Torino, Ogbonna: "Non so che farei se chiamasse la Juve"

Obinze Angelo Ogbonna, ventunenne difensore del Torino, ha annunciato ai tifosi di non essere sicuro della sua permanenza nella squadra di Colantuono: "Ai tifosi non prometto di rimanere al Toro. Non so che farei se chiamasse la Juve". Dichiarazioni che non saranno sicuramente prese bene dall'ambiente granata. Secco è alla ricerca di un difensore giovane, più che altro un terzino destro, per rinforzare la rosa di Ferrara. Ogbonna sarebbe però un alter ego di Caceres (22): nasce come difensore centrale, ma si può spostare sulla destra.
Il suo attuale tecnico, Colantuono, sa che Angelo assomiglia a un diamante grezzo, sul quale bisogna lavorare con pazienza: "Ha potenzialità superiori alla media. Ma pure certi difetti tipici dei giovani: ogni tanto smarrisce la concentrazione e si dimostra presuntuoso. Sta a me levargli i difetti. Se poi lui si aiuterà, diventerà uno dei migliori marcatori in Italia".
Dal canto suo, Ogbonna racconta la sua infanzia pallonara, culminata nel 2002 con lo sbarco nel Toro. "Avevo 14 anni: tutto era solo sogno e divertimento. Poi, quando sono andato in prestito in C1 a Crotone, nel 2007, ho cominciato a capire che il calcio professionistico è prima di tutto un lavoro. Io, comunque, non mi sento presuntuoso. Quando il mister usa ’sto termine, vuole dire che devo sempre cercare di prevedere l’avversario, evitando di arrivarci all’ultimo con troppa sicurezza, se no prima o poi mi frega. Devo migliorare parecchio, ho tanti margini di crescita. Sto sbattendomi per imparare meglio le diagonali. Ma soprattutto sto lavorando sulla concentrazione: ciò che conta di più. E’ giusto che l’allenatore mi critichi anche: è il suo mestiere. Lo ringrazio per le belle parole, ma pure perché lavora per togliermi i difetti. Allora diventa severo: normale, un mister troppo dolce non farebbe bene. Anche Novellino si arrabbiava".