ha una forza davvero notevole". 

Che ricordi conservi della tua esperienza in bianconero?

"Per me è casa, ho vissuto lì dieci anni e sono cresciuto esponenzialmente sia a livello fisico che a livello mentale. Mi hanno insegnato a non arrendermi mai - il 'fino alla fine' che è il motto del club - e non posso che ringraziarli per sempre. La mia abitazione dista a dieci minuti dal centro sportivo di Vinovo, ho fatto tutta la trafila in Juventus e ci siamo separati quest'anno. Poi vedremo se un giorno tornerò qui, in un'altra squadra in Europa, oppure continuerò a giocare in America. La strada è ancora molto lunga". 

C'è un episodio curioso che vorresti raccontare ai lettori di TuttoJuve.com?

"Ho giocato con mio cugino Alessandro fino ai 14 anni, poi lui è andato al Torino e ci siamo separati. Nei derby disputati in Primavera, spesso e volentieri non ci parlavamo nei giorni che precedevano la partita e successivamente chi vinceva mandava il messaggino all'altro di sfottò".

Immagino che all'Europeo invece parlavate moltissimo. Che ricordi hai di quella competizione?

"Beh sì (sorride ndr), è stato bellissimo poterlo vincere con lui e con tutti gli altri compagni. Abbiamo sempre creduto nei nostri mezzi, col Portogallo siamo andati in vantaggio e quell'espulsione (Lipani ndr) ci ha condizionato abbastanza e non riuscivamo più a giocare come sapevamo. Loro erano una squadra tecnica e con delle buone idee di gioco, era difficile pressarli e provare a contenerli. Nella ripresa non siamo proprio scesi in campo, eravamo morti mentalmente e sul 3-1, durante il cooling break, ci siamo detti di non prendere più gol. Eravamo disposti a mettere il pullman, volevamo evitare brutte figure. Poi sul pullman eravamo distrutti per le cinque reti incassate, non volava una mosca e siamo tornati in albergo tutti in silenzio".

Però c'era un'altra partita e la qualificazione non era ancora del tutto persa. 

"Esatto, c'era ancora il match con la Polonia da giocare. La partita più dura è stata quella con la Spagna, che per me erano anche i più forti. E' stata un'impresa eliminare gli iberici. La sera prima della finale eravamo tutti convinti di poter far bene, c'era da parte nostra la volontà di riscattare l'onta subita dei 5 gol e volevamo uscire dal Ta'Qal Stadium solo con la vittoria. Siamo entrati in campo molto consapevoli dei nostri mezzi, abbiamo fatto una grandissima partita e siamo riusciti a portarla a casa con un'incornata del mio amico Mike (Kayode ndr)".

Prima abbiamo parlato di Huijsen e di Yildiz, ma quali sono i giocatori che possono fare davvero il salto in prima squadra dei tuoi ex compagni?

"Sono contento che Dean, Kenan e anche Joseph sono riusciti ad allenarsi e a giocare in prima squadra. Sono dei ragazzi in gamba, forti, e sono sicuro che sapranno ritagliarsi i loro spazi in una squadra importante come la Juve. Un altro che arriverà, per me, è Luis (Hasa ndr), l'ho sempre visto con una qualità superiore agli altri. Non mi voglio sbilanciare oltre, anche perché sarò sempre felice per chi ad esser convocato con la Juve. L'ho fatto con lo stesso Luis, quando ho saputo che avrebbe preso parte all'amichevole con l'Atalanta gli ho mandato un messaggio e poi ci siamo sentiti telefonicamente per commentare il suo esordio. E' stato davvero molto bello".

Si ringrazia Lorenzo Dellavalle per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.