L'ex Juve Kameraj: "Essere alla Juve è stato come un sogno, incontrare Ronaldo è stato surreale. Straziante dare l'addio al calcio a 25 anni"

Intervistato da "Gianlucadimarzio.com", Cendrim Kameraj, ex giocatore della Juventus, racconta la sua esperienza in bianconero, oltre a parlare del ritiro dal calcio giocato a soli 25 anni per via di tanti, troppi, problemi fisici: “Lavoro in ufficio presso ICM Bau, e il nostro capo ha voluto che passassimo una giornata in cantiere per capire come sia il lavoro lì e quanto possa essere duro. Ci ha fatto apprezzare ancor di più quanto siamo fortunati a lavorare dietro una scrivania.
L'esperienza alla Juve? Quando è arrivata l’offerta della Juve è stato come un sogno, onestamente all’inizio non ci potevo credere. Mi sono sentito orgoglioso, entusiasta e anche un po’ nervoso, perché sapevo che sarebbe stato un passo enorme. L'incontro con Ronaldo? È stato surreale, qualcosa di speciale. La sua energia spingeva tutti a dare di più. Ciò che mi ha colpito maggiormente è stata la sua mentalità. Non si fermava mai, e pretendeva continuamente di più da sé stesso e da chi gli stava intorno. Una volta mi disse "Il talento non significa nulla senza costanza e duro lavoro", e quella frase mi è rimasta impressa. Osservare come si preparava mi ha mostrato cosa significhi davvero essere un professionista.
I problemi fisici e l'addio al calcio? Non è stato facile. Ho avuto degli infortuni e sentivo di aver bisogno di un nuovo inizio, in un posto dove poter giocare di più e ricostruirmi. La Juventus mi ha dato tantissimo, ma a volte bisogna fare un passo indietro per poter andare avanti. È stato straziante. Il calcio era la mia identità fin da quando ero bambino, per molto tempo non sapevo chi fossi senza di esso. Ma con il tempo ho trovato la pace, ho capito che la vita non finisce al termine della carriera da sportivo. Senza gli infortuni sarei potuto arrivare in alto, ero sulla strada giusta e sentivo di migliorare stagione dopo stagione. Tuttavia, non mi piace vivere con i ‘se’. Ho dato tutto quello che avevo, ed è questo ciò che conta”.
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