La Gazzetta celebra i prossimi 85 anni del Trap
Su Gazzetta si parla di Giovanni Trapattoni. Giovanni si “fa le ossa nel Milan”, incontra Boniperti, il suo idolo da bambino, e diventerà il numero uno del Juve. El Giuàn nazionale e internazionale. Racconta: «La mia prima avventura juventina è durata dieci stagioni e abbiamo vinto tutto: sei scudetti, due Coppe Italia, una Coppa delle Coppe, una Coppa Uefa, una Supercoppa europea, una Coppa intercontinentale, perfino un Mundialito per Club, torneo d’agosto organizzato negli anni Ottanta da Canale 5. E la Coppa Campioni 1985, il trofeo più ambito, ma anche quello che avrei preferito non vincere, all’ Heysel. Quante volte ho desiderato vincere la finale di Atene contro l’Amburgo e non aver mai giocato quella di Bruxelles contro il Liverpool!».
Su Platini: «Platini... era Platini. Nessuna descrizione basterebbe a spiegare che razza di fenomeno fosse. Agnelli stravedeva per lui: oltre alla bellezza del suo modo di giocare, ne ammirava l’intelligenza, l’ironia, l’acutezza e la velocità di pensiero». Poi c’era Boniek “bello di notte” (parola dell’Avvocato). «Grandi personaggi. Platini fumava e soffriva di insonnia. Boniek era un vero pazzo, logorroico ma simpatico. Tutti e due impararono l’italiano in un attimo, e in campo parlavano la stessa lingua. Io? Continuavo a esprimermi bene fischiando. Fanna, che giocava sulla fascia, era timido e mi ha confessato anni dopo che i miei fischi lo rimbambivano. Invece di incoraggiarlo lo stordivano. Povero Pierino».