Da Allegri a Sarri, un doppio downgrade: il tecnico e la società si giocano molto

Sognando Guardiola, ci siamo svegliati con Sarri. Perplessità, mutismo e la sensazione di un doppio passo da gambero rispetto ad Allegri.
16.06.2019 23:45 di  Enrico Danna   vedi letture
Da Allegri a Sarri, un doppio downgrade: il tecnico e la società si giocano molto
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Quello che non ti aspetti: anzi, quello che temevi, che in fondo ti aspettavi ma che cercavi di scacciare dal campo delle ipotesi. Invece, è tutto vero: il nuovo allenatore della Juventus sarà Maurizio Sarri. Una telenovela durata un mese è finita così, con una mestizia infinita. Dal sogno Guardiola alla realtà Sarri. Beh, fa un certo effetto. Se mandi via Allegri, si presume che tu abbia tra le mani qualcuno di meglio, perché se vuoi migliorarti, devi fare un upgrade rispetto a ciò che eri o avevi in precedenza.

Per motivi diversi, solo tre nomi, potevano essere considerati tali: Guardiola, Klopp, Zidane. Se tu decidi o comunque permetti che un allenatore come Conte vada alla squadra “nemica” per eccellenza, si suppone che tu abbia già in mano un jolly in grado di sparigliare le carte sul tavolo europeo. Ecco, se poi, a distanza di un mese, ti presenti con Sarri, oltre a fare una discreta figura barbina, fai un doppio salto teso all'indietro. Insomma, il passo da gambero, era proprio l'ipotesi da scartare con forza. Che l'eredità di Allegri fosse difficile da raccogliere era cosa nota a tutti. Certo, passare il testimone ad uno che, a 60 anni, vanta un palmares che contempla una Europa League vinta con Chelsea dopo aver affrontato avversari non certo impossibili, qualche torneo di briscola al paesello e una quantità infinita di titoli morali che però non servono ad una beata cippa, è sicuramente un gran bell'azzardo.

"Però porterà il bel gioco", si sente dire, quello per il quale è stato osannato a destra e a manca quando sedeva sulla panchina del Napoli. Ecco, il bel gioco fa piacere, ovvio, però non fine a se stesso ma abbinato a trofei, perché a Torino, dei soli scudetto morali e robe simili, non sappiamo cosa farcene. Così, tanto per reiterare un concetto, quello della vittoria, piuttosto sconosciuto al nuovo mister. Sul personaggio, ognuno ha la propria idea e la pensa a modo suo. Certo è che, in questi ultimi tempi, la Società sta scavando solchi piuttosto netti con la tifoseria più calda, ovvero quella curvaiola. Cambio del logo, cambio della maglia, restrizioni e limitazioni ai club doc, allenatore che fino all'altro giorno aveva mostrato rispetto zero per la Società che andrà ad allenare, e via dicendo. Senza dimenticare, ovviamente, il continuo aumento del costo di abbonamenti e biglietti. A tal proposito, siamo curiosi di vedere quali saranno i prezzi per la nuova stagione, perché se l'arrivo di Guardiola avrebbe potuto in qualche modo giustificare ulteriori rincari, l'avvento di Sarri, tali aumenti, non li giustificherebbe assolutamente. Anzi. Diciamo che andrebbero ridotti di almeno un terzo. Come siano andate le cose, in questi ultimi mesi, lo sanno solo i diretti interessati. Certo è che l'arrivo di CR7, la scorsa estate, aveva fatto pensare probabilmente troppo in grande. Certo è che, con l'addio di Allegri, si immaginava all'approdo di un allenatore che, all'interno dello spogliatoio, potesse avere una credibilità almeno pari a quella dell'ex tecnico livornese. Certo è che invece, a livello di credibilità, Sarri fa abbastanza sorridere. Toccherà a lui far ricredere gli scettici. Qualcuno, in Società, s'è giocato molto; lo stesso Sarri si giocherà molto, visto che questa, per lui, è l'occasione della vita. A loro la palla. Fino alla fine.