Il Fatto Quotidiano - Ruffo: "Sui social gli ultrà mi augurano la morte. Io juventino, assurdo che se la prendano con me. Non cambio casa, non voglio dargliela vinta”

15.11.2018 09:20 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Il Fatto Quotidiano - Ruffo: "Sui social gli ultrà mi augurano la morte. Io juventino, assurdo che se la prendano con me. Non cambio casa, non voglio dargliela vinta”

Il Fatto Quotidiano ha intervistato Federico Ruffo, il giornalista di Report che ha curato l'inchiesta di Report sull'infiltrazione dell''ndrangheta della Curva bianconera e che è stato vittima di un attentato, fortunatamente fallito: "In Italia si può toccare tutto tranne il tifo? Questo è il pensiero che ho avuto subito. In tanti anni tra Report e Presa diretta mi sono occupato di moltissimi argomenti, ma una roba del genere non mi era mai successa. Il problema però adesso non è tanto che tu non possa toccare le curve, ma l’odio che sprigiona la gente quando si parla di calcio. Il tifo rende legittima ogni cosa. Sui social mi scrivono persone che si augurano che la ’ndrangheta completi il lavoro, gente dispiaciuta perché mi sono salvato, altri che mi dicono di non speculare sul tentato incendio perché la mafia non si scomoda certo “per una merda” come me. In questo momento per fortuna mi sento protetto dalle forze dell’ordine e dall’azienda, ma più che la violenza fisica mi spaventa l’odio delle persone: non se ne andrà e non ho modo di difendermi, ogni volta che scriverò qualcosa, che ci sarà il mio nome su Internet dovrò fare i conti con questi attacchi assurdi, per lo più da parte di tifosi juventini. Eppure di calcio giocato, nella sua inchiesta, non si parla.

Il campo non c’entra niente, io tra l’altro sono juventino da sempre. È assurdo che quei tifosi se la prendano con me per fatti che riguardano la curva, la malavita e la dirigenza. Ma d’altra parte sono stati aizzati anche da molti blog e microblog che per giorni hanno screditato l’inchiesta. Un conto sono le offese online, un conto tentare di incendiare la casa. Non voglio certo sostituirmi a chi farà le indagini, ma mi viene da pensare che possa esser stato qualche fanatico e non una banda organizzata. (...) La casa adesso è vigilata e i miei, che vivono nell’appartamento al piano di sotto, se ne andranno per un po’. Non ho intenzione di cambiare casa: vivo qui da 40 anni e significherebbe dargliela vinta", le parole di Ruffo nell'intervista firmata da Lorenzo Giarelli.