Marchisio: “Soulé e Huijsen possono avere un’occasione alla Juve, Locatelli si sta adattando da play ma non è il suo ruolo”

26.03.2024 18:30 di  Francesco Soccavo   vedi letture
Marchisio: “Soulé e Huijsen possono avere un’occasione alla Juve, Locatelli si sta adattando da play ma non è il suo ruolo”
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La leggenda bianconera, Claudio Marchisio, intervenuto durante il programma Assist su Radio Serie A con RDS, ha parlato di Soulé e Huijsen, circondati da tante voci in questi ultimi giorni a proposito del loro futuro, e della situazione in casa Juventus, in ottica globale ma anche su singoli giocatori come Locatelli, a suo tempo definito il suo degno erede. Queste le sue parole:  

"Soulé e Huijsen? La Juventus ha rischiato in questi anni, anche a causa delle difficoltà extra campo. Il progetto dell’U23 sta dando i suoi frutti e si riescono a scovare talenti. Mi auguro che Soulé e Huijsen possano avere una vera possibilità alla Juventus. Il prossimo anno se si dovesse tornare a giocare la Champions League, come sembrerebbe, servono giocatori di grande talento e giovani, futuri campioni, come loro. Serve strutturarsi per presentarsi nel migliore dei modi per il campionato e per l’Europa”.

"Locatelli? Bisogna sottolineare che si tratta di un giocatore che è stato messo davanti alla difesa per fare il play, nonostante fosse stato preso per ricoprire il ruolo di centrocampista centrale. Pian piano si è spostato in avanti ed è un ottimo filtro e copre tanti palloni, ma serve sinergia in quella zona di campo più che in altre. Non avendo situazioni di gioco che lo aiutino nell’impostazione, è finito un po’ nell’ombra. Me lo ricordo al Sassuolo con De Zerbi e all’Europeo: era un ragazzo con gambe e con inserimento per andare verso la porta. È chiaro che se passi 70’ minuti a coprire il pallone, quando ce l‘hai tra i piedi per giocarlo, sei meno lucido”. 

"Il mio futuro? Non volevo fare l’allenatore perché non volevo invecchiare così presto; credo che ogni calciatore abbia, a fine carriera, la propria strada da seguire e non per forza nel mondo del calcio. Parlando della ‘produzione di talenti’, io non li produco, voglio solo proteggerli. Il talento cresce in base alle proprie forze, ai sacrifici e al lavoro che viene fatto. Quando sono andato a vedere alcune partite, ho capito che mi concentravo sul singolo, sul movimento e sulla lettura e da lì è partito tutto. Volermi concentrare sul singolo, vedere le qualità e volerle far spiccare. L’allenatore non lo farò; questa decisione l’ho presa e sono sicuro della mia scelta”.