Pogba prepara la difesa con una nuova carta da giocare

Il Corriere della Sera fa il punto sul caso Pogba, dopo le novità delle ultime ore. Secondo quanto emerso da fonti peritali vicine al giocatore, in possesso da ieri del dossier completo, è che il calciatore juventino non ha assunto testosterone sintetico (come scritto nero su bianco nei rapporti ufficiali del test) ma Dhea, ovvero deidroepiandrosterone, un ormone sintetico ben differente dal testosterone, anch’esso proibitissimo, ma che — per la sua natura — potrebbe facilitare il compito del collegio difensivo nel chiedere uno sconto di pena. Il motivo viene spiegato nello stesso articolo a firma di Marco Bonarrigo: Al contrario del testosterone (prodotto «vecchio», doping rozzo, raro negli integratori), il Dhea, noto come «ormone della giovinezza», è molto più presente in supplementi alimentari e per sportivi, sia per scelta di chi lo produce e «taglia» le sostanze sia per contaminazione. Con il Dhea la tesi di assunzione di una sostanza «sporca», in sintesi, sarebbe molto più plausibile.
Il Dhea, oltre che vietato dal Codice Wada, non può essere venduto nella maggior parte del mondo (ma solo in Usa e in un’unica formulazione). Appena verrà convocata dalla Procura Antidoping la difesa di Pogba potrà giocare la carta della contaminazione ma dovrà fare molta attenzione ai modi. Dalle quantità (importanti) di metaboliti in circolo certificate nel dossier risulterebbe un’assunzione molto vicina alla data del controllo (il 20 agosto) che rende difficilmente sostenibili le voci circolate sul prodotto preso in vacanza negli Stati Uniti. Solo spiegando dove ha comprato l’integratore (che andrà consegnato o indicato con precisione), da chi e quando, Pogba potrà (forse) convincere i magistrati sportivi.