Mihajlovic: "Nel 1992 dovevo andare alla Juve"

21.02.2018 01:00 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Mihajlovic: "Nel 1992 dovevo andare alla Juve"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

L'ex tecnico di Samp, Toro e Milan Sinisa Mihajlovic, è stato intervistato dal sito della società blucerchiata nel giorno del suo 49esimo compleanno: "La Samp ha rappresentato una tappa importante della mia carriera di calciatore e di allenatore. Qui mi sono rilanciato, è un ambiente perfetto per fare calcio. Sono tornato come allenatore in un momento difficile per la società, per ripagare un debito che avevo con questo club. È la mia casa. Eravamo con un piede in B, ci siamo salvati con tanto anticipo e l'anno dopo abbiamo fatto benissimo. Boskov mi voleva portare subito a Genova, quando avevo 18 anni, ma c'era la regola che ci consentiva di lasciare l'ex Jugoslavia solo a 28. Ricordo la prima sfida contro la Samp con la maglia della Stella Rossa, segnai pure. Boskov è stato il mio padre calcistico: nel 1992 dovevo andare alla Juve ma ho seguito lui alla Roma. È stato mio allenatore anche in Nazionale, la persona più importante per me, non lo dimentico e gli sarò sempre grato".

Sul rapporto con l'ambiente doriano: "Ho sempre avuto buoni rapporti con i tifosi della Samp, tranne gli ultimi 3-4 mesi in cui era uscita la voce secondo cui avevo già un accordo con il Napoli e non era vero. Avevo l'opportunità di fare altri due anni con la Nazionale ma l'offerta di Garrone mi ha convinto. In quel momento la Samp era con un piede in B, era una missione impossibile ma l'ho accettata e grazie allo staff e ai ragazzi abbiamo fatto ottime cose".

Sul passaggio della società a Ferrero: "Nessuno pensava che Garrone potesse vendere la società: ricordo che era un giovedì, mi chiamò e disse di aver venduto a Ferrero. Pensavo fosse quello dell'industria dolciaria, non conoscevamo nulla di lui. Quando mi sono incontrato con lui e l'avvocato Romei mi ha subito colpito la sua simpatia. Abbiamo un bel rapporto, è un amico, una persona di cuore, ci vogliamo molto bene. Ha mantenuto tutte le promesse, dal centro sportivo a Casa Samp. La cosa bella del calcio è che nonostante gli interessi riesci a instaurare dei bei rapporti con le persone. Non lo vedevo come un presidente ma come un amico: quando facevamo bene ero contento per lui, quando facevamo male mi dispiacevo per lui".

Sul cammino della Samp in questa stagione: "La Samp è la sorpresa del campionato per ora, come lo è stata l'anno scorso l'Atalanta: nessuno avrebbe pensato a questo cammino, sta giocando bene. È tutto meritato e frutto del lavoro di Giampaolo, è una squadra molto organizzata. Può succedere di tutto e ha possibilità di andare in Europa. L'asticella si è alzata".