Juventus-Milan in tattica - di Sergio Stanco

10.05.2018 00:15 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Juventus-Milan in tattica - di Sergio Stanco
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La finale di Coppa Italia dell'Olimpico resta  in equilibrio solo un tempo, quello in cui la Juve (come consuetudine) tiene i ritmi troppo bassi. Appena i bianconeri schiacciano il piede sull'acceleratore, il Milan crolla. Prima tatticamente, poi psicologicamente, infine anche fisicamente.

JUVE SPORCA

Allegri ormai si è convinto che con Dybala in campo non si possa prescindere da tre mediani, ma soprattutto da un centrocampo a quattro in fase di non possesso palla. Così, con Douglas Costa a sinistra, come contro il Bologna tocca a Khedira allargarsi a destra, con Matuidi che affianca Pjanic in mezzo. Cuadrado viene riproposta da laterale basso a destra, il suo omologo a sinistra è Asamoah, i due centrali sono Benatia e Barzagli a far da guardia a Buffon. Davanti Mandzukic viene preferito ad Higuain e Dybala fa la seconda punta. Il Milan risponde con il suo classico 4-3-3, prova ad attaccare Asamoah e Cuadrado uomo contro uno con Calhanoglu e Suso, ma in realtà i bianconeri vincono quasi tutti i duelli.

PALLEGGIO STERILE

Come dicevamo, nella prima frazione la Juve ripropone quel giro palla lento e prevedibile visto spesso nelle ultime uscite. E infatti nei primi 45' la squadra di Allegri non è quasi mai pericolosa. Arriva facilmente sulla trequarti, ma poi l'unica soluzione è il cross di Cuadrado alla ricerca della testa di Mandzukic, che però è stretto nella morsa di Romagnoli e Bonucci. L'altra unica alternativa tattica è palla a Douglas Costa, che quando si accende è imprendibile per tutti. Il brasiliano, però, è scarsamente assistito dai compagni. È soprattutto la mediana bianconera a dare la sensazione di faticare, sia perchè il Milan chiude tutte le linee di passaggio verso Pjanic, sia perché Matuidi e Khedira sbagliano decisamente troppo in uscita.

JOYA INCONTENIBILE 

Tuttavia, già ad inizio secondo tempo sembra una Juve diversa, un po' perché il Milan con il passare dei minuti è costretto ad allentare il pressing, un po' perché Dybala decide di salire in cattedra, mettersi tra le righe e cominciare a duettare con Douglas Costa. Più volte Donnarumma gli nega la gioia del gol, prima di spianare la vittoria bianconera con i suoi errori. In ogni caso, già prima del vantaggio di Benatia, la Juve aveva preso in mano la partita e stava schiacciando i rossoneri. Un lavoro ai fianchi che stava dando i suoi frutti al di là degli errori del portiere avversario, che ovviamente però hanno pesato. La sensazione è che la squadra di Allegri avrebbe vinto comunque, ma con la papera di Donnarumma sul 2-0 di Douglas Costa sono svaniti anche gli ultimi dubbi.

IL MIGLIORE: Non possiamo non eleggere Benatia, autore di una doppietta decisiva, ma Dybala e Douglas Costa probabilmente lo sono stati altrettanto.

LA CHIAVE: La Juve si è accesa quando Dybala ha cominciato a trovare spazio tra le linee ed è diventato imprendibile per la difesa rossonera.

LA MOSSA: Cuadrado terzino sia per allargare l'azione offensiva, sia per cercare la testa di Mandzukic, ma anche per costringere Calhanoglu a partire da lontano.

IL CAMBIO: L'ingresso di Higuain negli ultimi minuti ha permesso ad Allegri di regalare la meritata standing ovation ad un Dybala in formato Mondiale.