Kelly: "Quando mi ha chiamato la Juve ci ho messo dieci secondi a realizzare, non me l'aspettavo"

Kelly: "Quando mi ha chiamato la Juve ci ho messo dieci secondi a realizzare, non me l'aspettavo"TuttoJuve.com
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di Alessandra Stefanelli

Il difensore della Juventus Lloyd Kelly è stato ospite del podcast bianconero Small Talk: "Alcuni compagni mi chiamano con il mio secondo nome, Casius. È stato Vlahović a iniziare: una volta mi ha chiesto se avessi un secondo nome, e da allora non ha più smesso di chiamarmi così. Le interviste? Ne ho fatte pochissime nella mia carriera, le posso contare sulle dita di una mano. Ma mi piace raccontare la mia storia, perché la gente mi conosce solo come calciatore. È bello poter mostrare chi sono fuori dal campo”.

Il difensore bianconero si descrive come una persona serena, lontana dai riflettori: “Non amo fare grandi feste. Per il mio compleanno ho semplicemente cenato in centro a Torino con famiglia e amici. Mi piace una vita calma e rilassata. Ogni quanto taglio i capelli? In media ogni dieci giorni, ma se giochiamo spesso anche una volta a settimana. Mi piace essere ordinato, fa parte del mio modo di prendermi cura di me stesso. C’è anche una componente di stile, ovviamente”.

Un passaggio toccante riguarda la sua infanzia: “A sei o sette anni io, mia sorella e mio fratello siamo entrati nel sistema di affido, dove siamo rimasti fino ai diciotto. In quegli undici anni ci siamo spostati in tre famiglie diverse, ma siamo rimasti sempre insieme. Non è scontato, molti fratelli vengono separati. Noi siamo stati fortunati. Il calcio? Avevo dieci o undici anni quando il mio professore di educazione fisica, che collaborava con il Bristol City, mi fece avere un provino. Non sapevo se sarei stato preso. Era tutto così diverso dal parco dove giocavo con gli amici. Ma andò bene: da lì è cominciato tutto”.

Sulla Juventus: "Non me lo aspettavo perché in quel momento, anche se non stavo giocando molto al Newcastle, ero uno dei senatori in rosa, e sentivo di essere importante. Il mio agente mi ha chiamato e mi ha solo detto: “Ti trasferiresti alla Juventus?'. Ho impiegato dieci secondi per realizzare cosa avesse detto e poi ho detto di sì. Andiamo. Anche se la porta fosse stata solo socchiusa, avrei detto: “Spingiamo per aprirla”. Per fortuna è successo davvero".

Kelly ha anche rivissuto il suo gol in Champions League: “Mancavano 30 secondi, Vlahović rientra e crossa, e io segno. Un’emozione indescrivibile, lo stadio impazzì. Il mister aveva detto a Locatelli di mandarmi avanti, e alla fine fu la decisione giusta”.

Sul razzismo: “Qualcosa si sta muovendo, ma la strada è ancora lunga. È difficile controllare tutto, però oggi iniziano a esserci conseguenze per chi compie atti di razzismo. Serve continuare a lavorare in questa direzione. Voglio continuare a migliorare ogni giorno e lasciare un impatto positivo. Non solo nel calcio, ma nella vita”, ha concluso.