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Bacary Sagna: "Benevento senza paura, mi auguro un pari. Juve? Ammirato dalle parole di Pogba ed Evra, che ricordi le sfide nel 2015. E su Rabiot..."

27.11.2020 15:15 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Bacary Sagna: "Benevento senza paura, mi auguro un pari. Juve? Ammirato dalle parole di Pogba ed Evra, che ricordi le sfide nel 2015. E su Rabiot..."
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Per anni è stato un orgoglio francese in terra d'Inghilterra, dove con Arsenal e Manchester City si è affermato come uno dei più bravi terzini destri del panorama internazionale. Poi, la sorpresa: nell'inverno del 2018 lo ingaggia il Benevento, alla ricerca disperata di una salvezza che non arriverà. Ed è stato così che Bacary Sagna si è innamorato del nostro paese e nell'intervista, in esclusiva, rilasciata ai microfoni di TuttoJuve.com, sfoggia anche un buonissimo italiano. La nostra redazione lo ha contattato per parlare approfonditamente del match di domani del 'Vigorito' e non solo:

Si sono un po' perse le tue traccie, che cosa fai attualmente?

"Vivo a Montréal, in Canada, sono rimasto a vivere qui dopo la mia ultima esperienza con gli Impact che è terminata l'anno scorso. Ho avuto la possibilità a gennaio di tornare a giocare in Francia, ma non me la sono sentita di lasciare la mia famiglia che non sarebbe potuta restare senza i permessi necessari. Purtroppo non ho ancora capito il perché si sia conclusa la mia avventura, da un giorno all'altro mi sono ritrovato fuori dalla squadra senza motivo. Nessuna parola, nessun dialogo, solo un messaggio di ringraziamenti da parte della società".

Quindi stai continuando ad allenarti con la speranza di poter trovare una nuova sistemazione.

"Sì, il mio obiettivo è di giocare ancora un paio d'anni. Nel frattempo mi sto allenando, mi sto tenendo in forma come posso. E nel frattempo sto conseguendo anche il patentino per poter allenare, presto avrò l'esame. Dovevo in realtà farlo qualche mese fa, ma a causa della pandemia è stato tutto rimandato".

Da ex Benevento, che sfida ti aspetti con la Juventus?

"Sarà una partita molto importante per i sanniti, la Juventus è una squadra composta da top player e ci sarà grande voglia di far bene. A me piace molto il Benevento di quest'anno, ho visto che la mentalità è molto migliorata dall'anno trascorso in Serie A e con Inzaghi giocano sempre per vincere e senza paura. Se dovessi diventare un allenatore, chiederò sempre questo ai miei giocatori. Prepareranno il match senza alcun problema".

Sarà il secondo confronto in Serie A in Campania, il precedente immagino lo ricordi ancora molto bene.

"E' vero, ricordo bene quella sensazione di poter far bene contro un avversario più forte. Tutti ricordano la doppietta di Diabate, ma in generale quel Benevento non aveva affatto sfigurato. La squadra con De Zerbi giocava un bel calcio, la sconfitta con la Juve ad esempio era arrivata solo nel finale. Sono comunque contento per loro, perché hanno riportato questa piazza in Serie A e stanno cercando di onorarla al meglio delle loro possibilità".

Anche quella di Inzaghi pratica un buon calcio, come appunto dicevi.

"Inzaghi è un simbolo, non solo in Italia ma per tutti in Europa. Quando sei allenato da una persona che ha vissuto quel tipo di carriera, devi provare solo rispetto ed ascoltarlo il più possibile. Lo stesso discorso è possibile farlo per Andrea Pirlo, a differenza del suo ex compagno di squadra è alla prima esperienza ma sta facendo molto bene. Ha un coefficiente di difficoltà altissimo, perché la pressione della Juventus non è uguale in tutti i club".

Da giocatore, hai mai avuto la sensazione che un allenatore fosse più importante di un altro? Ad esempio nella tua avventura al City avete dato più ascolto a Guardiola invece che a Pellegrini solo per il suo curriculum come calciatore? Perché spesso, qui, si sente questo concetto ribadito nel parallelo tra Sarri e Pirlo con quest'ultimo più credibile del suo predecessore.

"Assolutamente no, il mio atteggiamento e quello dei miei compagni era uguale sia con Pellegrini che con Guardiola. Un giocatore deve provare lo stesso tipo di rispetto per ogni allenatore, semplicemente perché all'interno di una squadra bisogna remare tutti nella stessa direzione. Penso che nessun calciatore bianconero abbia mai provato a non rispettare un suo allenatore solo per un curriculum differente, poi è chiaro che oggi è importante avere una persona di riferimento come Pirlo perché ha vissuto personalmente aspetti di campo che può trasmettere a quelli più giovani".

Che cosa fa più paura della Juventus?

"Sicuramente l'esperienza dei suoi grandi campioni, ma ogni volta che l'ho affrontata ciò che impressionava di più era la tattica. Erano disposti così bene che sembravano impenetrabili, col City nel 2015 siamo riusciti solo a creare un'occasione con Sterling. Pazzesco. In Europa tutti la temono per questo modo di giocare, è difficilissimo giocarci contro. Nel suo stadio ho avvertito un tipo di pressione differente, l'affetto e il calore dei tifosi si rifletteva sui calciatori in maniera imponente. Gli anni passano, ma la sua forza non cambia. La rispetto molto".

Hai un giudizio positivo sui bianconeri mi pare di capire.

"Assolutamente sì, quando ho avuto il piacere di affrontarli ho notato dal campo la loro grande organizzazione. Li ho sempre ammirati, non solo i giocatori ma anche la società è di prim'ordine. Ascoltando Pogba ed Evra mi sono ancor più appassionato: loro definivano la Juventus come un laboratorio in cui apprendere i segreti della vittoria. La mentalità di questa squadra non ha eguali".

Quale è il tuo pronostico? Quanto finirà domani?

"Mi auguro in un pareggio, per il morale del Benevento sarebbe importantissimo. La Juventus, comunque, deve provare a fare di più, perché quest'anno ci sono più squadre che ambiscono a strapparle lo scettro. Una di queste è il Sassuolo, per me possono vincere il campionato".

Più che il pronostico della partita, lo hai dato per il campionato.

"Più vedo giocare il Sassuolo, più sono convinto di questo. E' una squadra davvero forte, perfetta, gioca benissimo. Ho una predilezione per De Zerbi, è un grande allenatore. La Juventus è sempre favorita, ma come dicevo ci sono diverse squadre che la possono insidiare. Quando ero adolescente in Italia era un discorso a tre per il titolo, ora invece ci sono almeno cinque o sei pretendenti. E' diventata come la Premier League".

E per la Champions League, invece?

"Lì il discorso cambia, la Juve non la vedo come favorita assoluta. Quest'anno, però, non tutte le big stanno facendo bene, a parte il Bayern che sta dominando in lungo e in largo".

Sei mai stato vicino a vestire la maglia della Juventus?

"No, non ci sono mai stati contatti. Anche se alcuni giornali hanno accostato il mio nome a quello dei bianconeri, posso assicurare che non c'è mai stata alcuna chiacchierata. Anche se mi sarebbe piaciuto vestir la maglia della Juve, chi non vorrebbe (sorride ndr)".

Che cosa ne pensi di Adrien Rabiot?

"Lo conosco, è un ottimo giocatore. Ha fatto bene a scegliere l'Italia e la Juventus, era il miglior centrocampista al PSG e non è mai stato rimpiazzato. Ci sono state delle difficoltà legate ad un tipo di calcio differente, non è semplice quando ti trasferisci in un altro paese e non conosci la lingua. L'ho vissuto in prima persona, perché quando sono arrivato al Benevento conoscevo poco l'italiano e inizialmente ho fatto fatica a dialogare con i compagni di squadra. Buffon lo ha subito aiutato, ma anche così non è facile ambientarti. Ora la Juve ha trovato un grande giocatore, farà bene".

Visto che prima accennavi a Paul Pogba, gli consiglieresti di ritornare alla Juventus?

"Paul deve sentirsi libero di fare ciò che vuole, non c'è bisogno di un mio consiglio. Deve continuare a divertirsi, come ha sempre fatto. Ora sta attraversando un momento di difficoltà, ma non è facile giocare nel Manchester United. E' un club prestigioso ma non ottiene più gli stessi risultati di anni e anni fa, poi viene continuamente accostato a Scholes o Giggs e non è giusto. Però sono fiducioso, presto tornerà nuovamente a deliziarci come ha sempre fatto. Sono convinto di questo".