La magia di Alex 30 anni dopo. Lo scrittore Galimberti: "Un pallonetto poetico"
Dopo aver scritto il libro "Alessandro Del Piero. Ultimo atto di un campione infinito", lo scrittore Alberto Galimberti ha celebrato il trentennale di una delle reti più iconiche e significative di Pinturicchio: quella contro la Fiorentina, gol datato 4 dicembre 1994 che permise ai bianconeri la rimonta contro i viola al Delle Alpi. Di seguito le parole diffuse ieri online dallo scrittore.
"Torino. Delle Alpi. Cielo plumbeo e campo pesante sono la cornice di una partita, Juventus-Fiorentina, raramente banale. I padroni di casa arrancano: senza gioco, ritmo e il loro uomo migliore, Roberto Baggio, fermo in infermeria. Gli ospiti, i viola di Claudio Ranieri, ne approfittano e passano in vantaggio, sottolineando gli strafalcioni difensivi della retroguardia bianconera, con Baiano e Carbone che infilzano Peruzzi. All’intervallo, cadono pioggia e fischi.
Nella ripresa, gli uomini di Marcello Lippi partono in forcing. Capitan Vialli trascina squadra e spalti segnando, nello spazio di tre minuti, una rabbiosa doppietta. Agguantato il pareggio, cingono d’assedio il fortino gigliato. I minuti, però, gocciolano via, insieme alle speranze di vittoria. Lo sceneggiatore, forse, ha deciso che può bastare così, per questa recita. Rottura dell’equilibrio iniziale, intervento risolutivo dell’eroe e ritorno alla normalità. Un copione collaudato. Poi, però, scatta l’ottantasettesimo e l’imprevisto riscrive la trama, deviandone il finale. Dalle retrovie, spiove nell’area viola un pallone profondo. La palla anonima, acquisisce improvvisamente un senso, quando cade davanti all’accorrente numero 10 juventino, un giovanissimo Alessandro Del Piero. L’attaccante veneto la colpisce al volo, con l’esterno del piede destro, inventando una parabola perfetta. Toldo, un metro e novantasei centimetri di altezza, viene sormontato da un pallonetto poetico che si infila sotto la traversa. C’è un istante prima dell’impatto, l’ultimo dopo il quale cambia tutto. Il fantasista esulta mulinando le braccia, tuffandosi sul tappeto verde, felice come un bambino il giorno del proprio compleanno. Spiaggiato a terra, viene travolto da una montagna di compagni. In estasi, il Delle Alpi ruggisce e strabuzza gli occhi: ha appena ammirato un capolavoro. Il gol completa la rimonta della Signora, piega la Fiorentina e regala le luci della ribalta alla punta prelevata dal Padova. Lo stesso campione di Saccon di San Vendemiano, che i rumors vorrebbero candidato alla presidenza della FIGC, ha eletto la segnatura a prediletta tra le 344 siglate in carriera. «Credo che in cima alla mia “hit” ci sia il gol segnato contro la Fiorentina, non solo per la bellezza estetica e la difficoltà tecnica di quel tiro al volo, ma anche per quello che ha significato per me e per la squadra», confida nel libro “Detto tra noi”. Il 4 dicembre 1994, agli sgoccioli di una partita rocambolesca, scocca la scintilla tra Alex Del Piero e il popolo bianconero. La rete inflitta ai viola rappresenta, come direbbe lo scrittore spagnolo, Manuel Vázquez Montalbán, l’istante magico nel quale “l’artista del pallone ottiene quel prodigio indimenticabile che verrà narrato prima dai presenti, poi tramandato da coloro che non erano presenti ma ne hanno sentito raccontare la meraviglia, per entrare da ultimo nella memoria delle generazioni future".