Serafini: "Valeri il chirurgo"
Il giornalista Luca Serafini, vicino alle vicende rossonere, ha commentato la sfida di ieri sera sulle colonne di Milannews.it. Ecco le sue considerazioni:
"Non avrà forse arbitrato bene Valeri, la sfida con la Juve in Coppa Italia, ma ha operato con la sapienza e l’attenzione di un chirurgo, così la formazione rossonera per la gara di ritorno è praticamente già fatta... Buon Milan comunque, mi è piaciuta la pazienza e la ferocia dei 90’.
Le ferite e le cicatrici ricordano ai soldati le sofferenze, aumentano la voglia di rivalsa e insegnano a evitare certi sbagli. Non so francamente quanti “soldati”, con la maglia rossonera, ci siano in campo ogni partita: di sicuro ve ne sono sempre 50, 60, 70 mila sugli spalti che sono ormai devastati da ferite e cicatrici degli ultimi anni. Oltre che da Ibra, le nostre truppe potrebbero imparare da loro, dai tifosi, lottando e soffrendo per loro. Cominciando (per fare un esempio) a fermare 5 minuti le fuoriserie, quando escono da Milanello, per fare una foto o firmare un autografo ai bambini. È ora di lavare le onte a tinte nerazzurre di Bergamo e del derby, altrimenti a giugno saranno in molti a seguire Suso, Rodriguez e Piatek. A cominciare da Leao al quale con le buone o con le cattive, va spiegato alla svelta che non ci fa un favore ogni volta che entra in campo, ma che è la sua vita, ed è anche una vita molto, molto, molto fortunata e che va molto, molto al di là dei suoi meriti attuali. Decida lui se diventare un buon giocatore o rimanere una mediocre prospettiva.
Paolo Maldini da sempre parla poco e non dice mai banalità. Il monito “non basta Ibra” che ha suscitato tanta ironia, nella sua intervista a SkySport, era rivolto alla società più che alla squadra. Non è un opinionista: è un dirigente. Imberbe, ma dirigente. E la nostra assente proprietà qualche messaggio bisogna che cominci a recepirlo, stadio o non stadio, perché questa squadra ha bisogno di professori e che siano severi, che girino tra i banchi a controllare i compiti perché altrimenti avremo una crescita zero perenne. Siamo tutti stufi di promesse, intese come programmi e giovani di belle speranze. Sono stufi anche Maldini e Boban che vanno ascoltati per quanto (profumatamente) sono pagati in base alla loro sapienza calcistica. "