Juventus ospita l'incontro formativo della Junior Tim Cup, Lindsey Thomas: "Discriminata perché giocavo a calcio"

17.04.2024 13:05 di  Rosa Doro  Twitter:    vedi letture
Juventus ospita l'incontro formativo della Junior Tim Cup, Lindsey Thomas: "Discriminata perché giocavo a calcio"
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Nulla cambia senza azioni concrete.

Ne abbiamo parlato il 21 marzo scorso, attraverso la campagna Never Again contro le discriminazioni razziali.

Ne abbiamo parlato anche nel pomeriggio di ieri – martedì 16 aprile 2024 – in occasione dell'incontro organizzato nell'ambito della quattordicesima tappa del progetto Junior TIM Cup 2024, tenutosi all'Allianz Training Center di Vinovo.

Giunta alla sua undicesima edizione, la Junior TIM Cup è la competizione di calcio a 7 organizzata dal CSI – il Centro Sportivo Italiano – e dalla Lega Serie A e riservata alle categorie Under 14 degli oratori nazionali. Una competizione che si gioca sul campo, ma soprattutto "in aula", con attività educative e incontri di riflessione rivolti alle tesserate e ai tesserati più giovani; l'incontro di ieri si è proprio inserito nell'ambito di un percorso volto alla sensibilizzazione attiva delle giovani generazioni sul fenomeno del razzismo e di ogni forma di discriminazione.

Diversi gli spunti presentati e i temi toccati, tra cui: l'importanza del linguaggio utilizzato, la differenza tra sentire e ascoltare e le diverse tipologie di discriminazione. Tematiche che hanno reso l'incontro un vero e proprio dialogo tra le parti, moderato da due speaker d'eccezione: il capitano della Prima Squadra maschile, Danilo Luiz da Silva, e l'attaccante della Prima Squadra femminile, Lindsey Thomas. I due "Ambassadors" d'eccezione hanno partecipato attivamente all'incontro raccontando le proprie esperienze calcistiche e rispondendo alle tante domande della platea rappresentata da diversi atleti Under 14 del CSI e da una rappresentanza di alcune squadre del Settore Giovanile bianconero: Under 19 femminile e Under 17, Under 16 e Under 15 maschili.

LINDSEY THOMAS

«Io vengo dai Caraibi, dalla Guadalupa per la precisione, e sono arrivata in Europa quando avevo quindici anni. Nella mia piccola isola ero l'unica ragazza che giocava a calcio e non posso negare che ci siano stati degli episodi di discriminazione nei miei confronti semplicemente perchè ero una ragazza e volevo giocare a pallone. Una volta arrivata in Europa ho firmato il mio primo contratto da professionista in Francia, con il Montpellier, e da quel momento la mia carriera è cresciuta tanto, anno dopo anno fino al mio approdo alla Juventus con la quale condivido tanti valori. Lo sport ci può insegnare tanto, sta a noi assimilare gli insegnamenti più preziosi. Ognuno di noi ha la sua storia e penso che sia bellissimo poter apprendere tanto da culture differenti. Penso che la diversità non debba essere vista come un ostacolo, ma sempre come un'opportunità di crescita, per tutti. Condividere momenti di vita con persone diverse, provenienti da altre parti del mondo, è il modo migliore per essere persone migliori, per arricchirsi a livello personale. Nel nostro piccolo ognuno di noi può recitare un ruolo importante per migliorare il mondo».

È stato un prezioso momento di confronto tra generazioni su un tema sentito da tutte e da tutti come quello del razzismo e delle discriminazioni.